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La strage del Venerdì Santo del 1944

Nel libro "Vittime e carnefici" i tragici episodi in Valmarecchia fulcro della violenza nazifascista tra Toscana, Marche ed Emilia Romagna

di Giancarlo Renzi
15/04/2022
in Attualità, Cultura
Lettura: 4 min.
La strage del Venerdì Santo del 1944

Lo Sturm Bataillon OB SW in una pausa del rastrellamento a Zonca di Casteldelci

Storia e attualità sono emersi, come non sempre accade, nella presentazione del volume Vittime e colpevoli. Le stragi del 1944 a Fragheto e in Valmarecchia, a cura di Antonio Mazzoni (Viella, Roma). Ciò è avvenuto a Fragheto – il “Borgo della Pace” – nel comune di Casteldelci, il 9 aprile scorso. A presentare il volume, che si avvale anche di una premessa di Patrizia Di Luca, direttrice dell’Istituto per la storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea della Provincia di Rimini, davanti ad una platea di storici e di cittadini ancora attoniti, Miro Gori, presidente provinciale Anpi di Forlì-Cesena, e Andrea Speranzoni, avvocato di parte civile al processo di Verona, il traguardo raggiunto finalmente per condannare gli artefici dei plurimi eccidi. Presenti gli autori: il curatore A. Mazzoni, gli storici e ricercatori M. Renzi, E. Cantoni, E. Gardini, L. Valenti, A. Cominini, D. Susini. Non era casuale neanche una grande bandiera, con la scritta “Pace”, collocata tra i vecchi edifici testimoni dell’eccidio del Venerdì Santo del 1944, con ancora l’impronta dei proiettili.

Gli autori in occasione della presentazione

Quel venerdì santo di 78 anni fa fu il fulcro della violenza delle stragi nazifasciste perpetrate tra Toscana, Marche ed Emilia Romagna. A ridosso della Linea gotica, i tedeschi avevano costruito bunker, trincee, fortini con nidi di mitragliatrici, sbarramenti. Ma le condizioni tedesche, nel frattempo, si erano fatte critiche, perché tallonati dagli Alleati e dai partigiani. Calanco, Capanne, Fragheto, Ponte degli Otto Martiri sono località dove più che la guerra sono le crudeltà dei soldati e dei comandanti a rastrellare, fucilare, dilaniare donne, uomini, anziani, bambini.

“Poco distante da Fragheto – riassumono i relatori – ci fu una battaglia tra gruppi partigiani provenienti dalla Romagna e la Wehrmacht, con un numero consistente di caduti di parte tedesca. La reazione, seguendo le strategie prestabilite, si scatenò nei confronti della popolazione inerme di questa piccola borgata, vicina al luogo dello scontro: 30 vittime. In gran parte donne, bambini, anziani – dentro le loro case, davanti ad esse – che non c’entravano nulla con la guerra”. Al Ponte degli Otto Martiri l’ultima tragedia: otto giovani fucilati dal Battaglione Venezia Giulia, tutti militari provenienti da quella parte d’Italia. Fu catturato anche un giovane studente sull’uscio di casa e l’aretino Fedinando Tacconi”. L’aggressione nei confronti dei civili fu una scelta drammatica, assurdamente attuale – perché ci ricorda le tragedie quotidiane dell’Ucraina – per incutere terrore e per far ricadere sui patrioti la colpa”.

Disegno che ricorda la strage di Fragheto

Queste stragi sono rimaste nell’ombra fino al 2004, quando il giovane ricercatore Marco Renzi, affiliato all’allora Istituto interregionale della Civiltà Appenninica, con sede in Sestino, scoprì nell’“armadio della vergogna”, a Roma, filze di documenti intonsi. La scoperta dette ali a nuove ricerche in Italia e all’estero e uscì un primo volume, L’Appennino del ’44. Eccidi e protagonisti sulla linea gotica, a cura di Ivan Tognarini (Le Balze, 2005).

Tutto ciò portò a una serie di straordinarie attività e soprattutto all’apertura di un processo per stragi da parte del tribunale militare di Verona, con il quale collaborarono, l’avv. Lorenzo Valenti, di Pennabilli; Marco Renzi, come consulente tecnico d’Ufficio presso la Procura Militare di detta città; e Andrea Speranzoni, avvocato di parte civile presso la stessa Procura.

“Siamo a parlare del processo di Verona – è stato ancora il commento di Speranzoni – grazie a studi e alla scoperta di tanti nuovi documenti anche in Germania, ma inquieta che ciò si debba celebrare, come per il caso di Fragheto, così tanti anni dopo la loro realizzazione. Ma ci può consolare – ha ribadito – che sono stati individuati i responsabili e portati in tribunale i 17 militari trovati ancora attivi, anche se poi il tempo dei dibattimenti ha chiuso le loro vite e la possibilità che scontassero le pene. Per la prima volta in Italia veniva citata in giudizio una Nazione: la Germania. Uno Stato i cui militari uccidono è responsabile. Dopo Verona ora è possibile – ha chiuso l’avv. Speranzoni – citare lo Stato dei macellatori. È una tutela di grande modernità: anche questo è il senso di questa odierna celebrazione a Fragheto. Proiettiamo nel presente le sofferenze di quel mondo contadino così complesso e così umano, per non dimenticare lo sguardo del simili”.

Lo Sturm Bataillon OB SW in rassegna

Questo pullulare di ricerche, per alcuni filoni ancora in corso, grazie a nuovi documenti emersi in Germania, ha destato negli anni vari interessi. Ne sono state partecipi, ad esempio, le scuole di Fragheto e di Badia Tedalda, in tempi diversi ma con stimolanti profili pedagogici. Più volumi di M. Renzi hanno “fruttato” l’interesse di scrittori di letteratura, che hanno prodotto romanzi storici innervati sulle terre e l’umanità di quei tragici fatti: l’italo-tedesca Silvia Di Natale pubblicò L’ombra del cerro, Giuliano Pasini Venti corpi nella neve, testi premiati in concorsi a livello nazionale.

Papa Francesco ha chiesto “una Pasqua di pace”. L’umanità non demorde: siamo nei giorni di Pasqua e dobbiamo leggere e riflettere e ricordare che la strage di Fragheto fu perpetrata il giorno del venerdì santo del 1944. “Il libro di Fragheto – che poi riguarda direttamente anche Badia Tedalda – ci pone il problema di proporci altre domande, riflettere su un passato che non passa mai, come dimostrano anche gli eccidi contemporanei in Ucraina”, è stata l’amara riflessione dell’incontro.

La copertina del libro
Tags: Linea Goticaseconda guerra mondialestoria
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  • La pioggia battente di oggi, un grande classico della manifestazione, non ha frenato l’entusiasmo per il ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima a Sansepolcro. L’evento ha preso ufficialmente il via questa mattina ed accompagnerà l’intero weekend biturgense con i tradizionali banchi degli ambulanti, le esposizioni e gli stand gastronomici. L’amministrazione comunale, che anche nei periodi di maggiore impatto dell’epidemia ha espresso fiducia nella possibilità di riproporre la rassegna dopo due anni di stop, ha voluto celebrare questo appuntamento con una simbolica cerimonia in piazza Torre di Berta alla presenza degli organizzatori e delle autorità locali.

Al taglio del nastro, accanto al sindaco Fabrizio Innocenti, era presente anche il cavaliere Valentino Mercati, patron di Aboca. Grazie alla collaborazione tra il Comune e la locale azienda del settore healthcare è stato possibile inaugurare al meglio la Fiera 2022 con l’installazione al centro della piazza cittadina del grande Dodecaedro di Leonardo. La struttura, caratterizzata al suo interno da una pianta di gelso e già protagonista nel centro di Firenze in occasione delle celebrazioni dedicate al genio rinascimentale, è stata messa a disposizione dalla famiglia Mercati per tutta la bella stagione.
L’articolo completo al link in bio
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  • 𝗙𝗼𝘁𝗼𝗻𝗼𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮 - In attesa del ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima, a Sansepolcro è stato installato il grande dodecaedro di proprietà dell’azienda Aboca, già protagonista a Firenze in occasione delle celebrazioni Leonardiane. La struttura, alta circa sei metri e messa a disposizione dalla famiglia Mercati, resterà collocata al centro della Piazza Torre di Berta per tutta la bella stagione. Pochi minuti fa il sindaco biturgense Fabrizio Innocenti ha condiviso una suggestiva immagine che mostra il risultato delle operazioni di installazione, in attesa che cittadini e visitatori possano ammirare di persona l’opera.

Foto: @fabrizio_innocenti_
  • È stato inaugurato questa mattina, al termine dei lavori di restauro, il prezioso affresco di #GerinoDaPistoia che si trova in piazza della Repubblica a Sansepolcro, la “Madonna di Fontesecca”.

L
  • La commemorazione dell
  • L
  • 𝗥𝗲𝗻𝗶𝗰𝗰𝗶, 𝗶 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗩𝗮𝗹𝘁𝗶𝗯𝗲𝗿𝗶𝗻𝗮 𝗶𝗻𝘀𝗶𝗲𝗺𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗠𝗲𝗺𝗼𝗿𝗶𝗮
𝘓𝘢 𝘤𝘦𝘳𝘪𝘮𝘰𝘯𝘪𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘦 𝘭𝘦 𝘴𝘦𝘵𝘵𝘦 𝘮𝘶𝘯𝘪𝘤𝘪𝘱𝘢𝘭𝘪𝘵à 𝘥𝘦𝘭 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰. 𝘗𝘰𝘭𝘤𝘳𝘪: “𝘐𝘯 𝘱𝘳𝘰𝘨𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘶𝘯𝘰 𝘴𝘱𝘢𝘻𝘪𝘰 𝘮𝘶𝘴𝘦𝘢𝘭𝘦 𝘮𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘦𝘥𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘥𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭
  • 𝗦𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝗿𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝘀𝘀𝗼𝗹𝗶, 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗿𝗱𝗼𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝘀𝗲𝗽𝗼𝗹𝗰𝗿𝗼 - La scomparsa del presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha generato commozione anche a Sansepolcro, città a cui l’ex giornalista Rai era molto legato. In particolare, Sassoli era attivo da molti anni nell’Associazione Cultura della Pace, con cui era entrato in contatto grazie allo stretto rapporto con monsignor Luigi Di Liegro, che aveva seguito il percorso del fratello nell’obiezione di coscienza. Dell’associazione Sassoli era socio onorario ed era membro del comitato scientifico dell’omonimo Premio nazionale.
👉 L’articolo completo al link in bio
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@ep_president @culturadellapace @comunedisansepolcro @partitodemocratico @europeanparliament #davidsassoli #sassoli #europa #europe #europeanparliament #president #presidente #culturadellapace #euro #sansepolcro
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