Atteso per oggi il nuovo Dpcm: in quale area di rischio sarà inserito il nostro territorio?

Regioni suddivise in tre diverse fasce a cui saranno applicate misure differenziate. In tutto il Paese coprifuoco serale, dad alle superiori, chiusura dei centri commerciali nel fine settimana e dei musei

Il Presidente del Consiglio Conte interviene al Senato

È atteso per oggi il nuovo Dpcm che introdurrà nuove restrizioni in considerazione del continuo aumento della curva di contagio. Come annunciato ieri dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in Parlamento, il territorio nazionale verrà suddiviso in tre “aree di rischio” (moderata, alta e molto alta) sulla base di una serie di parametri individuati dall’Istituto Superiore di Sanità. Per le Regioni che saranno inserite nella fascia di rischio più basso il Premier ha preannunciato una serie di misure che dovrebbero essere valide per tutto il Paese: coprifuoco nelle ore serali, chiusura dei centri commerciali nel fine settimana (con l’esclusione di alimentari, farmacie, edicole e tabaccherie), chiusura dei musei e delle sale gioco, utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici fino al 50% della capienza, didattica a distanza in tutte le scuole superiori.

Per quanto riguarda le due fasce di rischio maggiori Conte ha parlato di “introdurre ulteriori disposizioni restrittive graduandole di intensità e severità in proporzione al coefficiente di rischio”. Si parla di sostanziali lockdown che potrebbero comportare la chiusura totale di negozi e locali pubblici e un più massiccio ricorso allo smart working. Il Premier ha parlato inoltre del divieto di spostamento da e per le Regioni ad alto rischio, salvo motivi di salute, studio, lavoro o necessità. Diventa quindi particolarmente rilevante, per determinare come inciderà il nuovo decreto sulla vita quotidiana delle persone, capire in quale fascia di rischio sarà collocata ciascuna Regione. A determinare questo fattore una serie di criteri tra cui l’indice di contagio Rt e, tra quelli citati dal Presidente del Consiglio, «numero di casi sintomatici notificati per mese; numero dei casi con storia di ricovero ospedaliero; numero di strutture residenziali socio-sanitarie che riscontrano almeno una criticità settimanale; percentuale di tamponi positivi; tempo medio tra data di inizio dei sintomi e data di diagnosi; indice di replicabilità; numero di nuovi focolai di trasmissione, occupazione di posti letto di area medica o terapia intensiva, sulla base dell’effettiva disponibilità del singolo territorio e struttura ospedaliera». Un territorio potrà essere inserito in (o rimosso da) una delle tre fasce con decreto del Ministro della Salute.

Per il momento la composizione delle tre fasce non è nota. Limitatamente all’indice Rt, la Toscana è attualmente tra le sette Regioni al di sotto della soglia di rischio di 1,5. Esaminando le aree limitrofe alla Valtiberina (dato che la suddivisione per aree di rischio inciderà sulla possibilità di spostamento tra le Regioni), lo stesso dato al di sotto di 1,5 si riscontra per le Marche, mentre l’Emilia-Romagna e l’Umbria sono al di sopra, rispettivamente a 1,63 e 1,67. Proprio l’Umbria preoccupa in particolare per il rapporto tra positivi e tamponi effettuati, che ieri ha segnato il record nazionale superando il 30%.

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