Sansepolcro, cosa è successo dal ballottaggio a oggi

L'impatto dei voti di lista sugli equilibri in maggioranza, botta e risposta tra le coalizioni e frasi fuori onda. La cronaca politica delle ultime tre settimane

I banchi della giunta durante il consiglio comunale di insediamento

Sono trascorse tre settimane da quando Fabrizio Innocenti, all’indomani del successo nel ballottaggio del 17 e 18 ottobre, ha fatto il proprio ingresso a Palazzo delle Laudi ricevendo la fascia tricolore dal sindaco uscente Mauro Cornioli.

La prima fase della nuova legislatura è stata senz’altro caratterizzata da intense trattative all’interno della maggioranza per riuscire a riempire tutte le caselle dei ruoli chiave di questa legislatura, ovvero il quinto posto in giunta (ufficialmente lasciato inizialmente vacante per le vane trattative con Laura Chieli in vista del ballottaggio) e la presidenza del consiglio comunale. Il compito è stato probabilmente reso più arduo dal primo turno elettorale, i cui esiti potrebbero aver scombinato qualche piano fatto dentro la futura maggioranza.

Decisivo, ad esempio, il seggio ottenuto da Moderati e Riformisti, la lista di cui il segretario del Psi Antonio Segreti era portavoce (ma non candidato). Sulla carta quella più debole tra le quattro a supporto di Innocenti e a rischio di non elezione, la compagine – soprattutto grazie all’exploit di Angjelin Vata – è riuscita a strappare un seggio cruciale. Cruciale soprattutto per il peso contrattuale del Psi: pur essendo stato eletto nella lista Moderati e Riformisti un candidato non strettamente nell’orbita del partito, Segreti ha potuto mettere sul piatto numeri sufficienti a rivendicare un assessorato, come da accordi pregressi.

Viceversa, l’unico seggio ottenuto da Cittadini per Sansepolcro si è rivelato al di sotto delle attese (come ammette Mario Menichella in questa intervista). Con ogni probabilità presidente del consiglio comunale designatoera proprio il coordinatore della lista, Giuseppe Pincardini. Il poco soddisfacente risultato elettorale della compagine e il fatto che Pincardini sia entrato in consiglio solo grazie al passaggio in giunta di Menichella hanno però reso molto complesso poter assegnare a Cittadini per Sansepolcro anche la presidenza.

Queste dinamiche hanno molto probabilmente avuto un peso nel rendere necessario da un lato che la presidenza andasse ad una delle liste più votate, dall’altro che al Psi fosse garantito un assessorato. Da qui lo stallo durato diversi giorni e le febbrili manovre per riuscire a trovare soluzioni alternative che non sono arrivate. Leggendo le competenze assegnate agli assessori, comunque, si può ipotizzare che un compromesso ci sia stato, visto che la socialista Noferi ha ottenuto l’assessorato, ma che tutte le deleghe tradizionalmente considerate maggiormente “di peso” sono state ripartite tra gli altri quattro membri della giunta. Giungendo in alcuni casi a quello che a prima vista può apparire un sovraccarico, da smaltire – come sembra nelle intenzioni del sindaco – con una massiccia distribuzione di compiti anche ai singoli consiglieri di maggioranza.

Sulla questione della giunta l’opposizione si è per ora limitata a qualche punzecchiatura, mentre un attacco davvero molto duro è arrivato dal “fuoco amico” dell’ex assessore Gianni Gorizi, che in campagna elettorale aveva apertamente sostenuto Innocenti e che ha ora criticato in maniera accesissima metodo e merito della scelta degli assessori.

Centrosinistra attivo invece sul tema della presidenza del consiglio, con la coalizione pro Laurenzi che ha sostenuto, pur in modo non esplicito, l’ipotesi Pincardini nell’ottica di destabilizzare gli equilibri della maggioranza. Come era prevedibile l’operazione non ha avuto esiti concreti nel risultato della votazione a scrutinio segreto, anche se nelle dinamiche che si sono innescate sul punto è da sottolineare l’inedita elezione di un presidente, Antonello Antonelli, la cui candidatura non era stata esplicitamente formalizzata in consiglio comunale.

Proprio questo aspetto è stato tra quelli stigmatizzati da Laurenzi e dai suoi sostenitori sia in consiglio comunale che a margine, nei social e attraverso i comunicati stampa, dove maggioranza e opposizione hanno inscenato un botta e risposta che ha già mandato nel dimenticatoio l’abbraccio post-ballottaggio tra i due sfidanti. Tra le altre cose, la coalizione di governo ha ricordato a Laurenzi l’elezione a maggioranza di Segreti alla presidenza del consiglio durante la giunta Frullani nel 2011, e il centrosinistra non ha esitato a definire quella presidenza “non particolarmente competente ed incisiva”, con una chiara frecciata all’ex alleato passato nelle file avversarie.

Ma a tenere banco è stato soprattutto il fuori onda del sindaco trasmesso in streaming durante la diretta del consiglio comunale. Galeotta fu la nuova telecamera puntata sui banchi della giunta, il cui audio ambientale ha diffuso sull’etere l’indelicato commento del primo cittadino all’indirizzo di Andrea Laurenzi, reo di dilungarsi troppo. Da qui l’indignazione di molti simpatizzanti di Laurenzi e una doppia richiesta di scuse da parte del gruppo PD-InComune, per ora inevasa. È superfluo sottolineare che nei limiti previsti dalle norme va senza dubbio difeso il diritto di ciascun consigliere comunale ad esprimere le proprie ragioni. Difficilmente, comunque, si può pensare che quanto accaduto scandalizzi troppi sostenitori di Innocenti, del quale è apprezzata anche la schiettezza.

Ad ogni modo a questo punto, formalizzata la giunta, insediato il consiglio comunale ed eletto il presidente, il lavoro della nuova amministrazione può prendere il via, con l’obiettivo annunciato in campagna elettorale di garantire da subito incisività grazie all’esperienza del sindaco e di alcuni degli altri esponenti della maggioranza. Naturalmente a fianco della parte politica – da completare con l’ufficializzazione delle deleghe ai consiglieri, comunque già annunciate, e l’elezione delle commissioni consiliari – dovrà muoversi la struttura comunale, che la maggioranza intende riorganizzare durante la fase di proroga temporanea dei vari mandati ratificata all’indomani del ballottaggio.

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