Rosso Fiorentino e Raffaellino del Colle: il punto sui restauri delle opere

Nell’ultimo Consiglio comunale di Sansepolcro l’assessore Marconcini ha fornito aggiornamenti sulle operazioni di recupero dei due dipinti

A sinistra: la Deposizione del Rosso Fiorentino - A destra: l'Assunzione e Incoronazione della Vergine di Raffaellino del Colle

Tra i principali temi affrontati nel corso del Consiglio comunale di Sansepolcro dello scorso 25 gennaio vi è anche la gestione del patrimonio culturale nella città di Piero. La questione è stata sollevata dal gruppo Pd-InComune con un’interpellanza presentata dalla consigliera Chiara Andreini dove, tra le varie, si interrogava l’amministrazione sullo stato dell’arte delle operazioni di restauro che stanno interessando due importanti opere, ossia la Deposizione del Rosso Fiorentino e l’Assunzione e Incoronazione della Vergine di Raffaellino del Colle. L’assessore alla cultura Gabriele Marconcini ha fornito una serie di aggiornamenti sul recupero dei due dipinti.

“Riguardo alla Deposizione del Rosso Fiorentino, appartenente alla Curia, abbiamo sempre interloquito con la proprietà che ci ha fornito dei periodici aggiornamenti sullo stato dell’arte dei lavori. L’opera è molto vulnerabile, ci dicono, poiché vi sarebbe un problema che riguarda in particolare il supporto ligneo della tavola. Opera dalla struttura complessa, essendo composta da più assi. Tra uno e l’altro ci sono questi spazi che devono trovare una definitiva stabilità perché altrimenti il pigmento cromatico potrebbe distaccarsi. Credo che si debba lottare tutti per farla tornare quanto prima in città, ma appena tornerà l’opera a San Lorenzo dovrà essere necessariamente in uno stato di totale sicurezza. Mi fido di chi sta eseguendo questo restauro. Abbiamo aggiornamenti che risalgono a pochi mesi fa. Una lunga partita ma non possiamo neanche forzare i tempi.”

Riguardo all’Assunzione e Incoronazione della Vergine, “Qui tocchiamo uno dei tasti più dolorosi. Una pesante eredità del passato, al nostro insediamento abbiamo trovato una situazione che dalla Soprintendenza è stata definita complessa e problematica. L’ultimo restauro, a detta degli studiosi ed esperti, ha comportato un’alterazione dell’opera. Ricordo che il restauro fu sospeso ufficialmente dalla Soprintendenza il 26 gennaio 2015; l’Istituzione Biblioteca e Museo chiese la ripresa dei lavori il successivo 3 settembre, ripresa che fu negata in data 31 marzo 2016 sottolineando tra l’altro che “le operazioni sin qui eseguite si siano spinte ben oltre i presupposti enunciati nella pratica di autorizzazione dei lavori, adottando un principio di “ripristino”. Le attività di restauro potranno essere riprese sulla base di un nuovo progetto, che dovrà essere sottoposto all’attenzione di questo Ufficio”. Da quel periodo in poi l’opera è rimasta nella sala Raffaellino del Colle del Museo, poi dal 16 febbraio 2018 è stata trasferita ad Arezzo perché abbiamo trovato un modo per intervenire con la seconda fase del restauro. L’opera adesso è lì e saranno effettuate nuove indagini per capire come procedere. Abbiamo un budget per applicare il nuovo restauro e auspichiamo un ritorno del dipinto entro l’autunno. Per lo spostamento ad Arezzo ci siamo avvalsi della competenza della dottoressa Paola Refice, poi siamo stati seguiti dalla dottoressa Rotondo e dal dottor Muzzi.”

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