Il calcio dei dilettanti si ferma in via definitiva. È quanto stabilito nel Consiglio Federale della FIGC che si è svolto nella giornata odierna e che ha ufficializzato lo stop di tutti i campionati dalla Serie D in giù, mentre per ciò che riguarda i professionisti l’intenzione è quella di portare a termine non soltanto la Serie A, ma anche Serie B e Serie C (se la curva dei contagi non tornerà a salire nei prossimi giorni).
La conclusione dei vari campionati dei dilettanti rappresenta una decisione dolorosa e sofferta, ma sicuramente ineccepibile, considerando le ormai note difficoltà nel garantire le condizioni per ritornare in campo e per terminare la stagione. Impossibile, stando così le cose, pensare di mettere in pratica le normative vigenti (sanificare gli ambienti, garantire il distanziamento, ecc.) e di riuscire a tutelare la salute di calciatori, tecnici e addetti ai lavori di vario genere. A oltre due mesi di distanza dalle ultime partite giocate è quindi arrivata la certezza che la stagione 2019-2020 non riprenderà.
La notizia ufficiale provoca ovviamente un senso di amarezza in tutti gli appassionati e nelle tantissime persone che settimanalmente investono energie, tempo, denaro nel movimento dilettantistico, ma era prevedibile e doverosa. La conclusione anticipata rappresenta un atto di responsabilità: perché la tutela della salute deve ovviamente rimanere la priorità e perché le normative che si stanno studiando per la ripartenza del calcio dei professionisti non sono applicabili a quello dei dilettanti.
Lo stop è definitivo così come dovrebbero essere considerate definitive anche le classifiche maturate dopo le ultime partite disputate (il condizionale in questo caso resta doveroso). Ancora qualche giorno di attesa invece per capire cosa accadrà in merito ad eventuali promozioni e retrocessioni. Su questo tema dovrebbe esprimersi il Consiglio di Lega Dilettanti in programma venerdì. Come scritto nell’articolo pubblicato a inizio settimana sarà importante però guardare anche ad altri aspetti ed andare incontro alle reali esigenze delle società. Altrimenti sarà ancora più difficile programmare la ripartenza e il danno per il “sistema calcio” sarà incalcolabile.