Mario Checcaglini: “Unità del centrosinistra? Vale la pena non disperare”

Il candidato a sindaco della coalizione guidata dal PD analizza lo scenario elettorale anghiarese. Rispetto al progetto di Danilo Bianchi: “Sono intervenuti dei personalismi, sui temi non ho chiaro che cosa ci divida”

Mario Checcaglini

Dopo la nota diffusa dal coordinamento provinciale del Partito Democratico che a nome della coalizione composta anche da PSI, Articolo Uno/LEU e M5S ne annunciava la candidatura a sindaco di Anghiari, TeverePost ha incontrato ieri Mario Checcaglini per analizzare lo scenario che si sta delineando in vista dell’appuntamento con le urne. Uno scenario nel quale nel frattempo ha trovato conferma il progetto guidato da Danilo Bianchi, che non si rifà esplicitamente al centrosinistra ma che anche in quell’area andrà inevitabilmente a pescare possibili candidati ed elettori. Proprio da questo tema ha avuto inizio la nostra conversazione con Checcaglini.

La candidatura proposta dal centrosinistra si poneva l’obiettivo di ricreare unità in quest’area politica dopo anni difficili, ma questa unità sembra lontana.

Quello dell’unità è un auspicio che noi perseguiamo. La mia candidatura era quella che più doveva avvicinare ad un rassemblement del centrosinistra e mi dispiace che non sia avvenuto, o che ancora non sia avvenuto. Credo infatti che valga la pena non disperare, quindi vedremo quello che ci riserveranno i prossimi avvenimenti. Certo è che una divisione nel centrosinistra, che si definisca così o che si definisca civismo, è comunque una sconfitta. Del resto non ho perfettamente chiaro ancora oggi che cosa ci divida.

A questo proposito, perché non è stato possibile trovare una sintesi nonostante ci siano stati incontri fra i due gruppi?

Per quello che posso giudicare credo che siano intervenuti dei personalismi, e i personalismi è difficile che possano portare ad una sintesi. Da un punto di vista programmatico non penso che ci saranno grosse differenze. Naturalmente ancora c’è molto da definire, vedremo che dibattito si svilupperà, capiremo quali sono le differenze e giudicheremo. Adesso si parla di categorie che non comprendo come il vecchio e il nuovo, il civismo contro gli apparati. Ma dove sono questi apparati? Io non li vedo, forse abbiamo echi di un passato lontano quando i partiti avevano una presa sostanziale. Oggi però non c’è rimasto quasi nulla, ci sono un po’ di persone che si danno da fare e cercano di costruire qualche cosa. Quindi in alcune interviste che ho letto ci sono passaggi che non raccontano la realtà.

Qual è lo stato di salute della coalizione e dei partiti di centrosinistra? C’è compattezza intorno al progetto oppure ci sono persone che non lo condividono e possono fare scelte diverse?

Io non ho questo sentore. Stiamo affrontando tutte le questioni una per volta, abbiamo pressoché condiviso un appello che verrà reso noto, sono punti ancora schematici ma che danno l’idea di quello che vogliamo fare. Naturalmente occorre poi declinarlo su progetti specifici che hanno bisogno di un po’ più di tempo, ma sui valori di fondo ci troviamo tutti. Si punta quindi a un’amministrazione attenta al territorio, alla solidarietà e a quegli aspetti che sono tradizionali del centrosinistra e su cui credo sia facile trovare la sintesi. Un altro elemento su cui stiamo insistendo è la capacità di progettare affinché anche i territori come i nostri non stiano fuori dalle opportunità di cui si parla in termini di fondi o di possibilità di investimenti con il PNRR. Da quello che leggo questo ci accomuna anche all’altra lista, ma noi crediamo di avere un ingrediente in più rispetto a chi rivendica di non avere relazioni con le amministrazioni e il sistema della politica. Non penso infatti che questo possa agevolare la Valtiberina nel cercare di avere le opportunità che meritano realtà interne che non sempre hanno contato nella politica regionale e nazionale. Non va invece disprezzato un rapporto di chiarezza con i livelli superiori, nel senso che quando c’è da dire che qualcosa non va bene lo diciamo, ma quando c’è da rivendicare un’attenzione dobbiamo parimenti rivendicarla, con l’impegno di tutti, e forse ci sarà dedicata. Il passaggio è strategico per tutta la Valtiberina e se avessimo avuto la capacità di trovare una sintesi avremmo avuto più opportunità.

Nell’analisi dello scenario c’è poi da tenere conto del sindaco Polcri, che non ha ancora sciolto le riserve su una ricandidatura che potrebbe però diventare più appetibile date le divisioni tra gli avversari.

Chiaramente sarà così, perché in un certo senso abbiamo alzato la palla e forse la può facilmente schiacciare. Ad ogni modo il giudizio sull’amministrazione Polcri – al di là della persona, rispettabile, specchiata e integerrima – è un giudizio non lusinghiero, perché si è trovata ad affrontare un contesto difficile come la pandemia, però non ha brillato per iniziativa e per capacità progettuale. Il sindaco uscente farà le sue scelte e vedremo come si organizzerà il centrodestra. Io credo che si possa anche ricomporre, come è normale che sia, una dialettica fra centrosinistra e centrodestra, tra visioni differenti che si confrontano e poi i cittadini scelgono. Auspico questo, e non situazioni nelle quali si mette dentro tutto, un pezzo di sinistra e un pezzo di destra, e non si fa chiarezza anche rispetto al cittadino.

Il programma è ancora in costruzione, ma quali sono i temi chiave su cui l’amministrazione si dovrà concentrare?

La sanità, con la crisi pandemica che ha dimostrato quanto ci sia da fare e quanti errori si siano probabilmente compiuti smantellando tanti presidi di territorio. Credo che ci dovrà essere su questo un impegno stringente anche in ragione delle possibili risorse del PNRR. Naturalmente non spetta a un’amministrazione comunale definire tutti gli aspetti, ma va dedicata molta attenzione a una dialettica con coloro che amministrano la sanità. C’è poi un elemento che viene rimproverato a questa amministrazione, quello di avere di fatto smantellato il presidio di competenze all’interno del comune, riducendolo a poco personale. Per dare al comune una capacità progettuale occorre invece ridefinire le forze, le priorità e le competenze che servono e che devono trovarsi all’interno del comune, senza esternalizzare tutto. Dovremo poi puntare sulla cultura, e ancora su agricoltura, viabilità, infrastrutture, comunque un lavoro approfondito su tutti i temi verrà svolto nelle prossime settimane.

Già individuata Barbara Croci per il ruolo di vicesindaco, quali sono i criteri per formare il resto della squadra di governo?

Per il resto ci confrontiamo con la coalizione, ma per ora ci concentriamo sui temi, poi vengono le persone che accompagnano questo percorso. I criteri sono naturalmente quelli di competenza, disponibilità, specchiatezza.

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