“Mobilità tra province confinanti decisiva dal punto di vista sociale e per la ripresa economica delle aree interne”

I sindaci di Sansepolcro, Pieve, Città di Castello, San Giustino e Bagno di Romagna scrivono al Presidente del Consiglio

Cinque sindaci

Foto originali tratte da Facebook

Il confine regionale oggi è superato dagli scambi sociali, parentali ed economici”. Per questo cinque sindaci, quelli di Sansepolcro, Pieve Santo Stefano, Città di Castello, San Giustino e Bagno di Romagna hanno inviato questa mattina una lettera al presidente del consiglio Conte. Obiettivo quello di dare “ai residenti delle province di confine la possibilità di andare oltre il limite amministrativo della propria regione, logicamente nelle sole province confinanti”. La lettera sottoscritta da Cornioli, Marcelli, Bacchetta, Fratini e Baccini, in rappresentanza di comuni tra loro confinanti ma divisi tra Toscana, Umbria ed Emilia-Romagna, fa riferimento ai limiti di mobilità previsti alla luce del DPCM del 26 aprile scorso e a quelli “che saranno previsti in futuri atti”.

“Tale allargamento”, si legge nella missiva, “riguarda a livello nazionale un numero di persone limitato, e a livello locale province solitamente più omogenee come contagi. Questo allargamento è fondamentale dal punto di vista sociale e decisivo per la ripresa economica delle aree interne del nostro Paese”.

L’atto fa seguito ai dibattiti sorti sui social network, anche in Valtiberina, subito dopo le parole pronunciate dal Giuseppe Conte nel messaggio di domenica sera in cui annunciava il percorso verso la fase due. Il sindaco di Sansepolcro Mauro Cornioli aveva già dichiarato ieri di essersi attivato in precedenza presso l’ANCI, senza tuttavia che questo producesse risultati nell’ultimo DPCM.

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