Fortezza Medicea di Sansepolcro: un tesoro mai sfruttato

Ripercorriamo la storia di uno dei più importanti monumenti biturgensi e i motivi per i quali i suoi cancelli rimangono ancora chiusi

Scorcio della Fortezza vista da Via Aggiunti

Per chiunque arrivi a Sansepolcro, la Fortezza Medicea è una di quelle strutture che non può passare inosservata. Eppure la storia di questo importante monumento storico è stata e rimane tutt’oggi estremamente travagliata e soggetta a numerose polemiche.

Incastonata nell’angolo sudorientale delle antiche mura cittadine, la Fortezza venne costruita nei primi anni del ‘500 per volere di Cosimo de’ Medici. L’edificio, all’interno del quale si trovava una vera e propria cittadina in miniatura del tutto autosufficiente, fu eretto principalmente con scopi difensivi e rimase pressoché immutato fino alla metà del diciottesimo secolo, quando, sotto la famiglia Lorena, la Fortezza venne disarmata. Per i successivi centocinquant’anni, la struttura passerà tra le mani di diversi proprietari. A inizio Novecento il Regno d’Italia si rifiuta di acquistare la Fortezza che pochi anni dopo, con una delibera del comune di Sansepolcro, diventa ufficialmente un bene privato, in mano a Marco Collacchioni. La proprietà successiva, quella della famiglia Tosi, è anche quella attuale e dura ininterrottamente dal 1916.

L’interno della Fortezza in una cartolina di fine Ottocento (S. Lapi Editore)

La Fortezza rimane quindi tutt’oggi una proprietà privata e per questo, nonostante rappresenti uno dei punti di interesse più grandi per la città di Sansepolcro, non è praticamente mai stata aperta ai visitatori. Le possibilità di vederne coi propri occhi l’interno sono sempre state poche e fugaci. Oltretutto, seppure negli anni i proprietari si siano spesi in lavori di ristrutturazione, è ormai evidente come la struttura versi ormai da tempo nella totale incuria. Il prato intorno alla Fortezza è lasciato a sé stesso e il reticolato che lo delimita, soprattutto sul lato di Via Aggiunti, risulta malmesso e arrugginito. Soltanto a guardarle da fuori, si può inoltre notare quanto le mura stesse necessitino di profondi interventi di restauro.

La Fortezza Medicea può quindi essere descritta come uno dei più grandi rimpianti all’interno del patrimonio artistico di Sansepolcro. Nel corso degli anni sono stati fatti svariati tentativi per convincere i proprietari a vendere la struttura o semplicemente a metterla a disposizione dei turisti e dei cittadini biturgensi che la volessero visitare, così da restituire nuova vita alla Fortezza stessa, ma non è mai stato possibile raggiungere un accordo. Nel 2009 il comune di Sansepolcro si è offerto di comprare l’edificio, ma la famiglia Tosi si è rifiutata. Nel 2013 la struttura è stata riaperta, seppur per una sola sera, ospitando il torneo di tiro con la balestra tra i quattro quartieri della città, ma tale iniziativa non è più stata ripetuta. L’anno seguente, l’allora Sottosegretaria alla Cultura Borletti Buitoni si è recata di persona a Sansepolcro proprio per discutere delle problematiche legate alla Fortezza, auspicandone una futura riapertura. Eppure anche l’intervento del governo ha portato a un nulla di fatto, così come è successo per le numerose petizioni lanciate da comuni cittadini e comitati. Anche nel 2018 si parlava di trattative tra il Comune di Sansepolcro e la famiglia Tosi, ma alla fine non se n’è fatto più niente.

Come se non bastasse, la Fortezza si trova anche al centro di un contenzioso all’interno della stessa famiglia proprietaria, perciò sarà molto difficile che la situazione si sbrogli in tempi brevi. Nonostante ciò, la questione rimane sempre di grande attualità all’interno dell’opinione pubblica biturgense, sempre pronta a dire la propria quando ci si ritrova a discutere sul destino della struttura. Bisogna quindi chiedersi se, in vista delle elezioni comunali ormai prossime, il tema sarà imbracciato da questo o quel candidato, come d’altronde già successo in passato, con la speranza che col tempo lo stallo si possa sbloccare e che la Fortezza possa finalmente diventare un bene usufruibile da parte di tutti.

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