Le opere della Bottega Tifernate fanno il giro del mondo, dalla tv a papa Francesco

Il laboratorio di Città di Castello, di proprietà della famiglia Lazzari, è specializzato nella riproduzione di grandi capolavori dell’arte. Fra i clienti musei internazionali, produzioni televisive e Vaticano

A Città di Castello, in località Cerbara, è possibile visitare il laboratorio  “Bottega Tifernate” specializzato nella riproduzione fedele di grandi capolavori dell’arte, in particolar modo Rinascimentale. I fratelli Stefano e Francesca Lazzari, insieme al padre Romolo, hanno dato vita a questa realtà nel cuore dell’Altotevere, uniti dalla passione comune per la bellezza, l’arte e l’artigianalità. Da sempre, la loro mission è ricreare opere d’arte che sappiano emozionare come gli originali, attraverso un lavoro rigoroso e l’impiego di metodi e tecniche messe a punto in oltre 30 anni di ricerca. La lavorazione è eseguita completamente a mano e si avvale, per una minima parte, dell’aiuto della tecnologia per ricreare alla perfezione colori e forme dell’opera originale. Abbiamo visitato il laboratorio accompagnati da Stefano Lazzari che ci ha raccontato la storia di “Bottega Tifernate”, dalla sua fondazione ai grandi lavori su commissione. 

Quando avete deciso di dar vita al laboratorio di Bottega Tifernate? Da dove nasce l’idea?

L’idea nasce nel 1990 dalla passione per l’arte. Volevamo ricreare un’opera identica all’originale non solo nell’estetica, ma anche nella costruzione del supporto e nella realizzazione stessa. L’idea si è rivelata da subito complicata perché volevamo una tecnica specifica che riuscisse a depositare il colore del dipinto originale sul supporto. Abbiamo cominciato a studiare la tecnologia del tempo, anche se negli anni ’90 non esistevano i macchinari che abbiamo oggi; in contemporanea, ci siamo messi a studiare le tecniche di lavorazione del 1400 e, soprattutto, le varie procedure impiegate dai maestri di bottega. 

Quanto tempo avete impiegato per mettere a punto le diverse tecniche? 

Ci sono voluti 10 anni per arrivare a fare il primo affresco su calce spenta e sabbia degno di farsi chiamare tale e altri due anni per portarlo in piccola produzione. La costruzione del singolo pezzo dipende da tante variabili, per esempio la temperatura atmosferica. Ancora oggi lavoriamo molto grazie alla nostra pratica, non tanto grazie alla tecnologia. Abbiamo unito la tecnologia ideata da noi a supporti e materiali compatibili con il 1400, cercando di costruire un pezzo che sia conciliabile nei minimi dettagli con le opere di quel periodo storico-artistico. 

Avete brevettato una tecnica particolare, la pictografia. Di cosa si tratta? 

Questa tecnica nasce dopo dieci anni di studi e ricerche. Si tratta di una riproduzione meccanica fatta con materiali e tecniche in uso nel Rinascimento. Tecnicamente è una stampa, ma non amo definirla tale perché è molto di più. Ci permette di trasferire da una parte ad un’altra il colore originale, l’estetica del quadro è perfetta e riusciamo a raggiungerla  seguendo tecniche in uso nelle botteghe d’arte del passato. Otteniamo, così,  nel dettaglio la perfezione di un quadro originale del 1400.

Quali sono le diverse fasi che portano alla realizzazione delle vostre opere? 

Studiamo l’opera originale, la fotografiamo prendendo i riferimento dei colori e delle pennellate. Studiamo l’autore, il supporto utilizzato e anche il materiale cercando di avere più informazioni possibili. Dalla fotografia si passa alla riproduzione pictografica e, successivamente, si fa lavoro di pittura o ritocco seguendo le orme dell’originale. Se seguiamo questa catena in maniera scientifica non si vede la differenza, riusciamo ad arrivare al minimo particolare. Facciamo questo lavoro quando ci contatta un privato o un museo che pone l’originale in un caveau e preferisce esporre una copia che, però, non deve sembrare una copia. Abbiamo lavorato ad un’opera per il Santo Padre, la Vocazione di San Matteo del Caravaggio: siamo stati tre mesi e mezzo a contatto con l’originale, abbiamo eseguito la pittura proprio nella cappella Contarelli attraverso l’impiego di nostre luci speciali a led che richiamano la luce del giorno e i colori sono venuti perfetti. 

Fra i vostri clienti, oltre ai privati e al Vaticano ci sono importanti musei nazionali ed internazionali. Quali sono le richieste principali? 

Con i musei lavoriamo in due modi: con i bookshop, una via sicuramente più commerciale, per i quali produciamo gadget di alto livello per i turisti, con un costo sicuramente importante rispetto a quello che è lo standard. Musei come il Louvre, il British museum e  il Metropolitan hanno boutique al loro interno e vendono molto bene i nostri pezzi che riproducono i capolavori che custodiscono al loro interno. Allo stesso modo, però, possono richiederci opere che vanno a sostituire gli originali, spesso in restauro. Quel tipo di lavoro per noi è il massimo, ricreiamo il dipinto con  pigmenti naturali. Abbiamo anche clienti privati: il Santo Padre, per esempio, ha voluto fortemente la copia della Vocazione di San Matteo e dal Vaticano hanno richiesto il nostro contributo sapendo che ci occupavamo di questo. Il progetto che abbiamo presentato è piaciuto moltissimo, abbiamo lavorato con il massimo della nostra conoscenza aiutati dal fatto che eravamo in presenza dell’opera originale. Successivamente, è venuta anche un’altra richiesta, la Crocifissione bianca di Chagall che il Santo Padre ha sistemato in camera da letto.

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Avete realizzato opere per serie e fiction andate in onda su Sky e Rai 1: qual è la sensazione nel vedere i vostri lavori protagonisti in televisione?

È il raggiungimento di un sogno, il traguardo di un’esperienza fatta di sacrifici. Lavorare per la tv o il cinema è molto bello perché ci da grande visibilità, ma anche molto difficile perché loro vogliono la combinazione perfetta di qualità, leggerezza e praticità. Vanno trovati materiali innovativi, leggeri e per questo molto costosi, non è sempre facile trovare la giusta soluzione, ma abbiamo un bel team di lavoro e ci avvaliamo anche dell’aiuto di validi partner che ci permettono di raggiungere l’eccellenza e nei nostri lavori. Per la serie sugli artisti di Sky, Raffaello, Michelangelo e Leonardo, abbiamo avuto la consulenza di persone che hanno lavorato al restauro delle opere, studiosi esperti di questi autori. Ci hanno insegnato tanti segreti e tante cose che ci portiamo dietro. 

Qual è stata l’opera più complicata da realizzare e quella che vi ha dato più soddisfazioni

Il lavoro più complesso è stato la Porziuncola. Nel 2008 abbiamo lavorato con un team di 14 persone per un anno e mezzo a Santa Maria degli Angeli davanti all’originale per ricreare perfettamente l’effetto di quest’opera frutto del lavoro di diversi artisti. E’ stato un lavoro enorme, 150 metri quadrati, un lavoro pazzesco, ma bellissimo e molto apprezzato. Il lavoro più soddisfacente a livello morale è stato sicuramente lavorare al Caravaggio per il Santo Padre, incontrarlo è stato il coronamento di tanti sacrifici. Per i principi Doria Pamphilij, invece, stiamo riproducendo i pezzi più importanti della loro collezione che mandano in giro per il mondo. Possiamo certificare i nostri quadri, abbiamo l’abilitazione dal Ministero per poterli trasferire in giro per il mondo.  

Quante persone lavorano in Bottega Tifernate? 

Abbiamo cinque persone fisse, più numerosi collaboratori. Abbiamo portato a termine da poco un lavoro a piazza di Spagna, il restauro di un grande dipinto in un ristorante molto importante e per lavorare lì ho chiesto aiuto a due collaboratrici di Roma. Ho diversi collaboratori in Italia e all’estero, l’azienda in totale muove all’incirca una ventina di maestranze. Abbiamo scelto e voluto che l’attività rimanesse piccola, puntiamo più al lavoro di eccellenza che alla quantità. Deve essere un laboratorio artistico. Abbiamo tante cose in ballo per il futuro e di questo siamo molto contenti. 

Cosa sognate per il futuro? 

La nostra maggiore ambizione è arrivare a definire bene questa nostra attività di recupero della memoria, ci piacerebbe rifare per intero la Cappella Sistina, già una volta è stata rifatta con delle stampe a Città del Messico. Sarebbe bello riproporre una Cappella Sistina “stabile” da qualche parte del mondo, come già fatto per la Porziuncola, dove la gente può andare e vederla. Questa è l’idea più interessante che abbiamo. Come prospettiva futura, sicuramente vogliamo chiudere il cerchio sulla tecnica, ci manca ancora tanto: per questo, continueremo la nostra ricerca per migliorarci sempre di più.

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