Arrivano i ristori, Micelli: “Tempestivi ma non basta, ora interventi concreti per chi è escluso”

“Molti esercizi sono formalmente aperti ma stanno soffrendo”. Oltre ai contributi a fondo perduto previste agevolazioni fiscali per le attività sospese e indennità per alcune categorie di lavoratori

Avviso apposto all'esterno di un bar chiuso

Stanno arrivando anche alle attività della Valtiberina i contributi a fondo perduto previsti dai decreti ristori e ristori bis varati dal Governo nei giorni scorsi. Sul tema abbiamo registrato il commento del responsabile di Confcommercio Massimiliano Micelli, che ha apprezzato “la tempestività dei versamenti dei ristori, che sono arrivati nei tempi promessi dal Governo. Questo però non è assolutamente sufficiente – ha precisato – a coprire le perdite di un settore che sta vivendo una crisi profondissima e in questo momento non ha certezze. Apprezziamo lo sforzo del Governo ma va fatto sicuramente di più”. Il riferimento è anche a “settori come quello del commercio al dettaglio, in particolare non alimentare, esclusi attualmente dal decreto in quanto formalmente aperti ma che soffrono pesantemente per questo periodo. Con la limitazione degli spostamenti tra i Comuni, per abbigliamento, calzature e simili la situazione è molto complicata”, precisa Micelli, che conclude auspicando “interventi concreti anche per queste aziende”.

Dei ristori aveva parlato in precedenza anche il consigliere comunale Andrea Laurenzi, titolare di una pizzeria a Sansepolcro, che aveva annunciato su Facebook di aver ricevuto il contributo per la propria azienda. Lo aveva definito “una spinta a resistere ed andare avanti per non perdere quanto costruito con fatica finora”, in un periodo in cui “a prevalere sono scoramento e senso di impotenza per non poter fare quotidianamente il nostro lavoro”. Nell’occasione aveva manifestato anche “la speranza che ci sia un sostegno altrettanto importante per tutti i lavoratori e per i nostri collaboratori, anche e soprattutto per chi nell’ambito della ristorazione svolge funzioni intermittenti, ma che spesso sono unica fonte di reddito”. Sentito dalla nostra redazione, Laurenzi ha ribadito che “il contributo è arrivato in modo completamente automatico. L’altra volta [sulla base cioè del decreto rilancio] avevamo presentato domanda tramite il commercialista dimostrando il calo del fatturato del periodo ed era arrivata una somma con un percorso leggermente più lungo e tortuoso, questa volta tutto è stato automatico”.

Infatti, i contributi a fondo perduto previsti dai due decreti ristori devono essere richiesti presentando l’apposita documentazione solo da chi non aveva già fatto domanda per i finanziamenti del decreto rilancio, altrimenti l’accredito nel conto corrente avviene (e in numerosi casi è già avvenuto) senza ulteriori sollecitazioni. Tra le 130 categorie destinatarie dell’intervento figurano ristoranti, bar, pasticcerie, tassisti, gestori di teatri, palestre, alberghi e discoteche, cui si sono aggiunti con il ristori bis musei, biblioteche, scuole di danza, negozi di bomboniere, attività di ristorazione con solo asporto e altri. Ciascuno ottiene una somma che va dal 100% al 400% (previsto per le discoteche) di quanto ricevuto in precedenza.

Le stesse categorie hanno diritto al credito d’imposta per il canone di locazione o alla cancellazione della seconda rata dell’Imu se il gestore dell’attività è proprietario dell’immobile. Per i soggetti che esercitano attività economiche fermate dalle restrizioni è prevista inoltre la sospensione delle ritenute alla fonte e dei pagamenti IVA per il mese di novembre e dei contributi previdenziali e assistenziali per novembre e dicembre. Tra le misure introdotte dal Governo ci sono poi sei settimane di cassa integrazione ordinaria tra il 16 novembre e il 31 gennaio, indennità per lavoratori stagionali dei settori turismo, spettacolo e sport, l’estensione del Reddito di emergenza a novembre e dicembre e agevolazioni anche per attività delle filiere agricola, della pesca e dell’acquacoltura.

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