“Le amministrazioni valtiberine aderiscano alla campagna #mangiaitaliano”

Parliamo dell'appello di Coldiretti a sostegno dell'agroalimentare con il responsabile di zona Patrizio Pecorari, che ci illustra le difficoltà delle aziende del settore

Patrizio Pecorari

Foto di Coldiretti Arezzo

È l’iniziativa in favore del made in Italy il cavallo di battaglia su cui Coldiretti ha scelto di puntare per sostenere l’economia del Paese e in particolare il settore agroalimentare: “Anche in questi momenti di emergenza la catena produttiva, logistica e distributiva è riuscita a garantire i beni necessari a tutte le famiglie”, ci spiega il responsabile di zona della Valtiberina di Coldiretti Patrizio Pecorari. “Il modo per ringraziare tutte queste persone del loro sacrificio e del loro forte senso di responsabilità è uno: ogni volta che puoi chiedi e compra prodotti italiani. Per parte nostra faremo tutti gli sforzi necessari per questi obiettivi, e invitiamo tutte le organizzazioni dell’agroalimentare ad aderire a questa battaglia, fatta nell’interesse di una filiera virtuosa, dei cittadini e di tutto il Paese. A questo scopo”, puntualizza Pecorari, “chiediamo anche alle amministrazioni comunali di darci supporto e di incoraggiare i cittadini della Valtiberina a scegliere con attenzione prodotti made in Italy, aderendo anche a livello locale alla campagna #mangiaitaliano lanciata da Coldiretti su scala nazionale”.

Oltre che promuovendo questa campagna, in che modo interviene Coldiretti?

“Monitoriamo costantemente a tutti i livelli l’evolversi di una situazione in rapida mutazione, abbiamo rivisto i nostri metodi di rapporto e di rappresentanza con gli associati, senza mai fermarci, proseguendo a dare servizi alle imprese e affrontando le problematiche che le aziende quotidianamente vivono. Per esempio informiamo tempestivamente gli associati in merito alle indicazioni e alle normative che si susseguono, affinché sappiano come agire. Stiamo inoltre prestando attenzione a proroghe, scadenze, garanzie e a tutti gli atti concreti di supporto alle aziende.
Ci occupiamo anche di servizi alla persona, con le consegne a domicilio di pacchi che le nostre aziende preparano con le grandi eccellenze del territorio: ortofrutta, carne, formaggi, miele, vini. Un servizio per la collettività e per i più anziani”.

Continuano inoltre i mercati di Campagna Amica.

“Sì, in quei comuni dove ci è stata data la possibilità di proseguire non li abbiamo fermati di un solo giorno. A Sansepolcro per esempio è possibile trovare i nostri produttori ogni giovedì mattina”.

Come valutate gli interventi messi in campo finora dalle Istituzioni?

“Il decreto Cura Italia ha fornito le prime misure a sostegno dell’agricoltura, a partire dalla cassa integrazione, sia quella ordinaria (CISOA) che quella straordinaria da COVID-19, le indennità per i lavoratori autonomi (coltivatori diretti e IAP) e per gli operai a tempo indeterminato, misure a sostegno della liquidità, interventi sui fondi di garanzia. Coldiretti ha poi ottenuto dal Governo il chiarimento sul via libera alla vendita di piante e fiori in supermercati, mercati, punti vendita e vivai. Proprio il florovivaismo è tra i settori che soffrono maggiormente e si preparano ad affrontare una crisi senza eguali, così come il vitivinicolo e l’agriturismo. Si pensi in quest’ultimo caso a tutte le strutture presenti nel territorio, che in un primo momento hanno visto la cancellazione di tutte le prenotazioni e poi il blocco totale dell’attività”.

Quali ulteriori iniziative occorrono?

“Servono azioni concrete di supporto come la sospensione di un anno dei contributi dal punto di vista fiscale e lavoristico. Questo intervento consentirebbe, passata questa fase che tutti ci auguriamo termini al più presto, di ripartire con forza”.

Dopo l’emergenza sanitaria quale sarà la direzione da seguire?

“Quello che eravamo prima di questa pandemia non lo saremo più, quindi dovremo essere in grado di guardare al presente e al futuro con uno slancio nuovo, sulla base delle nuove condizioni che l’emergenza ci ha messo di fronte. Servirà una grande politica di promozione dell’agroalimentare italiano in tutti i suoi settori e a tutti i livelli, dal governo centrale fino al piccolo comune di montagna. Il nostro valore più grande, la nostra distintività, la peculiarità del nostro essere italiani, toscani, aretini e valtiberini dovrà ricordarci ogni giorno delle nostre grandissime forze e potenzialità”.

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