La Toscana resta arancione un’altra settimana

Confermate le previsioni delle ultime ore: la nostra regione ancora nella fascia di rischio alto in compagnia di Campania, Valle d'Aosta, Abruzzo e provincia di Bolzano. Ancora nessun commento da Giani

[Aggiornamento delle ore 20]: la Toscana resta in zona arancione, come Campania, Valle d’Aosta e provincia di Bolzano. Nella stessa fascia entra l’Abruzzo, ultima regione ad uscire dall’area rossa. Diventano gialle Lombardia, Piemonte, Basilicata e Calabria. Ancora nessun commento dal presidente Eugenio Giani.

Per la Toscana rischia di slittare il ritorno in zona gialla [articolo delle ore 14]

Si saprà oggi se il provvedimento scatterà domenica o se si dovrà attendere. Ancora fuori norma l’indicatore dei posti occupati in terapia intensiva. Dovrebbe saltare il divieto di uscita dai comuni a Natale e Capodanno.

La permanenza della Toscana in zona arancione, scattata domenica scorsa, rischia di protrarsi di un’altra settimana. Se molti dei parametri considerati per l’inserimento delle regioni nelle varie fasce sono da tempo tornati sotto controllo, resta fuori norma quello della percentuale di posti occupati in terapia intensiva, ancora sopra la soglia di sicurezza. Anche per questo motivo potrebbero non verificarsi gli auspici del presidente della giunta regionale Giani, che aveva ipotizzato una rapida transizione verso la zona gialla. Posto che le decisioni in merito vengono di regola prese il venerdì per diventare operative alla mezzanotte tra il sabato e la domenica, qualora slittasse la data del 13 dicembre, la fascia gialla potrebbe concretizzarsi domenica 20. A quel punto tornerebbero ad aprire bar e ristoranti fino alle 18 e si potrebbero varcare i confini comunali e anche quelli regionali. Questi ultimi si richiuderebbero però dopo solo un giorno, visto che lunedì 21 scattano le nuove disposizioni valide in tutto il territorio nazionale per il periodo delle festività. A questo proposito, sembra destinato a saltare il divieto di uscita dai comuni nei giorni 25 e 26 dicembre e 1° gennaio: il tema è in discussione, e la soluzione più plausibile sembra quella di estendere il limite alle province.

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