Floema, a Sansepolcro un’idea differente di agricoltura e comunità

Dall'associazione valtiberina un importante esempio di riqualificazione urbana che attraverso gli orti sociali mette in comunicazione più generazioni

Gli orti sociali al bastione di Santa Lucia in occasione della loro inaugurazione

Gli orti urbani sorti presso il Bastione di Santa Lucia e a Villa Serena rappresentano uno dei più importanti esempi di riqualificazione urbana messo in atto a Sansepolcro. Compreso all’interno dell’iniziativa regionale “Centomila orti in Toscana”, il progetto è stato abbracciato dall’associazione Floema, i cui membri si stanno impegnando nel proporre ai cittadini biturgensi un’idea differente di agricoltura e comunità.

L’associazione è attiva dall’autunno del 2020, ma le sue origini partono da prima. La presidente Adelaide Valentini ha conosciuto gli orti sociali già ai tempi dell’università, quando ne gestiva uno mentre studiava agraria a Bolzano. Partita dalla Valtiberina con l’intenzione di non tornarci, Adelaide ha poi cambiato idea e, una volta riportate a casa le esperienze ottenute negli anni, si è ricordata del progetto “Centomila orti in Toscana”, di cui aveva sentito parlare quando era ancora in Trentino-Alto Adige. Insieme all’amico agronomo Leonardo Piervitali si è quindi informata sulla possibilità di costruire degli orti urbani anche a Sansepolcro.

Per l’associazione il 2019 e il 2020 sono stati anni di gestazione. I tempi si sono giocoforza dovuti allungare a causa della pandemia, ma non tutto il male è venuto per nuocere. In questo modo i vari membri hanno potuto rafforzare i propri rapporti: uno degli obiettivi primari che Floema si è posta. Alla fine il bando è stato vinto e, seppur tra mille difficoltà, il sogno di Adelaide di veder sorgere anche Sansepolcro una realtà sociale più vicina alla natura si è realizzato.

Gli orti sociali di Villa Serena

Nonostante lei sia nominalmente la presidente, Adelaide ci tiene a specificare che Floema segue una gerarchia sociocratica, all’interno della quale le decisioni vengono prese soltanto quando tutti i membri esprimono il proprio consenso. L’associazione è suddivisa in “cerchi semi-autonomi.” Ognuno di essi ha un compito specifico (agricolo, sociale, culturale, amministrativo, comunicativo), ma il dialogo tra i vari cerchi è sempre aperto.

Floema vede al suo interno molti abitanti della Valtiberina che l’avevano lasciata per poi farvi ritorno, oltre a diverse persone direttamente provenienti da fuori. Con estrema sincerità, Adelaide ci ha spiegato che tornare nel proprio luogo d’origine può essere facilmente visto come un fallimento per un giovane che se n’era andato. Una realtà come quella degli orti urbani può però rivelarsi un buon modo per sentire di star contribuendo alla riqualifica della propria città, promuovendo allo stesso tempo anche la comunicazione tra le vecchie e le nuove generazioni.

Floema si è inoltre prefissa l’obbiettivo di collaborare con altre realtà associative del territorio, e all’infuori dell’agricoltura propone numerose altre attività. Sono infatti già stati organizzati eventi legati all’arte in ogni suo aspetto, come danza, musica o disegno. Uno degli ultimi workshop ha visto la partecipazione dello street artist Mattia Martini, in arte “Chus”, che abbiamo recentemente intervistato in merito al suo murales che è andato ad adornare una delle pareti del Bastione di Santa Lucia.

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