Český Krumlov cuore dell’Europa

La città boema vanta una posizione che la rende quasi unica nel Vecchio continente. Su Oltre il Tevere appunti di viaggio lungo le tappe del mondiale per auto ecologiche

La rubrica di TeverePost “Oltre il Tevere” ospiterà anche i racconti dei viaggi lungo le tappe del Campionato del mondo FIA per auto ad energie alternative. Potersi spostare in questo periodo storico è un privilegio che deve essere in qualche modo condiviso, e la speranza è che queste cronache, poco sportive ma molto enogastronomiche, culturali e storiche, contribuiscano a quella necessaria ripartenza della vita fatta anche di viaggi, scoperta, conoscenza e, appunto, condivisione.

Un tesoro nascosto

Alcuni anni fa vidi casualmente un articolo di giornale che aveva la pretesa di indicare dieci piccole città europee meritevoli di essere visitate almeno per un fine settimana. Vedendo le immagini di una cittadina ceca, a due passi da Austria e Germania, fu amore a prima vista e decisi che dovevo assolutamente andare a scoprire Český Krumlov, realtà boema dal passato tedesco che pur non facendo parte dell’area dei Sudeti fu comunque interessata dall’espansionismo di Hitler e dalle conseguenze della Seconda guerra mondiale. Durante la mia prima e fugace visita nella zona, quando ignoravo che le gare sportive dedicate alle energie alternative mi avrebbero portato altre cinque volte in questa storica cittadina, ho avuto modo di scoprire che quel giornale che avevo letto sbagliava: Český Krumlov e dintorni meritano molto di più di un fine settimana!

Una storia che parla tedesco

Český Krumlov si è sempre chiamata Krumau, almeno fino al 1945. Il primo insediamento nacque per controllare un importante guado sulla Moldava, il fiume che bagna anche Praga. La città vecchia si sviluppa all’interno di un’ansa del fiume che protegge il centro storico come un fossato artificiale. In realtà la città ha avuto dalla Moldava protezione ma anche problemi, come in occasione di numerose alluvioni anche in epoca recente. Il fiume ha inoltre sempre assicurato l’energia che ha permesso ai mulini di funzionare e contribuire alla ricchezza del villaggio. A nord, oltre l’ansa, sorge un enorme castello che domina il resto del paese. Di fatto una città nella città, con strade interne, giardini e perfino teatri. Più casate nobili fedeli al Sacro romano impero si sono susseguite a Krumlov, ma quella che forse ha legato di più il nome alla città è quella degli Eggenberg. Nella loro epoca nacque il birrificio, tuttora funzionante, all’interno del centro cittadino. La birra prodotta qui è ottima grazie alle acque che il luogo ha a disposizione. Il birrificio ha attraversato gli ultimi decenni di storia con problematiche legate a cronaca nera e scandali finanziari, ma senza che questi cicloni travolgessero la qualità del prodotto e la fiducia dei clienti.

Alla fine del primo conflitto mondiale, con la sconfitta degli Imperi centrali, la regione di Krumau passò al nuovo stato di Cecoslovacchia. La popolazione in questo periodo era per circa tre quarti tedesca e per un quarto boema. Alla fine degli anni trenta la regione entrò nel mirino della Germania nazista e della volontà di riappropriarsi dei territori dove i tedeschi erano maggioranza etnica. Pur non facendo parte dell’area dei Sudeti, Krumau seguì lo stesso destino della regione più settentrionale per affinità linguistiche, storiche e culturali e quindi passò alla Germania a seguito della Conferenza di Monaco, con il benestare delle principali potenze europee. La guerra tardò di pochi mesi e l’espansionismo germanico inghiottì l’intera Cecoslovacchia. Alla fine della Seconda guerra mondiale, in seguito alla sconfitta nazista, la Germania perse tutti i territori annessi tra cui anche Krumau. La Cecoslovacchia non si limitò a riprendersi il territorio, ma espulse tutta la popolazione tedesca e ribattezzò Krumau in Český Krumlov. Ufficialmente l’aggettivo “ceco” serviva a non confondere la cittadina con un’altra omonima in Moravia, ma in realtà questo prefisso è presente in molte città boeme passate dalla Germania alla Cecoslovacchia, come a rafforzare il legame con la nuova madrepatria.

Dal dopoguerra fino alla fine dell’esperienza comunista Český Krumlov visse una fase di scarsa attenzione e non ebbe particolare rilevanza turistica nonostante la bellezza urbana e del territorio circostante. Parte delle abitazioni tedesche vissero una lenta agonia senza alcun restauro. Le cose cambiarono dopo il 1990, quando si riaffermò l’espansionismo tedesco, stavolta puramente economico. I marchi aiutarono la nascente economia di mercato cecoslovacca e poi, dal 1993, ceca. Il recuperò della città favorì la partenza del turismo tedesco e successivamente anche internazionale. L’ingresso della Repubblica Ceca nell’Unione Europea e l’apertura dei confini fece il resto, contribuendo alla nascita di un’economia fortemente basata sul turismo, sia quello mordi e fuggi che quello ambientale nell’intero comprensorio. Nel 1992 Český Krumlov è entrata a far parte del patrimonio mondiale e culturale dell’Unesco, altro importante elemento che ha contribuito al recupero del centro cittadino.

Brevi e lunghi soggiorni

Durante la mia prima visita restai poche ore, esattamente come i passeggeri cinesi e giapponesi dei tantissimi autobus che giornalmente partono al mattino da Praga per rientrare alla sera. Český Krumlov si può prestare al turismo di un giorno come può meritare una sosta molto più lunga. Alcune ore possono essere sufficienti per comprendere il tessuto urbano e per salire al castello, che permette una visione dall’alto. Con poco tempo a disposizione ci sarà modo di assaggiare la birra prodotta in loco come di degustare i piatti tipici della tradizione gastronomica centroeuropea. Se invece si sceglie di dedicarsi alla città per un periodo più lungo ci si accorgerà dell’ampiezza dell’offerta che il luogo offre per alloggiare: dalle residenze d’epoca agli appartamenti in affitto, hotel o bed and breakfast, ostelli o agriturismi nelle vicine campagne. Del resto anche il film dell’orrore Hostel è stato girato proprio a Cesky Krumlov.

Uno degli elementi da vivere è il fiume. Oltre alla possibilità di dedicarsi a canoa o rafting, non mancano i percorsi escursionistici a piedi o in bicicletta. Un luogo interessante dove i nostri rally hanno fatto più volte sosta è il complesso sciistico di Lipno nad Vltavou, che d’estate diventa un piacevole centro escursionistico caratterizzato da montagne e dal grande lago artificiale formato da una diga sulla Moldava.

La ripartenza dopo il Covid

Naturalmente l’annata turistica 2020 è stata molto sottotono rispetto alla recente storia della cittadina boema. Oggi c’è la convinzione che il turismo possa ripartire proprio da luoghi a misura – e a distanza – d’uomo. Luoghi immersi nella storia e nella natura permettono di vivere quel turismo lento di cui si sente la necessità nella fase di ripartenza post-Covid. Český Krumlov sta ripartendo con questa consapevolezza e anche con prezzi e pacchetti misurati per il turismo familiare. Le dinamiche che hanno permesso ad un comprensorio come questo di diventare ambìta meta turistica e di poter giocare le proprie carte nel post-Covid sono le stesse replicabili in molte aree della penisola italiana.

Český Krumlov nostra portafortuna

Fino ad oggi il Czech New Energies Rallye di Český Krumlov è stato uno dei migliori dal punto di vista organizzativo, permettendo ai concorrenti di alternare una serrata e complessa competizione con momenti piacevoli in una regione affascinante. Dopo aver saltato causa Covid l’edizione 2020, siamo stati ben felici di tornare in gara in quella 2021, oltre che di ottenere un ottimo terzo posto.

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