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Il Principato di Sealand tra indipendenza, crisi internazionali e colpi di Stato

Una storia simile a quella dell'Isola delle Rose ma arrivata fino ai giorni nostri. Attraverso vicende rocambolesche, guerre, un passaporto trovato in tasca al killer di Versace e il derby calcistico con Seborga

di Guido Guerrini
06/07/2020
in Oltre il Tevere
8 min. lettura
Il Principato di Sealand tra indipendenza, crisi internazionali e colpi di Stato

Sealand vista dall'alto. Immagine di Ryan Lackey (CC BY 2.0 - link a fondo articolo). Tutte le altre immagini sono in pubblico dominio

La scorsa settimana abbiamo raccontato la storia dell’Isola delle Rose, la piattaforma nata al largo di Rimini negli anni sessanta che, dopo aver rivendicato l’indipendenza dalla Repubblica Italiana, fu prima occupata e poi distrutta. Quella del Principato di Sealand è una storia per certi versi molto simile, ma che attraverso vicende incredibili continua fino ai giorni nostri.

Le “Fortezze Mansuell”

Contrariamente alla creatura dell’ingegner Giorgio Rosa, Sealand non è stata costruita con la finalità di autoproclamarsi stato indipendente, ma esisteva già durante la Seconda guerra mondiale con funzione militare. Negli anni quaranta l’ingegner Guy Mansuell aveva ideato delle piccole piattaforme da posizionare in mare aperto per contribuire alla difesa antiaerea durante l’attacco alla Gran Bretagna da parte della Germania nazista. Le “Fortezze marittime Mansuell” ebbero un ruolo importante contribuendo all’abbattimento di un cospicuo numero di aerei nemici. Erano realizzate a terra ed erano costituite da una chiatta sormontata da due torri cilindriche. Portate al largo della costa inglese, venivano poggiate sul fondale in zone poco profonde, in modo che le due torri potessero rimanere al di fuori dell’acqua. A quel punto veniva costruito un ponte che ospitava cannoni e difese antiaeree mentre all’interno dei pilastri venivano predisposti gli alloggi dei militari. Ogni piattaforma poteva ospitare un centinaio di persone. Finita la guerra persero la loro importanza e vennero abbandonate, anche se in un primo tempo continuarono a far parlare di sé a causa dei numerosi incidenti che coinvolgevano le navi di passaggio.

Dalle radio pirata all’indipendenza

Durante gli anni sessanta un fenomeno completamente nuovo interessò le Fortezze Mansuell, ovvero la nascita di numerose radio pirata. Una di queste radio, Radio Essex, fu istallata da Paddy Roy Bates nella struttura denominata Knock John. Il governo britannico mal tollerò la presenza di queste stazioni radio vicine alla costa e si attivò per bloccarne le attività. Anche Bates subi questo tipo di repressione e dopo essere stato più volte multato programmò di spostarsi in un’altra piattaforma della Seconda guerra mondiale denominata Fort Rough. La particolarità di questa nuova collocazione era la distanza dalla costa britannica superiore alle sei miglia marine: Fort Rough era quindi in acque internazionali. La vigilia di Natale del 1966 Paddy Roy Bates occupò la piattaforma con l’idea di far ripartire la sua radio e successivamente, sfruttando la localizzazione del manufatto, proclamò l’indipendenza di quello che ribattezzò Principato di Sealand, scegliendo tale forma di governo per non mancare di rispetto con ranghi più elevati al vicino Regno Unito. La Radio di Bates non ricominciò a trasmettere poiché piuttosto di occuparsi di musica e notizie, la nuova autoproclamata famiglia principesca ben pensò di sfruttare le potenzialità del principato occupandosi di coniare monete, stampare francobolli, concedere passaporti e titoli nobiliari. Il tutto con un discreto successo e ottimi incassi economici.

Sealand

La prima guerra di Sealand e il presunto riconoscimento

Fin qui le vicende che hanno portato alla nascita di Sealand e all’esperienza italiana dell’Isola delle Rose hanno molti aspetti in comune. La svolta della storia della piattaforma davanti alla costa britannica arrivò però nel 1968, quando si registrò uno scontro a fuoco tra gli occupanti dell’isola artificiale e una nave della marina inglese che si era avvicinata alla struttura. Le versioni dei fatti sono discordanti, dato che l’equipaggio della nave sosteneva di essere nella zona solo per sistemare delle boe galleggianti, mentre gli occupanti di Sealand erano convinti che la Marina, che già da alcune settimane stava smantellando altre Fortezze Mansuell nella zona, presto avrebbe tentato di eliminare anche quella dove si trovavano. Solo fonti di Sealand raccontano che i militari inglesi avevano anche il compito di impedire sul nascere esperienze in stile cubano: evitare cioè che davanti alle coste della Gran Bretagna sorgesse una spina nel fianco come era diventata da una decina d’anni l’isola caraibica per gli Stati Uniti. In ogni caso, gli ideali e gli scopi della famiglia Bates non appaiono per nulla simili a quelli di Fidel Castro e compagni. Per i colpi d’arma da fuoco esplosi contro la nave militare, Michael Bates, figlio del Principe Roy, fu rinviato a giudizio da un tribunale britannico. Dopo un breve dibattimento la corte decise di non dover procedere, considerato che i fatti erano avvenuti al di fuori della zona dove la Gran Bretagna esercita la propria sovranità. Questa sentenza è considerata dal Principato di Sealand come il proprio riconoscimento da parte della Gran Bretagna. In realtà la corte considera Sealand un natante affondato in mare aperto, e la giurisprudenza marittima assegna la proprietà di un relitto a coloro che ne entrano in possesso per primi.

Monete del Principato

Colpo di stato, seconda guerra di Sealand e crisi degli ostaggi

Dopo circa dieci anni di pace, mentre gli affari del Principato prosperavano, oltre alla famiglia Bates altre persone si stabilirono nella piattaforma. Nel 1974 arrivarono anche una costituzione, la bandiera, l’inno nazionale e il motto “E Mare Libertas” (Dal mare libertà). Quattro anni più tardi, mentre il Principe Roy era assente, il Primo ministro Alexander Achenbach mise in atto un colpo di Stato prendendo in ostaggio l’erede al trono Michail. A dare manforte al golpista di origine tedesca furono anche alcuni cittadini dei Paesi Bassi con cui Achenbach era in accordo per un’ipotesi di sviluppo turistico di Sealand che prevedeva l’ipotesi di realizzare un albergo di lusso e un casinò. Successivamente Achenbach espulse il giovane Bates abbandonandolo su una spiaggia olandese e si proclamò reggente di Sealand. Dopo un attimo di indecisione e la scelta di non chiedere alcun supporto alla Gran Bretagna, i due Bates assoldarono dei mercenari e assaltarono Sealand con un elicottero da combattimento. La breve guerra vide la vittoria dei fondatori dello stato e l’arresto di Achenbach e dei suoi sostenitori. Alla conclusione del conflitto tutti i prigionieri vennero espulsi tranne l’ex primo ministro, che fu processato e condannato all’ergastolo per alto tradimento. Achenbach fu imprigionato in una cella ricavata all’interno del piccolo principato. Dopo alcune settimane senza alcuna notizia, i familiari di Achenbach si rivolsero alle autorità della Germania federale che a loro volta contattarono i britannici. Questi vennero a sapere da Bates dove si trovava il cittadino tedesco, ma in base alla decisione presa dal tribunale nel 1968 le autorità di Londra si dichiararono estranee alla vicenda. Le autorità diplomatiche tedesco-occidentali furono così costrette ad aprire un confronto direttamente con Sealand. Dopo alcune settimane di trattative e una visita “ufficiale” di una delegazione tedesca al Principato, venne disposta la liberazione di Alexander Achenbach. Naturalmente Sealand sbandiera questo risultato come un ulteriore riconoscimento della propria sovranità.

Riproduzione dello stemma del Principato di Sealand

I due governi e la crisi dei passaporti

Achenbach continuò dalla Germania a proclamarsi legittimo rappresentante di Sealand. Dopo le sue dimissioni per ragioni di salute la titolarità del governo passò a Johannes Seiger, già Ministro per la cooperazione economica dell’esecutivo in esilio. Sia il governo di Bates che quello in Germania continuarono ad emettere passaporti. Si racconta di oltre 150.000 documenti “venduti” a chiunque lo richiedesse. La goliardia della vicenda trovò una brusca interruzione quando in ripetute situazioni vennero trovati i passaporti di Sealand in tasca a presunte spie, terroristi, grossi corrieri della droga e addirittura anche al killer del delitto di Gianni Versace. L’assassino Andrew Phillip Cunanan e Torsten Reineck, il padrone di casa dove l’omicida a sua volta si suicidò, erano infatti in possesso di documenti del Principato. Reineck, tedesco di origine, era addirittura console onorario a Miami. Proprio il caso Versace costrinse il Principe Roy a sospendere l’emissione di nuovi passaporti e ad annullare tutti quelli già distribuiti in passato. Allo stesso tempo chiuse gran parte dei consolati di Sealand sparsi per il mondo e di fatto costrinse anche il governo in esilio a fare altrettanto, mettendo fine ad uno dei principali business di entrambi i governi. Un altro elemento di novità fu la modifica delle norme internazionali che definiscono le acque internazionali. Il passaggio nel 1987 dalle sei alle dodici miglia marine vide Sealand tornare all’interno delle acque britanniche, cosa che tuttavia fino ad oggi non ha creato alcun problema al piccolo presunto Stato.

Futuro tra internet, commercio e Brexit

La squadra di calcio di Sealand con la famiglia Bates

Il XXI secolo, a causa della lunga malattia del Principe Roy, ha visto il figlio Michael assumere dapprima le funzioni di reggente e poi diventare sovrano alla morte del padre, scomparso all’età di 91 anni nel 2012. Avendo rinunciato alla vendita di passaporti, Sealand continua ad incrementare il proprio mercato numismatico e filatelico, senza tralasciare il rilascio di titoli nobiliari e le visite alla piattaforma. Le attenzioni di Michael Bates si concentrano inoltre sul mondo di internet e sulla possibilità di ospitare siti web considerati non legali in altri paesi. Non mancano poi gli impegni da conferenziere in giro per il mondo e la vendita di libri sull’avventurosa storia della sua famiglia. Nel 2006 un incendio danneggia seriamente la struttura che ospita Sealand, al punto che il reggente mette in vendita il Principato per 750 milioni di euro. Nonostante più realtà del mondo dell’informatica si interessino, nessuno si offre di comprare i possedimenti di Sealand, che nel frattempo supera la crisi economica continuando le attività per collezionisti, incrementando il turismo e spostando in rete la vendita dei titoli nobiliari. Non mancano le apparizioni di compagini sportive simpatizzanti di Sealand o singoli atleti che compiono imprese portandosi dietro la bandiera della piattaforma, che arriva nel 2013 a sventolare in vetta all’Everest. Da registrare, nel 2014, una partita di calcio tra le nazionali del presunto Principato di Seborga, in Liguria, e quella di Sealand, terminata 3-2 per i quasi-britannici.

L’attuale principe Michael Bates

Una nuova grande opportunità di sviluppo di Sealand è legata alla recente Brexit della Gran Bretagna. Numerosi cittadini contrari all’uscita dall’Unione Europea hanno inoltrato alle autorità del Principato richiesta di cittadinanza. Al momento sono 27 i residenti nell’ex avamposto militare e la famiglia Bates ha già annunciato l’idea di allargare l’isola per ospitare tutti i nuovi cittadini intenzionati a lasciare la principale isola britannica. Tornando al paragone con l’Isola delle Rose, è lecito porsi una domanda: se il tifernate Pietro Bernardini avesse sparato, anche solo simbolicamente, sulle forze dell’ordine italiane che stavano occupando la piattaforma ideata da Giorgio Rosa, i tribunali italiani avrebbero avuto un orientamento giudiziario simile a quelli inglesi del 1968? Se la risposta fosse positiva, forse avremmo ancora oggi l’isola a largo delle coste romagnole; se invece fosse stata negativa, Bernardini avrebbe avuto qualche problema con la giustizia, cosa che la famiglia Bates è riuscita ad evitare.

Tutte le immagini sono in pubblico dominio tranne quella di copertina, di Ryan Lackey (licenza Creative Commons BY 2.0).

Tags: Isola delle RosemicronazioniOltre il TevereSealand
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