Amministrative a Sansepolcro, l’analisi del giorno dopo

Proviamo a rileggere l'esito di una lunghissima fase elettorale, cominciata ben prima del rinvio del voto, fornendo spunti di riflessione e qualche pillola statistica

L'ingresso di Palazzo delle Laudi

Fabrizio Innocenti è il nuovo sindaco di Sansepolcro grazie al successo ottenuto al ballottaggio con un distacco di 370 voti nei confronti di Andrea Laurenzi. Da quando esiste l’elezione diretta del sindaco si tratta del terzo margine più ristretto dopo il successo di Alessio Ugolini su Franco Polcri al primo turno nel 2004 (48 suffragi) e quello dello stesso Polcri su Bruno Graziotti due anni più tardi (341 voti). Complice la bassa affluenza, si tratta dell’elezione che ha visto il vincitore prevalere con il minor numero di voti assoluti, 3.980 (il record precedente erano i 4.943 di Polcri nel 2006). Si tratta inoltre della prima volta in cui il ballottaggio ribalta l’esito del primo turno, portando al successo l’inseguitore.

Pronostici rispettati

Laurenzi partiva con un risicato vantaggio di 85 voti, che non è riuscito a difendere incassando al ballottaggio solo 333 voti in più del primo turno, contro i 788 di Innocenti. Nonostante non sia possibile calcolare con precisione i flussi tra primo e secondo turno, si può comunque tranquillamente dire che è stato rispecchiato il pronostico della vigilia: nonostante la spaccatura nel centrodestra che aveva portato alle candidature concorrenti di Innocenti e Laura Chieli e nonostante il mancato accordo tra le parti dopo il primo turno, come prevedibile tra gli elettori di Chieli sono stati di più quelli che hanno votato per Innocenti che quelli che hanno votato per Laurenzi. La “sanguinosa” divisione nel centrodestra, insomma, alla fine non è stata fatale all’ingegnere, anche se aveva contribuito a indebolirne almeno in parte la candidatura. Una candidatura che tuttavia aveva mostrato da subito di avere grosse possibilità di vittoria. Soprattutto perché in un colpo solo il centrodestra era riuscito a recuperare non solo Innocenti, ma anche Riccardo Marzi, fino ad allora non intenzionato a rientrare nei ranghi della sua area politica d’origine. In quella prima fase probabilmente Innocenti poteva contare sulla carta su di un vantaggio ancora maggiore di quello che si è poi concretizzato e che, complici alcune incertezze comunicative della coalizione di centrodestra, si è andato con il tempo assottigliando. Non tanto però da permettere a Laurenzi di ribaltare il trend che vede la Valtiberina decisamente spostata verso un centrodestra che a questo punto governa di fatto 7 comuni su 7, dando quello che può essere inteso come un segnale di malessere da parte di un territorio periferico rispetto al governo regionale.

Vuoto a sinistra e altre uscite di scena

Quali che siano state le dinamiche, comunque, Innocenti è riuscito alla fine a pescare sia a destra che al centro, mentre a Laurenzi è senz’altro mancata la sinistra. Diverse le ragioni, tra cui in parte il fatto che forse non tutti hanno gradito la riappacificazione all’interno di un centrosinistra storicamente diviso. Ma soprattutto ha inciso l’inatteso forfait dell’ex assessore Gabriele Marconcini, la cui mancata ricandidatura ha tagliato le gambe al suo gruppo di appartenenza, Insieme Possiamo, che esce così di scena dopo cinque anni in maggioranza. Nel prossimo consiglio comunale non ci sarà nessun esponente a sinistra del Partito Democratico e – piccola notazione storica – per la prima volta dal dopoguerra le istituzioni biturgensi non comprenderanno nessun militante di partiti comunisti. Per la verità da questo punto di vista poco sarebbe cambiato anche in caso di successo di Laurenzi al ballottaggio.

Rispetto alla precedente consiliatura non ci saranno neanche Democratici per Cambiare e Movimento 5 Stelle. Non ci saranno per motivazioni diverse, ma entrambe le compagini sono state vittime delle dinamiche che hanno portato alla costituzione delle coalizioni che si sono presentate alle elezioni: i DPC dopo lunghe trattative hanno deciso di non partecipare alle elezioni, sebbene alcuni esponenti si siano candidati o abbiano fatto campagna elettorale per una o un’altra compagine. Per i Cinquestelle, invece, dopo altrettanto lunghi confronti con altre forze politiche è arrivata la scelta della corsa quasi in solitaria, portata avanti con grande determinazione e impegno, ma destinata inevitabilmente a concludersi con il mancato ingresso nell’assise cittadina. D’altra parte è ormai sempre più difficile per le minoranze strappare seggi in consiglio comunale, per effetto delle normative che, oltre a garantire un ampio premio di maggioranza al vincitore, hanno progressivamente ridotto il numero dei consiglieri, che oggi a Sansepolcro sono solo 16 contro i 20 di tre legislature fa e i 30 in carica fino all’inizio degli anni novanta: in nome della riduzione di costi obiettivamente irrisori si è insomma ottenuto il risultato di privare di rappresentanza nei consigli comunali ampie minoranze di elettori.

Le novità del prossimo consiglio comunale

Queste dinamiche incidono anche sulla scarsa rappresentanza di due delle novità del prossimo consiglio comunale, la lista Adesso e la coalizione di Laura Chieli. Entrambe le compagini, nonostante abbiano superato il 14% dei voti, avranno un solo seggio. Seggio che nel caso di Chieli spetterà proprio alla candidata a sindaco, mentre le liste in suo supporto non sono riuscite a eleggere. Se da Sansepolcro Futura potranno però essere ripescati, almeno in linea del tutto teorica, i non eletti in caso di eventuali future dimissioni di Laura Chieli, completamente tagliata fuori è la lista di Fratelli d’Italia: un dato che cozza con quello nazionale, dove il partito di Giorgia Meloni riscontra ampi consensi. A Sansepolcro però la formazione, nata da meno di un anno, ha dovuto fare i conti anche con la logica del “voto utile”. Il risultato complessivo della coalizione, pur con delle attenuanti, non ha comunque soddisfatto i diretti interessati, e riprova ne sono le esplicite tensioni interne sorte nella fase pre-ballottaggio.

Altra novità del prossimo consiglio comunale è la sostituzione della considdetta “lista del sindaco”, da Il Nostro Borgo che aveva appoggiato Mauro Cornioli a Borgo al Centro che sostiene Innocenti. Ma è una novità solo parziale, visto che alcuni esponenti delle due formazioni coincidono, come Francesca Mercati e Simone Gallai (che sarà ripescato in consiglio se, come annunciato, Mercati passerà in giunta), e lo stesso Riccardo Marzi, per quanto né nel 2016 né quest’anno fosse formalmente candidato. Entra in assise anche Moderati e Riformisti, la lista legata al Partito socialista che ha ottenuto un seggio con Angjelin Vata, il secondo consigliere di origine albanese dopo Desara Muriqi nella scorsa consiliatura.

Donne le più votate, ma eletti più uomini

In realtà sono ancora molti gli spunti di analisi che potrebbero essere sviluppati rispetto a queste amministrative e al lunghissimo periodo preparatorio che le ha precedute, protrattosi a dismisura a causa del rinvio delle elezioni dalla primavera all’autunno. Ma è ormai il momento di concentrarsi su quello che succederà da ora in poi, a partire dal completamento della rosa dei nuovi assessori, con il quinto e ultimo nome che dovrebbe arrivare stamattina. Oltre a Riccardo Marzi, Francesca Mercati, Alessandro Rivi e Mario Menichella, già annunciati, manca quindi una donna, visto che la legge richiede il 40% di “quote rosa” in giunta. A proposito di quote rosa, da notare che in tutte le liste che hanno raccolto le percentuali più alte il maggior numero di voti è stato ottenuto proprio da candidate donne, che hanno saputo sfruttare il meccanismo della doppia preferenza di genere disperdendo meno le preferenze rispetto ai colleghi uomini. Uomini che comunque in consiglio saranno 12 su 17 (e dovrebbero diventare 13 dopo le sostituzioni dei consiglieri che passeranno in giunta). Ad ogni modo sono donne la consigliera più votata in assoluto, Roberta Gavelli, e quella che presiederà la prima seduta del consiglio comunale in attesa dell’elezione del presidente: si tratta di Chiara Andreini, che avrà questo compito in virtù del suo ruolo di “consigliere anziano”, che spetta a chi ha raccolto il maggior numero di preferenze personali sommate ai voti totali della propria lista.

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