• Chi siamo
  • Redazione
  • Contatti
  • Privacy
redazione@teverepost.it
Nessun risultato
Tutti i risultati
lunedì 16/06/2025
TeverePost
  • Home
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Cronaca
  • Sport
  • Cultura
  • Eventi
  • Rubriche
    • Profili d’Autore
    • Valtiberini nel mondo
    • Gastronomia consapevole
    • Oltre il Tevere
    • Visioni in sala e salotto
  • Home
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Cronaca
  • Sport
  • Cultura
  • Eventi
  • Rubriche
    • Profili d’Autore
    • Valtiberini nel mondo
    • Gastronomia consapevole
    • Oltre il Tevere
    • Visioni in sala e salotto
Nessun risultato
Tutti i risultati
TeverePost
Nessun risultato
Tutti i risultati

Il Centro delle tradizioni popolari, prezioso custode della vita contadina tifernate

Alla scoperta di una tipica casa di campagna umbra che fu adibita a museo nel 1974 per volontà dello studioso Livio Dalla Ragione

di Desyrè Baldacci
26/04/2021
in Cultura
Lettura: 8 min.

Centro delle tradizioni popolari

A Città di Castello, in località Garavelle, è possibile visitare un originalissimo museo che custodisce, al suo interno, i segreti di una tradizione fatta di cose semplici, ma autentiche e genuine. Il Centro delle tradizioni popolari “Livio Dalla Ragione” è ospitato all’interno di un’antica casa colonica di pertinenza di villa Cappelletti, edificio cinquecentesco di proprietà del marchese Gioacchino che alla sua morte, nel 1969, decise di lasciare in eredità la villa e gli annessi alla Cassa di Risparmio di Città di Castello per destinarli ad un uso pubblico. Il museo è stato istituito nel 1974 per volontà di Livio Dalla Ragione, studioso e appassionato di cultura popolare, grazie al quale oggi è possibile ammirare e conoscere la vita di campagna di un tempo (non troppo lontano). Abbiamo visitato il suggestivo museo accompagnati da Isabella Consigli di “Poliedro” che, con i suoi racconti, ci ha permesso di “toccare con mano” le radici della nostra tradizione, girando fra gli originali ambienti di una tipica abitazione dell’Alta valle del Tevere. 

Gli esterni della casa colonica 

All’esterno si trova un grande spazio verde che, una volta, ospitava l’aia, area in cui si trovavano liberi animali di piccole dimensioni come oche e galline.  A fianco della casa, il capanno fungeva da rimessa per gli attrezzi agricoli. Qui si trovano i mezzi tipici legati all’agricoltura, alcuni dei quali realizzati personalmente dal contadino che, nei momenti in cui c’era meno lavoro nei campi, si costruiva da solo tutto ciò che poteva essergli utile per il lavoro quotidiano. Fra gli attrezzi, oltre a carretti ed antichi trattori, presente anche la “treggia”, simile ad una slitta che veniva attaccata ai buoi e impiegata nei lavoro in campi dissestati che non avevano strade agevoli per raggiungerli. Immancabile il seccatoio del tabacco, posto a lato del capanno. 

All’interno della casa: il piano terra 

Anticamente, al piano terra si trovavano le stalle, mentre oggi qui sono stati sistemati tutti gli strumenti e gli attrezzi che servivano per la cura degli animali e per il lavoro agricolo. Entrando, si notano le antiche mangiatoie, i gioghi, le “canicce” utilizzate per il trasporto dell’erba, i rastrelli, i trincia foraggio e le “gerle”, piccole ceste usate per trasportare gli animali di piccole dimensioni. Quando tornavano dal lavoro nei campi, gli animali erano trattati con cura, in quanto erano un aiuto fondamentale e prezioso per il lavoro nei campi. Uno spazio era dedicato alla cantina: oggi si trovano conservate damigiane, fiaschi e “caratelli” per conservare il vin santo. Il contadino era molto gioviale e sopra la tavola non doveva mai mancare un fiasco di vino da offrire agli ospiti. È stato ricostruito anche un frantoio che non era presente in tutte le case: si può vedere la vecchia macina in pietra che veniva girata dall’asinello, instancabile lavoratore. Da qui usciva una pasta di olive che, non ancora olio, veniva posta nel torchio all’interno di ceste in corda intrecciata dette “fiscoli”. Con l’aiuto di acqua calda si procedeva, successivamente, all’estrazione dell’olio vero e proprio, tenuto con grande cura dalla famiglia ed utilizzato per condire solo alcuni alimenti.

Al piano superiore: la grande cucina e la camera da letto 

All’interno della grande cucina si svolgeva gran parte della vita della famiglia. La casa era suddivisa in maniera molto diversa dalla nostre, servivano ampi spazi per condividere la quotidianità con tante persone, genitori, zii e cugini. Non mancavano mai un grande tavolo ed un camino: dal fuoco dipendevano tutte le attività della giornata, dal riscaldamento alla cottura degli alimenti. La famiglia che abitava qui era fortunata, in quanto aveva il forno all’interno della cucina, generalmente posto all’esterno. Il forno veniva utilizzato per la cottura del pane, rigorosamente fatto in casa con lievito rigenerato ogni volta. Venivano sfornate tante pagnotte che duravano per tutta la settimana e, anche il pane secco, non si buttava, ma veniva dato come alimento agli animali. Vicino al camino si trova un oggetto molto particolare: la lavatrice. Si tratta di un grande contenitore in coccio per lavare il bucato, posto vicino al camino perché serviva acqua calda e cenere, quest’ultima utilizzata per disinfettare. Non si buttava via nulla, tanto che anche la miscela di acqua e cenere, detta “ranno”, veniva utilizzata per lavare i pavimenti o i capelli dei bambini. Nella cucina, la dispensa era incassata all’interno del muro e chiusa a chiave, rigorosamente tenuta dalla donna di casa che si occupava della suddivisione delle pietanze, dagli adulti ai bambini. La camera da letto contiene tutti gli oggetti tipici della vita contadina: letto in ferro battuto, materasso fatto con foglie di granturco, comodini in cui non potevano mai mancare i santini. Sopra al letto è posizionato il “prete”, utilizzato per scaldare le lenzuola prima di coricarsi. Ci sono molti oggetti legati alla cura dei bambini: oltre alle culle, un particolarissimo girello senza ruote, utilizzato per posizionare i bambini  e farli stare in piedi. Anticamente, c’era l’usanza di fasciare i bambini dalla testa ai piedi e le donne più anziane dicevano che fasciandoli sarebbero cresciuti più dritti. Una volta sfasciati, però, erano molto deboli a livello muscolare e questo girello li aiutava a sorreggersi da soli.

Gli antichi granai al piano secondo

Negli antichi granai oggi sono stai ricostruiti piccoli spazi dedicati agli antichi mestieri. Fra questi, il ciabattino che si occupava di risistemare le vecchie scarpe rotte. Le scarpe anticamente erano fatte in pelle con la suola in legno. Queste si consumavano facilmente e per rinforzarle venivano messe delle suole in ferro. Dall’altra parte della sala, è conservato tutto quello che occorreva per la tessitura. In quasi tutte le famiglie contadine erano presenti telai manuali per produrre ciò che serviva per la quotidianità. I vestiti non venivano buttati, ma si passavano di figlio in figlio, rammendandoli con grande cura ed attenzione.  Le donne erano delle grandi lavoratrici e l’intera gestione della casa era affidata alla loro sapienza.  

Eventi e laboratori pensati per i più piccoli

Isabella ci dice che “spesso all’interno del museo organizziamo laboratori per avvicinare i bambini alle nostre tradizioni. Insegniamo loro a fare la nostra famosa ciaccia con semplice impasto di acqua e farina che poi viene cotta nel fuoco. Organizziamo laboratori pensati per avvicinare i più piccoli alle produzioni dell’orto: li facciamo piantare semini per far vedere loro come si coltivano gli ortaggi. Tanti laboratori sono pensati per ricreare gli antichi giochi: nel passato si giocava con cose semplici, oggettini costruiti dai nonni, tipo fionde in legno, barchette con gusci delle noci o bambole con lana intrecciata. Qui ospitiamo anche feste di compleanno in cui organizziamo attività per piccoli gruppi di bambini che possono, così, trascorrere un pomeriggio diverso dal solito scoprendo tante cose belle che prima non conoscevano. I genitori sono sempre molto entusiasti e noi, di questo, ne siamo molto felici”.

Tags: AltotevereCentro delle tradizioni popolariCittà di Castello
CondividiTweetInviaCondividiInvia

Altri articoli

Città di Castello, presentata la nona edizione di “Only Wine Festival”

Città di Castello, presentata la nona edizione di “Only Wine Festival”

di Desyrè Baldacci
22/04/2022
0

Palazzo Vitelli a Sant’Egidio ospiterà la manifestazione enoica dedicata ai giovani produttori e alle piccole cantine. Castellani: “Quest’anno torniamo in veste completa”.

A Città di Castello il precetto pasquale dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri 

A Città di Castello il precetto pasquale dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri 

di Desyrè Baldacci
12/04/2022
0

In tanti hanno preso parte alla cerimonia che si è svolta domenica presso la chiesa di Santa Maria Maggiore. Da Monsignor Domenico Cancian riconoscenza e gratitudine all’arma.

“Pasqua tra Umbria e Toscana”, presentata la settima edizione della manifestazione

“Pasqua tra Umbria e Toscana”, presentata la settima edizione della manifestazione

di Desyrè Baldacci
06/04/2022
0

L’iniziativa culturale, promossa dalla Diocesi di Città di Castello e dalla direzione del Museo del Duomo, si svolgerà in Altotevere dal 9 aprile al 12 maggio. Undici i comuni che...

Città di Castello, riparte il campionato regionale di nuoto FISDIR e FINP

Città di Castello, riparte il campionato regionale di nuoto FISDIR e FINP

di Desyrè Baldacci
04/04/2022
0

Dopo due anni di stop causa Covid domenica 3 aprile presso la piscina comunale tifernate si sono svolte le gare riservate ai ragazzi portatori di disabilità fisica ed intellettivo-relazionale.

ASP “G.O. Bufalini”, Giovanni Granci è il nuovo presidente

ASP “G.O. Bufalini”, Giovanni Granci è il nuovo presidente

di Desyrè Baldacci
01/04/2022
0

Presentato il nuovo Cda per il quadriennio 2022/2026. Fra i componenti anche Paola Baldicchi, Francesco Gnoni, Elisa Volpi e Marcello Minelli.

Prossimo Post
Covid: otto nuovi contagi nei comuni della Valtiberina, un decesso ad Anghiari

Covid: in provincia di Arezzo 70 casi, di cui 3 a Sansepolcro

Sabato la sfida con Terni, le ultime dalla New Volley Borgo Sansepolcro

Sabato la sfida con Terni, le ultime dalla New Volley Borgo Sansepolcro

IN EVIDENZA

Il Centro delle tradizioni popolari, prezioso custode della vita contadina tifernate

26/04/2021
Stefano Rosso: libero pensatore della chitarra (e dello spinello)

Stefano Rosso: libero pensatore della chitarra (e dello spinello)

28/01/2021
Macedonia d’inverno sotto spirito

Macedonia d’inverno sotto spirito

18/12/2021
Ca' Raffaello

Confini curiosi: Ca’ Raffaello, l’isola amministrativa più grande d’Italia

25/05/2020
ADVERTISEMENT
TeverePost

Quotidiano online edito da:
Ass. Cult. PostComunicazione
Via Senese Aretina, 155
52037 Sansepolcro (AR)
P.I. 02362150514
Email: redazione@teverepost.it

Privacy Policy Cookie Policy Termini e Condizioni

ARCHIVIO

CATEGORIE

  • Attualità
  • Cronaca
  • Cultura
  • Economia
  • Eventi
  • Gastronomia consapevole
  • Notizie
  • Oltre il Tevere
  • Politica
  • Profili d'Autore
  • Pubbliredazionale
  • Sport
  • Valtiberini nel mondo
  • Visioni in sala e salotto

FACEBOOK

INSTAGRAM

Seguici

    The Instagram Access Token is expired, Go to the Customizer > JNews : Social, Like & View > Instagram Feed Setting, to refresh it.
  • Contatti
  • Disclaimer
  • Privacy
  • Cookie

© 2020 TeverePost - Testata giornalistica registrata c/o Tribunale di Arezzo n.1 06/03/2020. Direttore responsabile: Alessio Metozzi.

Nessun risultato
Tutti i risultati
  • Home
  • Attualità
  • Politica
  • Cronaca
  • Economia
  • Sport
  • Cultura
  • Eventi
  • Rubriche
    • Profili d’Autore
    • Valtiberini nel mondo
    • Gastronomia consapevole
    • Visioni in sala e salotto
    • Oltre il Tevere

© 2020 TeverePost - Testata giornalistica registrata c/o Tribunale di Arezzo n.1 06/03/2020. Direttore responsabile: Alessio Metozzi.