Senzabriglie, la maschera del Borgo

In assenza di festeggiamenti, Donatella Zanchi rende omaggio al Carnevale di Sansepolcro raccontando la storia del personaggio da lei ideato e interpretato da Giuliana Del Barna

"Senzabriglie" (Giuliana Del Barna) e i suoi assistenti. Foto di Riccardo Lorenzi

Il cittadino del Borgo, orgogliosamente toscano, dotato di senso dell’umorismo, sempre pronto allo scherzo, con la lingua tagliente e la mente arguta, ha esercitato con passione ogni mestiere. Si è dedicato con successo alla coltivazione dei campi, è stato grande artista e poliedrico artigiano, ha realizzato opere di notevole bellezza che, ancor oggi, arricchiscono il patrimonio artistico della città.

In mille occasioni, anche nei periodi di miseria più nera, ha dimostrato di essere dignitoso e di avere il coraggio di risollevarsi con le proprie forze guardando avanti come suggerisce l’emblematico Risorto di Piero.

E’ stato e lo è ancora, molto critico verso tutto ciò che non apprezza e sostiene le proprie idee con passione, vivacità e libertà di linguaggio e non c’è niente che lo possa tenere a freno perché …è veramente Senzabriglie!

Simbologie della maschera “Contadino da una parte e dall’altra figlio d’arte”

Costume della mascheraSignificato
Pantaloni un po’ sfuggiti e corpetto di stoffa verde a pallini neri Verde come la nostra campagna. I pallini sono tutti i Borghesi.
Giacchetta bicolore di lana cotta. Parte sopra nera – sotto bianca. Parte superiore profilata di passamaneria dorataColori dello stemma della città. L’oro rappresenta la nobiltà della città. (nel 1520 divenne sede vescovile)
Cappello:  feltro nero profilato di rosso. Rossi anche i bottoni, i lacci  delle scarpe le calze e il fazzoletto al colloIl rosso è allegria, passione, amore, vivacità di temperamento.
Risvolto manica sinistraSignificato
Bordo con:  gusci di noce, cipolla, fiore di guado, spiga di granoVal Nocea (denominazione del territorio). Coltivazioni tipiche che hanno portato guadagno alla città in varie epoche.
foglia di quercia con ghiandePianta molto diffusa e cibo in tempi di carestia (‘600 e ‘700…in vari periodi non continuativi).
Tralci di ederaForte attaccamento alla città.
Risvolto manica destraSignificato
Bordo con fregio rinascimentale in fondo oroFregio usato per intagli in legno per realizzazioni in ferro battuto per ornamenti pittorici per fregi elaborati dagli orafi per motivi riportati in panno tessuto.
foglia di quercia con ghiandePianta molto diffusa e cibo in tempi di carestia (‘600 e ‘700…in vari periodi non continuativi).
Il fregio utilizzato è sullo stile usato al tempo  di Piero.
Bastoncino cilindricoSignificato
con composizione di pasta di piccolo formato e spaghetto attorcigliatoOmaggio alla grande industria Buitoni
Ferma fazzoletto da colloSignificato
cerchietto da cui pende un sigaroOmaggio ai Magazzini del Tabacco di Stato soppressi e ai laboratori privati ancora esistenti

Ogni anno, in occasione del Carnevale al Borgo, Senzabriglie è il brillante e coinvolgente capofila del gran Corteo mascherato che si snoda festoso per le vie della città, alla presenza di migliaia di spettatori.

Giuliana Del Barna nei panni di “Senzabriglie”

Il profilo del cittadino del Borgo, così come io l’ho descritto, è frutto di un’ampia conoscenza di persone con cui ho interagito nel corso degli anni. Per delineare la personalità di chi ci ha preceduto ho consultato alcuni testi che ritengo attendibili. Il carattere del cittadino del Borgo, nel trascorrere dei secoli si è un po’ ammorbidito, anche se rimane, sostanzialmente, un “Senzabriglie”, libero nel pensiero e nel linguaggio, molto creativo e talvolta geniale.

Note storiche tratte da Ercole Agnoletti “Le Memorie di Sansepolcro” e Angelo Tafi “Immagine di Sansepolcro”.

I Borghesi, fin dai tempi più remoti, hanno mostrato di avere un carattere forte, poco incline alla sottomissione. Raccontano gli storici che, nel 1027, il popolo del Borgo fece sentire, con toni poco garbati, la sua voce chiedendo ai Signori XXIV (Ventiquattro) di essere messi al corrente sulle delibere prime che queste venissero approvate. Un popolo amante della libertà, dell’indipendenza, che non si è mai arreso di fronte all’arroganza delle autorità civili e religiose e che si è sempre risollevato dopo aver subito gli ineluttabili flagelli della natura. Il Borghese si è sempre sentito un po’ speciale, forse perché abitante di una città fondata sulle reliquie del Santo Sepolcro o perché, da sempre, ha avuto consapevolezza delle sue facoltà creative.

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