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Il “dolce cigno” Pompeo Signorucci e il difficile rapporto con Sansepolcro

Ricostruiamo la storia del compositore biturgense che visse e lavorò soprattutto al Borgo, ma fu maggiormente apprezzato altrove

di Emanuele Calchetti
24/03/2022
in Cultura
Lettura: 3 min.
Il “dolce cigno” Pompeo Signorucci e il difficile rapporto con Sansepolcro

Concerto rinascimentale in un affresco di Nicolò dell'Abbate del 1550 circa (Bologna, Palazzo Poggi)

Nel giorno di oggi di oltre 450 anni fa, il 24 marzo 1571, fu battezzato a Sansepolcro Pompeo Giovanmaria Signorucci, compositore che nel corso di una pur breve esistenza seppe ritagliarsi un posto di rilievo nella storia della musica.

Definito per la leggiadria delle sue note “dolce cigno”, operò principalmente proprio nella città natale, dove però con ogni probabilità non fu apprezzato come meritava: se ne lamenta il concittadino e coevo Simeone Siri in un componimento poetico a lui dedicato: “il Borgo tuo […] poca stima facea di te”, scrive rivolgendosi al musicista. E lo stesso Signorucci nel 1603 se la prende con “alcuni malevoli”, il cui numero è “hoggidì […] quasi infinito”, che manifestano “l’ignoranza loro […] col biasimare hora una fuga, hora un passaggio” e che si fanno “giudici di quelle cose delle quali appena hanno imparato li primi principi”. Questi elementi, insieme al fatto che di lì a poco Signorucci avrebbe lasciato Sansepolcro, fanno concludere alla musicologa umbra Catiuscia Marionni che il musicista “poteva aver avuto al Borgo dei problemi”.

Proprio il volume del 2004 di Marionni, intitolato O che felice incontro e dedicato al Primo libro dei Madrigali a cinque voci di Signorucci, raccoglie in apertura le non troppe informazioni biografiche reperibili sul nostro. Dopo quella relativa al battesimo, la prima attestazione è del 1590, quando Pompeo, diciannovenne, era già sacerdote e venne nominato maestro di grammatica dal governo cittadino. Succedette al defunto don Taddeo Guazzi e venne eletto col voto espresso tramite 14 lupini bianchi, favorevoli, e solo uno nero, contrario.

L’incarico venne confermato due volte nei mesi successivi, ma già nel giugno 1591 Signorucci chiese di esserne dispensato per motivi di salute. Da quell’anno è attestata una continuativa collaborazione con la Confraternita di Misericordia in qualità di organista, ruolo che svolse anche presso il Duomo, dove insegnava inoltre grammatica, musica e “humanità”. Nel frattempo venne pubblicata la sua prima composizione, inserita in una raccolta edita a Venezia nel 1594 e curata dal biturgense Gasparo Torelli, che in seguito sarebbe diventato superiore dell’Accademia degli Avveduti di Padova. A Sansepolcro Signorucci collaborò anche con la Confraternita di San Bartolomeo, rivestendo il ruolo di cappellano di San Nicolò in pieve, oggi Sant’Agostino.

Il frontespizio dell’ultimo lavoro che Signorucci poté pubblicare in vita, edito a Venezia nel 1608 (da O che felice incontro di C. Marionni)

Le prime opere pubblicate a nome di Signorucci sono del 1602, anche queste stampate a Venezia. Dalle dediche di questi lavori si desume il rapporto di Pompeo con il cardinale Pietro Aldobrandini e con un nobiluomo perugino di cui non si hanno altre notizie, che con buona probabilità ebbe il ruolo di introdurre il nostro nell’ambiente di Perugia e in particolare presso la prestigiosa Accademia degli Unisoni, di cui Signorucci fece parte. Da altre due opere dell’anno successivo si traggono ulteriori informazioni, come la volontà del compositore di servire il concittadino Ventura Venturi, divenuto priore di San Lorenzo a Firenze, nella speranza di trovare in quella città maggiori opportunità. Nello stesso contesto compaiono i testi che sottolineano lo scarso feeling di Pompeo con la città natale.

Le notizie successive risalgono poi alla fine del 1607, quando Pompeo divenne cappellano dell’altare della Madonna di Sotto gli Organi e maestro di cappella della Cattedrale di Pisa. Nell’anno successivo risultò però spesso assente da quella città, sia perché tornava periodicamente a Sansepolcro, sia perché ammalato. In quel periodo fece ancora in tempo a pubblicare un nuovo lavoro, ma le precarie condizioni di salute lo condussero alla dipartita di lì a poco, e precisamente il 15 novembre 1608, a 37 anni di età. La morte avvenne a Sansepolcro, e il musicista fu sepolto in vescovato.

La fama di cui godette in vita Signorucci è attestata dal fatto che parlò di lui in ben due opere l’illustre musicista dell’epoca Adriano Banchieri e che suoi brani furono inseriti in varie raccolte degli anni successivi. La sua riscoperta risale poi a un convegno organizzato nel 1979 dall’Università degli Studi di Perugia dedicato ai “compositori umbri del Cinquecento e del Seicento”, da cui avrebbe preso le mosse lo stesso lavoro di Catiuscia Marionni citato in precedenza.

Tags: musicaPompeo SignorucciRinascimentostoria
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  • La pioggia battente di oggi, un grande classico della manifestazione, non ha frenato l’entusiasmo per il ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima a Sansepolcro. L’evento ha preso ufficialmente il via questa mattina ed accompagnerà l’intero weekend biturgense con i tradizionali banchi degli ambulanti, le esposizioni e gli stand gastronomici. L’amministrazione comunale, che anche nei periodi di maggiore impatto dell’epidemia ha espresso fiducia nella possibilità di riproporre la rassegna dopo due anni di stop, ha voluto celebrare questo appuntamento con una simbolica cerimonia in piazza Torre di Berta alla presenza degli organizzatori e delle autorità locali.

Al taglio del nastro, accanto al sindaco Fabrizio Innocenti, era presente anche il cavaliere Valentino Mercati, patron di Aboca. Grazie alla collaborazione tra il Comune e la locale azienda del settore healthcare è stato possibile inaugurare al meglio la Fiera 2022 con l’installazione al centro della piazza cittadina del grande Dodecaedro di Leonardo. La struttura, caratterizzata al suo interno da una pianta di gelso e già protagonista nel centro di Firenze in occasione delle celebrazioni dedicate al genio rinascimentale, è stata messa a disposizione dalla famiglia Mercati per tutta la bella stagione.
L’articolo completo al link in bio
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  • 𝗙𝗼𝘁𝗼𝗻𝗼𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮 - In attesa del ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima, a Sansepolcro è stato installato il grande dodecaedro di proprietà dell’azienda Aboca, già protagonista a Firenze in occasione delle celebrazioni Leonardiane. La struttura, alta circa sei metri e messa a disposizione dalla famiglia Mercati, resterà collocata al centro della Piazza Torre di Berta per tutta la bella stagione. Pochi minuti fa il sindaco biturgense Fabrizio Innocenti ha condiviso una suggestiva immagine che mostra il risultato delle operazioni di installazione, in attesa che cittadini e visitatori possano ammirare di persona l’opera.

Foto: @fabrizio_innocenti_
  • È stato inaugurato questa mattina, al termine dei lavori di restauro, il prezioso affresco di #GerinoDaPistoia che si trova in piazza della Repubblica a Sansepolcro, la “Madonna di Fontesecca”.

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  • La commemorazione dell
  • L
  • 𝗥𝗲𝗻𝗶𝗰𝗰𝗶, 𝗶 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗩𝗮𝗹𝘁𝗶𝗯𝗲𝗿𝗶𝗻𝗮 𝗶𝗻𝘀𝗶𝗲𝗺𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗠𝗲𝗺𝗼𝗿𝗶𝗮
𝘓𝘢 𝘤𝘦𝘳𝘪𝘮𝘰𝘯𝘪𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘦 𝘭𝘦 𝘴𝘦𝘵𝘵𝘦 𝘮𝘶𝘯𝘪𝘤𝘪𝘱𝘢𝘭𝘪𝘵à 𝘥𝘦𝘭 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰. 𝘗𝘰𝘭𝘤𝘳𝘪: “𝘐𝘯 𝘱𝘳𝘰𝘨𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘶𝘯𝘰 𝘴𝘱𝘢𝘻𝘪𝘰 𝘮𝘶𝘴𝘦𝘢𝘭𝘦 𝘮𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘦𝘥𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘥𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭
  • 𝗦𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝗿𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝘀𝘀𝗼𝗹𝗶, 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗿𝗱𝗼𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝘀𝗲𝗽𝗼𝗹𝗰𝗿𝗼 - La scomparsa del presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha generato commozione anche a Sansepolcro, città a cui l’ex giornalista Rai era molto legato. In particolare, Sassoli era attivo da molti anni nell’Associazione Cultura della Pace, con cui era entrato in contatto grazie allo stretto rapporto con monsignor Luigi Di Liegro, che aveva seguito il percorso del fratello nell’obiezione di coscienza. Dell’associazione Sassoli era socio onorario ed era membro del comitato scientifico dell’omonimo Premio nazionale.
👉 L’articolo completo al link in bio
.
@ep_president @culturadellapace @comunedisansepolcro @partitodemocratico @europeanparliament #davidsassoli #sassoli #europa #europe #europeanparliament #president #presidente #culturadellapace #euro #sansepolcro
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