Una visita all’Istituto Alberghiero di Caprese Michelangelo

La scuola ci ha aperto le porte, permettendoci di conoscere meglio una delle realtà d’eccellenza del panorama didattico valtiberino

Laura Cascianini, dirigente dell’Istituto Omnicomprensivo Statale “Fanfani-Camaiti”, lo staff della scuola e gli studenti ci hanno accompagnato in un giro del Professionale Alberghiero di Caprese Michelangelo, così da mostrarci da vicino una delle realtà più peculiari all’interno del sistema scolastico della Valtiberina.

L’Alberghiero funge infatti anche da convitto, ospitando quaranta ragazze che frequentano l’istituto. “La nostra è una piccola città”, racconta la preside. “Prima erano in ottanta, tutte al convitto di Pieve, ma poi abbiamo deciso di ridistribuirle in camere singole o doppie, perché avevamo stanze occupate da quattro o cinque studentesse. Ci tenevamo che potessero avere più spazio”, racconta Cascianini.

La dirigente Laura Cascianini (a destra) e la docente Beatrice Loddi

Lasciato il piano terra, che comprende anche un’aula magna, una hall e il refettorio, e scendendo al piano inferiore, si trovano le aule: “Abbiamo investito molto anche negli arredi”, spiega la dirigente. “Tutte le classi sono munite di pannelli fonoassorbenti che possono dividere la stanza in due quando magari ci sono due docenti che si occupano di due gruppi diversi. Abbiamo digital board interattive e sedie di ultima generazione su cui è davvero un piacere sedersi”.

Avere a disposizione locali estremamente ampi ha aiutato enormemente la scuola in periodo di Covid: “Non abbiamo mai chiuso e abbiamo subito permesso agli studenti di andare e tornare dalle aule seguendo due percorsi diversi. Abbiamo usato la DAD soltanto nelle prime due settimane di pandemia, che comunque i ragazzi facevano dalle loro stanze, e finora di classi in quarantena ne abbiamo avute soltanto tre in due anni”.

Mentre scendiamo ancora, verso il piano dei laboratori, la preside ci parla del progetto ‘Caffè di Michelangelo’: “È una sfida che abbiamo intrapreso ed è diventato un nostro fiore all’occhiello. Avevamo sempre difficoltà a reperire tutte le materie prime che i ragazzi hanno bisogno di lavorare. Così per non gravare troppo sulle famiglie abbiamo riorganizzato il nostro budget e chiesto ai ragazzi di occuparsi loro degli intervalli. Sono loro che allestiscono e sicuramente più bello farsi fare un caffè da un compagno piuttosto che prenderlo alle macchinette. È un progetto che portiamo avanti assieme alla Asl, sempre nell’ottica di promuovere i prodotti di qualità. Alle patatine preferiamo un bel pezzo di crostata fatto dai ragazzi”.

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Il docente di Cucina Antonio Gagliardi ci ha illustrato la filosofia della scuola per quanto riguarda i laboratori: “Il nostro cavallo di battaglia è non rendere gli studenti dei semplici osservatori. Quando entrano in laboratorio, tutti questi tavoli sono allestiti per loro. Mentre il professore illustra, i ragazzi sperimentano. Questa è una cosa che si trova in pochi istituti alberghieri.”

“Io mantengo un primato: non sono mai riuscita a magiare la stessa cosa due volte, qui dentro”, aggiunge Laura Cascianini. “Per noi ogni volta è un’occasione di crescita e ottenuto un determinato risultato vogliamo sperimentare qualcos’altro. Questo ci porta a delle creazioni ogni volta nuove. “Simuliamo la vita della ristorazione. Stessa cosa che gli studenti di Ricevimento fanno al computer, simulando prenotazioni e pacchetti alberghieri, e anche i ragazzi di Sala, avendo modo di sperimentare l’esperienza lavorativa”.

Oltre all’Alberghiero, l’istituto “Fanfani-Camaiti” comprende anche il Professionale Forestale e il Tecnico Agrario di Pieve Santo Stefano, e la direzione incentiva il più possibile la collaborazione fra le tre scuole. “Qui abbiamo una serra riscaldata, compresa in un progetto che abbiamo fatto con Aboca, dove teniamo le piante officinali”, racconta Cascianini. “Sono i ragazzi del Tecnico Agrario che preparano le piantine e le portano quassù. Da Pieve ci mandano anche il grano verna, con cui riforniamo anche Menchetti e il Forno Strivieri di Sansepolcro, mentre ad Aboca forniamo il tiglio e il biancospino”.

Negli anni, l’istituto ha saputo aprire i propri orizzonti, dimostrando il proprio valore anche in importanti manifestazioni: “La vincitrice del concorso nazionale Aibes 2018 è stata una nostra studentessa e nello scorso ottobre in un altro concorso nazionale, indetto da Ricola, una nostra alunna ha vinto il premio per miglior tecnica”, racconta Beatrice Loddi, professoressa di Sala. “Per noi, in questa realtà un po’ distante da tutto, la cosa più bella di poter partecipare a questi eventi è il potersi confrontare con gli altri. A volte non riceviamo il riconoscimento da parte del nostro territorio, poi andiamo a confrontarci con scuole storiche con migliaia di studenti e vinciamo noi. Ci sentiamo un po’ una piccola nicchia di qualità”.

Durante la nostra visita, avvenuta in un giorno di pausa dalle attività didattiche, sono stati molti i ragazzi che, insieme alle loro famiglie, si sono presentati da tutta la provincia di Arezzo e anche oltre per toccare con mano le qualità dell’Alberghiero e del convitto prima di decidere se intraprendere lì il proprio percorso di studi. Segno di come l’Istituto “Fanfani-Camaiti” sia diventato un punto di riferimento nel suo campo, che contribuisce alla valorizzazione del territorio valtiberino.

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