Confcommercio chiama alla mobilitazione: “Il 4 maggio negozi aperti dalle 10,30 alle 13”

Iniziativa in tutta la Toscana. Anna Maria Cantucci a TeverePost: “Azione simbolica, non faremo entrare clienti”

Anna Maria Cantucci

Anna Maria Cantucci (immagine di Confcommercio Arezzo)

Aprire tutti gli esercizi commerciali e i pubblici esercizi dalle 10,30 alle 13. È questa la forma di protesta indetta da Confcommercio Toscana per sollecitare un anticipo di due settimane nel programma di ripartenze previsto nella fase due: l’associazione di categoria chiede di riaprire il 4 maggio anziché il 18 i negozi al dettaglio, e il 18 maggio anziché il 1° giugno i bar e i ristoranti. La presidente regionale di Confcommercio Anna Lapini aveva spiegato ieri che la richiesta di anticipo era stata avanzata a tutti i prefetti della Toscana e al presidente della Regione Enrico Rossi, perché se ne facessero portatori nei confronti del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

A rafforzare la proposta arriva la protesta del 4 maggio. “È una mobilitazione simbolica”, spiega la presidente di Confcommercio Valtiberina Anna Maria Cantucci, contattata questa mattina da TeverePost: “consiste semplicemente nel rialzare le serrande, aprire le porte e riaccendere tutte le luci dalle 10.30 alle 13. Non faremo entrare clienti, insomma. Ma è il nostro modo per ricordare a tutti, opinione pubblica e autorità, che ci siamo e siamo in grande sofferenza. La priorità per noi come per tutti, per carità, è la salute e la necessità di evitare il contagio, ma non di meno siamo preoccupati per i problemi economici delle nostre imprese, per il futuro delle nostre famiglie e di quelle dei nostri collaboratori. Il Covid -19 non è colpa di nessuno, ma tutti dovremmo aiutarci a superare la situazione, invece ci sentiamo abbandonati completamente dal Governo. Non chiediamo la carità, ma solo quello che ci spetta dopo una vita passata a cercare di far tornare i conti in periodi molto lunghi di moria di clienti, sempre pagando le tasse, i contributi, gli affitti, l’Iva e chi più ne ha più ne metta. Ci aspettavamo contributi a fondo perduto invece ci hanno dato sistemi per indebitarci ancora, poi abbiamo chiesto bollette annullate, sostegno per pagare gli affitti, tasse ridotte al minimo. Ma soprattutto vorremmo riaprire il prima possibile per cercare di far ripartire il motore della nostra impresa. Con il virus dovremo purtroppo imparare a convivere. A noi non spaventa rispettare le regole, lo abbiamo fatto finora senza battere ciglio, non siamo incoscienti e vogliamo sicurezza per noi e i clienti. Andare avanti così, senza prospettive, è impossibile”, conclude la presidente di zona dell’associazione di categoria.

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