Riflessioni su “Sansepolcro città della Cultura della Pace”

“Manca nelle istituzioni un riflesso del vivo pensiero popolare che testimonia la propria volontà di pace”

La manifestazione per la pace dello scorso 5 marzo a Sansepolcro

Sono numerosi i consigli comunali in Italia i quali hanno già votato all’unanimità mozioni contro la guerra, per una risoluzione diplomatica della gravissima crisi in atto in questo momento alle porte dell’ Europa. Sono numerose le amministrazioni comunali che hanno realizzato gesti pratici e simbolici, come quello di promuovere iniziative volte al dialogo ed alla pace, come stimolare la partecipazione alla Marcia Speciale PerugiAssisi che si terrà il 24 aprile.

Poi c’è la nostra città. Sansepolcro si fregia della denominazione di “Città della Cultura della Pace”, dove da più di 30 anni l’omonima associazione svolge un prezioso lavoro culturale in tal senso, concretizzato anche in un importante premio nazionale. A Sansepolcro fortunatamente nel testimoniare la propria volontà di pace ci sono i tanti cittadini, gli studenti e le associazioni che hanno saputo esprimere assieme il dissenso alla guerra scendendo per le vie e nella piazza in più di un occasione, c’è un bus a pieno carico che parteciperà alla Marcia per la Pace Perugia Assisi, un cammino di fraternità al grido di “Fermatevi! La guerra è una follia!”

Quello che manca a Sansepolcro è un riflesso di questo vivo pensiero popolare nel “governo” della città, nella casa delle istituzioni. Manca che tutti i gruppi consiliari svolgano una discussione sull’argomento e compiano un semplice gesto: si esprima con una mozione la condanna di questa e di tutte le guerre, si affermi che la priorità è la forza al dialogo e non la forza delle armi ed investimenti in tal senso.

Sembrerà scontato ma a Sansepolcro non è stato ancora fatto. Sembrerà riduttivo farlo ma quantomeno sarà stato gettato un altro sasso nel tentativo di fermare un fiume in piena che dilaga verso gli armamenti in tutta Europa, e per lo meno potremo dire di averci provato tutti assieme, uniti nell’universale dovere della costruzione di una convivenza civile e pacifica tra tutti i popoli.

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