Gli aneddoti de La Scampanata raccontati da Mario Del Pia

Ancora in dubbio l’edizione 2020+1 della goliardica manifestazione anghiarese che si svolge ogni 5 anni nel mese di maggio. Mario Del Pia intanto racconta la tradizionale usanza e alcuni momenti significativi

Tutte le foto sono di Luca Del Pia e si riferiscono alle edizioni 1995 e 2000

A maggio 2021 ad Anghiari dovrebbe svolgersi La Scampanata che era stata rinviata lo scorso anno a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus. Il condizionale è ovviamente d’obbligo considerando che la pandemia non è purtroppo ancora stata “sconfitta” e che una decisione, in un verso o nell’altro, verrà presa nelle prossime settimane. In attesa di capire cosa accadrà abbiamo chiesto a Mario Del Pia, una delle figure chiave della Società della Scampanata, di raccontarci come è nata questa goliardica manifestazione e alcuni dei momenti più significativi dell’era moderna. La Scampanata è stata infatti riproposta nel 1980, ha visto lo svolgimento della seconda edizione nel 1981 e si è poi svolta con cadenza quinquennale dal 1985 al 2015. È una tradizione unica al mondo in cui gli iscritti devono ritrovarsi in Piazza Baldaccio alle 6:00 di mattina ogni martedì, giovedì e domenica del mese di maggio. Chi non è presente al secondo suono del campano (unico ed inappellabile “giudice”) viene prelevato da casa e montato su un caratteristico carretto. Ai “dormiglioni” viene fatto fare un particolare giro per le strade del centro sulle note della “marcia di paiolo”, suonata dal “concertino”. Gli scarrettati vengono sommersi da farina, uova, cioccolata e altre misture composte da cibi commestibili, lanciate su di loro dagli altri iscritti. Un giro caratterizzato dal divertimento, con il malcapitato di turno che a fine “scarrettata” risulta irriconoscibile. Il tutto si conclude quasi sempre con una colazione in compagnia e a fine mese con il pranzo per tutti gli iscritti. Alla manifestazione possono partecipare soltanto gli anghiaresi (di residenza o di nascita) che abbiano compiuto 18 anni (uomini e donne), mentre dal giro sul carretto sono esentati i soci con più di 60 anni.

Mario, innanzitutto ci sono novità sull’edizione 2020+1 che dopo il rinvio dello scorso anno sarebbe in programma per questo mese di maggio?

Il fatto che abbiamo pensato a questa denominazione (2020+1) dice tutto sulla voglia di un bel gruppo di giovani di fare La Scampanata, perché non è mica detto che alla sua cadenza la Scampanata “risorga”. Ci vogliono un gruppo di persone, meglio se amici, discretamente scherzosi, che si mettono all’opera per questa particolare ma anche strana tradizione anghiarese. Per quest’anno ritengo molto in forse di poterci ritrovare nel mese di maggio.

Da dove tra origine La Scampanata nella tradizione anghiarese e come è stata riadattata per i giorni nostri?

Nel 1980, quando l’abbiamo ripristinata, dopo 43 anni di silenzio, erano in molti a ricordare e a descrivere le edizioni passate. Si riferivano a quelle del 1922, del 1927 e del 1937. Questi racconti, magari abbelliti con la fantasia, hanno fatto sì che un gruppo di persone ripristinasse questa bella oltreché unica tradizione. Ricerche nel nostro archivio storico ci confermano però che potrebbe risalire al XVII secolo e notizie più dettagliate si hanno dai primi dell’Ottocento in poi.

Il giro sul carretto, le misture tirate ai dormiglioni e la Marcia di Paiolo contraddistinguono questa manifestazione assieme al clima di amicizia e divertimento, ma per gli scarrettati non è certo una “passeggiata”, visto che risultano praticamente irriconoscibili.

Sì, è chiaro, i numerosi presenti alle varie edizioni sono inorriditi da ciò che vedono ma è soltanto la “giusta punizione” di chi non ha rispettato il patto di essere in Piazza Baldaccio alle ore 6:00. Viene sempre eseguita però in un clima di amicizia e allegria. Certo, per chi sta nel “Carretto” la musica è diversa, anche se alla fine punito e punitori sono pressoché simili.

Ci racconti l’atmosfera che si respira in Piazza Baldaccio nelle mattinate in cui si svolge La Scampanata, prima del rintocco del campano e quando eventualmente all’appello manca un iscritto?

Si respira un’aria impossibile da raccontare e che si vive solo essendo lì quando il gruppetto degli addetti alla ricerca, con l’avvicinarsi dell’ora fatidica, si preparano a correre davanti alla porta di chi manca e coglierlo in fallo.

Sono ammessi anche gli scherzi ovviamente che coinvolgono solamente gli iscritti. Quale è stato il più simpatico in questi anni?

Ce ne sono a volontà. Ricorderei quello di murare nottetempo la porta del socio in modo che non possa essere in Piazza prima delle 6:00. Fra l’altro questo scherzo è stato riesumato da una edizione dei primi del Novecento. Di solito poi gli iscritti cercano di evitare caffè e luoghi dove bazzicano ingannevoli soci perché qualche tiro mancino glielo farebbero senz’altro.

La “scarrettata” più bella che ti ricordi?

Ce ne sono diverse. Dico quella in cui Emanuele Fontana, detto Ghiro (e il soprannome in questo caso è già un programma), scoperto a dormire alle sei a Perugia, dove abitava in quanto studente l’11 maggio 1995, si presentò al carretto vestito elegantemente da “signore” con tanto di papillon.

Nel corso degli anni non sono mancate le contestazioni, con tanto di “processi” in piazza. Anche in questo caso hai un aneddoto da raccontarci?

Certo, quando un gruppo di scalmanati si presenta alla porta di casa tua con tanto di trombe, pentole, farina e quant’altro per la punizione, tutti sono sconvolti ma passano subito al sorriso. In quarant’anni c’è stato il caso di un socio che non ne ha voluto sapere ed è stato radiato dalla Società della Scampanata, lui e per sette generazioni.

Chi sono i personaggi simbolo de La Scampanata?

Direi senza esitare il Maschio, Celestino e Capruggine. Sono i personaggi “storici” che hanno animato tutte le edizioni: sono impegnati soprattutto nel punire il dormiglione di turno e si individuano subito per il loro abbigliamento particolare, ispirato un po’ a quello campagnolo. Poi ci sono tanti altri impegnati nel far sì che tutto riesca al meglio. C’è inoltre anche il “concertino”, altro elemento caratteristico da La Scampanata: accompagna il condannato con allegri motivi e in particolare con la “Marcia di Paiolo” che è diventata l’inno ufficiale de La Scampanata. Ci vogliono poi i volontari addetti al carretto perché ci sono da percorrere le stradine anguste e in salita del centro storico di Anghiari. Tutti i vicoli con scalinate vengono percorsi come ulteriore punizione del colpevole.

Come si dorme, se si dorme, nelle sere che precedono gli appuntamenti settimanali?

Questo dipende un po’ da ognuno. Penso però che un po’ di apprensione c’è in tutti, anche nei più coraggiosi. Non è raro il caso di soci che per non correre il pericolo di essere messo alla berlina mette almeno tre sveglie. Un giovane ad esempio, avendo fatto tardissimo la notte, parcheggiò la macchina in piazza per essere già pronto alle 6:00, solo che si addormentò in macchina e quindi: “Carretto!”

Bello che anche tanti giovani partecipino, a dimostrazione di quanto la tradizione sia sentita dagli anghiaresi.

Non si è anghiaresi del tutto se non ci si iscrive a La Scampanata. C’è sempre incombente il timore del carretto, ma più forte il desiderio di essere annoverato fra i soci. Molti, come abbiamo detto, sono gli iscritti e sono veramente attivi nell’organizzare scherzi con i loro amici. Un socio per esempio convinse l’amico ad andare con lui a cogliere in fallo un altro socio che abitava distante dal paese. Soltanto che, una volta fatto scendere, l’altro partì di gran carriera e lo lasciò a piedi ed ormai condannato: non avrebbe potuto essere puntuale in Piazza.

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