Alla scoperta di Citerna, l’incantevole borgo umbro fra i più belli d’Italia

Accompagnati dall’assessore alla cultura Anna Conti, abbiamo visitato i luoghi più suggestivi del centro storico

Il piccolo centro di Citerna, immerso fra le colline verdi dell’Alta Valle del Tevere, è considerato uno fra i borghi più belli d’Italia e, visitandolo, non si fatica a crederlo. Ha una storia millenaria e le sue origini sono antichissime. Ogni angolo nasconde un piccolo tesoro di un’epoca ormai passata, che ha saputo imprimere sul territorio le proprie caratteristiche e peculiarità. Durante la nostra visita, accompagnati dall’assessore alla cultura Anna Conti, abbiamo avuto il piacere di ascoltare direttamente dal sindaco Enea Paladino gli avvenimenti storici più salienti che hanno fatto di Citerna, nel tempo, un piccolo borgo ricchissimo dal punto di vista artistico e culturale.

La storia di Citerna

Il primo cittadino Enea Paladino ci racconta che “Citerna ha origine antichissime, tanto che i primi insediamenti risalgono agli etruschi. Il medioevo rappresentò sicuramente il suo periodo di massima espansione: divenne presidio longobardo e, data la sua posizione strategica fra il versante umbro e toscano, nel corso della storia ha avuto tantissimi domini. Nel XII secolo, durante il dominio dei Tarlati, Citerna vantò addirittura due castelli, uno sulla rocca principale e uno a San Giacomo. Nel periodo rinascimentale, il controllo passò alla famiglia Vitelli che governò fino alle metà del ‘600, quando scoppiò la “guerra Barberina” detta anche “guerra di Castro” che vide schierati Granducato di Toscana e Stato Pontificio. Citerna riuscì a resistere all’assedio, durato 8 mesi, e il 26 luglio fu decretata la vittoria sul Granducato di Toscana. I documenti attestano che, ben due secoli dopo, Garibaldi passò proprio a Citerna scappando dai fatti che stavano interessando la Repubblica romana. Con lui, presente anche Anita che, malata, fu accolta della popolazione con grande premura. Nei secoli successivi accaddero fatti importanti: un forte tifone, un terremoto nel 1917 e le guerre mondiali, ma Citerna ha saputo ben resistere nel tempo, tanto che gli edifici presenti sono tutti originali”

I passaggi di San Francesco a Citerna

La presenza del santo nel territorio è documentata da fonti autorevoli e attestata per ben due volte, nel 1212 e nel 1224. Qui, il poverello di Assisi compì due miracoli: quello delle formiche in località Montesanto e quello della donna suonatrice di cembalo. L’impronta lasciata dal santo è stata di notevole importanza, data la presenza di tre conventi e due monasteri che attestano il suo forte legame con la cittadinanza. Oggi Citerna è meta di numerosi pellegrini che, da tutto il mondo, percorrono il cammino di Francesco, magnifico percorso naturalistico. La sua posizione fra monte Verna e monte Subasio, entrambi cari al santo, pone il borgo al centro di un passaggio magico e spirituale, dove la natura si unisce al celestiale.

La rocca longobarda 

Costruita nel VII secolo durante il periodo longobardo e, successivamente, ricostruita nel XIV secolo, la rocca era anticamente sovrastata da una torre, bombardata durante la seconda guerra mondiale dall’esercito tedesco. A livello architettonico, si può notare la differenza di stile fra le mura malatestiane, oblique, e quelle medievali, totalmente verticali. Dalla sommità più alta ed esposta della rocca si domina l’intera vallata, affacciandosi da un lato sul territorio umbro, dall’altro su quello toscano. Dalla terrazza, guardando verso l’orizzonte, si notano le linee perfette del monte Verna e del monte Fumaiolo, sorgente del fiume Tevere. Accanto alla rocca, fino al terremoto del 1917, era situata la pieve di San Michele Arcangelo, patrono del paese.Il torrione circolare si trova sul lato occidentale della cinta muraria: è in fase di ristrutturazione e l’amministrazione sta pensando ad un adeguamento degli spazi interni per poter ospitare circoli culturali o musicali.

Il palazzo comunale e la sala degli “Ammassi”

Il municipio di Citerna si trova all’interno dell’antico convento francescano. Al di sotto, è possibile visitare la sala degli Ammassi, ex sotterranei in cui era presente la più grande cisterna del borgo utilizzata per raccogliere acqua piovana che, con un sistema di depurazione costituito da tre vasche di filtraggio inventato dai frati, veniva trasformata in acqua potabile. L’assessore Conti ci dice che “in questa sala organizziamo spesso mostre, soprattutto pittoriche e fotografiche, perché è uno spazio che ben si presta a questa tipologia di eventi. Organizziamo anche concerti acustici, tanto che lo scorso anno avevo pensato di promuovere una serie di eventi dedicati alla musica intesa come strumenti da collezione, ma purtroppo a causa della pandemia non si sono potuti svolgere”

La chiesa-museo di San Francesco

La chiesa di San Francesco è stata edificata sulle fondamenta di un preesistente edificio di culto datato 1400. La facciata esterna, in mattoncini rossi, presenta i segni delle modifiche avvenute nel corso dei secoli, tanto che è ancora visibile la sagoma di un rosone posto al di sopra del portone cinquecentesco. Internamente,la chiesa si sviluppa in un’unica navata secondo una pianta a croce latina. Qui sono conservate opere pittoriche commissionate per la maggior parte dalla famiglia Vitelli. Fra le più preziose, dipinti di Simone Ciburri, Raffaellino del Colle, Pomarancio e dei meravigliosi angeli affrescati da Luca Signorelli. In uno degli altari della chiesa si trova un prezioso considerato miracoloso, il crocefisso ligneo datato fine 1200, inizio 1300. La storia narra che questo si trovasse dimenticato nella soffitta di un convento: un frate, durante l’inverno, decise di prenderlo per farne legna da ardere. Stava per gettarlo nel fuoco, quando all’improvviso il Cristo fermò la mano del frate. Da quel momento, il crocefisso fu oggetto di venerazione da parte dei fedeli. In una sala all’interno della chiesa è custodita la meravigliosa Madonna di Donatello, opera di straordinaria bellezza datata 1415-1420. I molteplici interventi pittorici avvenuti nel corso dei secoli hanno compromesso per molto tempo la leggibilità dell’opera, fino a quando il restauro eseguito presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze ha portato alla rimozione di tre strati pittorici sopra la dipintura originale arrivando, finalmente, alla scoperta dello stato originale della statua.

Eventi: il premio nazionale di pittura “FighilleArte”

L’assessore Conti ci parla di un’importante evento a livello nazionale, il premio di pittura “FighilleArte”: “è una mostra di arte e pittura unica nel suo genere che si svolge ogni anno la prima settimana di ottobre. FighilleArte ospita 150 pittori provenienti da tutta Italia che, inquel fine settimana, si ritrovano a dipingere meravigliosi scorci e panorami del nostro bellissimo comune. Il premio si articola in due sezioni distinte, una per opere da studio e una per opere extempore, realizzate dagli artisti direttamente nel territorio comunale durante le giornate di mostra. Per noi, questo è diventato un appuntamento fisso e come amministrazione cerchiamo di dare maggiore risonanza a questo evento, conosciuto ancora poco nelle nostre zone, anche perché rappresenta un indotto importante a livello economico. Speriamo di poter tornare presto ad accogliere gli artisti nel nostro bel territorio. Mi piace anche ricordare che, in località Pistrino, si trova il museo Bruno Bartoccini, importante esponente dell’arte del ‘900 in Italia. Lo scultore, nato a Pistrino, operò nelle principali realtà artistiche italiane. Il museo custodisce 36 opere in legno, marmo e bronzo, principalmente dedicate alla rappresentazione plastica di figure femminili ed è uno fra i rarissimi musei di scultura contemporanea del centro Italia”.

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