Tra rincari e carenza di personale, la situazione dei locali in Valtiberina

Con la titolare del “Caffè Gerasmo” Sonia Fortunato abbiamo fatto il punto sulle principali criticità riscontrate da bar e ristoratori del territorio nell’ultimo periodo

Anche in Valtiberina, come nel resto del Paese, l’aumento del costo delle materie prime e dei consumi energetici rappresenta una miscela amara per i bar e i locali del territorio, chiamati oggi a fronteggiare il nuovo problema del caro prezzi dopo due anni di chiusure, restrizioni e notevoli sacrifici.

Delle nuove incertezze legate alla ripresa e alle forti tensioni inflative, unite alle già note difficoltà relative alla carenza di personale nelle attività al pubblico, abbiamo parlato con Sonia Fortunato, titolare del “Caffè Gerasmo” in via XX Settembre a Sansepolcro e presidente del Centro commerciale naturale della città di Piero.

Qual è la situazione a Sansepolcro e nel territorio?

Premetto che nonostante la mia carica nel CCN le mie considerazioni vogliono fare riferimento allo specifico settore in cui opero, cioè quello dei bar e la ristorazione. Non sono a totale conoscenza delle dinamiche che da questo punto di vista interessano il comparto moda/abbigliamento, ma certamente i rincari stanno pesando anche per loro, così come alcuni obblighi legati al green pass con i quali si rischia veramente di favorire gli acquisti online ostacolando il servizio e la disponibilità dei nostri commercianti. Detto questo, a mio avviso i problemi più grandi al momento sono due secondo me: il primo sono i rincari ai quali stiamo facendo fronte, dalle materie prime all’energia; il secondo va avanti da tempo e riguarda la ricerca di personale, anche non necessariamente qualificato.

L’aumento dei prezzi risulta pertanto inevitabile.

È il frutto di uno scenario particolare che sta influenzando tutti gli acquisti e le spese quotidiane. Nonostante questo mi sento di dire che i prezzi, almeno per quanto riguarda i nostri locali, non sono in esponenziale aumento e riguardano solo alcuni prodotti: io, per dire, ancora ho il caffè ad 1 euro e lo aumenterò dal 1 marzo a 1,10 euro in quanto aumenterà per me la materia prima del 20% da fine febbraio. È falso dire come è stato detto da alcune testate nazionali che ad esempio per la colazione al bar (il classico caffè e cornetto) saranno necessari 2,50 euro, a Sansepolcro al momento al massimo si arriva a 2,30 euro: quindi penso che al Borgo rispetto alla media nazionale, il settore non può essere accusato di aumenti così imponenti. Semmai ci stiamo adattando un po’ più alla media nazionale, considerando che ad Arezzo è già da due anni che pagano il caffè 1,10 euro e anche 1,20€ euro in alcuni posti. Per quanto riguarda altri prodotti (birra, vino ecc.) penso che al massimo i rincari al pubblico toccheranno la cifra di 1 euro. Ad incidere su tutto ciò è comunque di base il rincaro dell’energia: tutte le aziende stanno aumentando i prezzi delle materie prime per questo motivo, quindi il primo appello da fare è quello rivolto a contenere l’aumento dell’energia perché è da lì che partono tutti i rincari che si stanno verificando.

A cosa attribuisce, invece, la persistente carenza di personale?

Questo è un tema complesso che già da questa estate è presente: forse in parte incide il reddito di cittadinanza, ma anche il fatto che si tratta di lavori che ti impegnano soprattutto nel weekend, quando gli altri sono liberi. Anche perché io e i miei colleghi quando assumiamo personale lo facciamo rispettando tutte le regole e offrendo le migliori condizioni possibili. Probabilmente parte dei lavoratori qualificati, dopo la pandemia che ha messo il settore in ginocchio, hanno preferito cambiare totalmente tipo di lavoro per avere più sicurezze, ma tutto sommato ora il settore io lo considero in ripresa e ci sono maggiori possibilità per tutti, non dimenticandosi che storicamente questi sono lavori rivolti anche a quei giovani che vogliono avere qualche entrata per affrontare gli studi (ma anche questi sono sempre meno). Qui l’appello da fare al governo è di abbassare il costo del lavoro, studiare nuove forme di assunzione, eliminare un po’ di burocrazia che spesso ti fa pensare troppo prima di stabilizzare un dipendente nel nostro settore.

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