Sansepolcro, come invertire la tendenza allo svuotamento del centro

Servono progetti complessi e coraggiosi per recuperare gli spazi dismessi, sostenere le imprese creative e sviluppare modelli abitativi innovativi

TeverePost continua il percorso di esame del Piano strategico per lo sviluppo culturale di Sansepolcro, documento elaborato da Anci Toscana con la partecipazione di circa cinquanta realtà cittadine pubbliche e private. Vediamo oggi la terza linea di intervento proposta a completamento del percorso per centrare l’obiettivo del rafforzamento del sistema culturale urbano (qui e qui le prime due linee). L’ultima serie di azioni riguarda il coinvolgimento degli operatori economici per mettere a punto quattro tipologie di intervento.

Ci si concentra in primis, ipotizzando un lavoro di dieci mesi, sulla questione dell’insediamento di attività nei locali e piccoli immobili dismessi. Si propone di mappare insieme ai proprietari luoghi pubblici e privati non in uso dove poter svolgere attività culturali, artigianali e turistiche, eventualmente anche transitorie. Gli spazi verrebbero assegnati in gestione tramite bando al termine di un percorso che prevede di individuare strumenti contrattuali e regolativi anche di natura innovativa; e di intervenire sia con agevolazioni fiscali, contributi ed altre facilitazioni pubbliche, sia con risorse private per mezzo di sponsorizzazioni e raccolte fondi.

Sempre in tema di recupero di spazi dismessi, la seconda azione di questa linea del piano riguarda l’attivazione di nuove forme di partenariato pubblico-privato per il riuso di immobili che necessitano di interventi di altra scala rispetto a quelli del punto precedente. Si tratta di edifici dal passato glorioso, ma che oggi, col mutare delle esigenze della cittadinanza, non riescono a trovare una nuova funzione. “Luoghi”, dice il piano, “che, nel rispetto del passato, devono inevitabilmente trovare una collocazione nel presente e soprattutto nel futuro di un tessuto urbano”. Il documento esplicita quattro esempi: l’ex Manifattura dei Tabacchi, lo stabilimento storico della Buitoni in via Francini, Palazzo Muglioni, già individuato come possibile sede del museo della pasta, e infine la Fortezza, che il gruppo di lavoro dell’Anci definisce “tuttora incredibilmente in forte stato di abbandono e decadenza”.

La proposta è quella di mappare, anche in questo caso, i luoghi pubblici e privati su cui intervenire, elaborare un piano di recupero sulla base del Regolamento urbanistico vigente o ipotizzando varianti, e quindi attivare un tavolo di concertazione sulla destinazione d’uso. A questo punto, mentre si possono individuare delle funzioni transitorie “compatibili con lo stato esistente dei luoghi”, il percorso dovrebbe andare avanti con il reperimento di risorse anche mediante finanziamenti europei, concorsi di idee e infine affidamento dei lavori attraverso concessioni, project financing o altre formule di partenariato pubblico-privato. Un percorso articolato e complesso, che il piano ritiene realizzabile in 36 mesi.

La stessa tempistica di tre anni è prevista per la terza azione proposta dal piano, cioè la riqualificazione del patrimonio abitativo. Partendo dalla constatazione del progressivo svuotamento del centro storico che si è registrato a Sansepolcro come in tutte le città negli ultimi decenni, ci si pone l’obiettivo di invertire la tendenza “riportando persone e funzioni essenziali a servizio dell’uomo (negozi di prossimità, attività socio-culturali, servizi educativi, ecc.) e dando una risposta certa e sicura anche all’esigenza abitativa”. A questo scopo il piano fa riferimento al progetto di recupero di parte del Magazzino dei Tabacchi contenuto nel Regolamento urbanistico e alla necessità di individuare anche nuovi spazi, per rispondere in modo adeguato alle esigenze di “riqualificazione sostenibile del patrimonio abitativo e incremento dell’offerta abitativa sociale”. Rivolta, quest’ultima, in particolare ai giovani ed alle nuove famiglie, puntando anche su modelli innovativi di co-housing e social housing.

Il quarto ed ultimo intervento presentato riguarda l’attivazione di nuove imprese legate alla cultura e alla creatività. Si ritiene in questo caso necessario ravvivare la tradizione culturale, artigianale e industriale di Sansepolcro attraverso politiche fiscali e finanziamenti a fondo perduto pubblici e privati che agevolino la nascita di imprese creative. Il gruppo di lavoro ipotizza che in sedici mesi si possa analizzare il tessuto economico-produttivo, identificare le filiere creative su cui investire e attivare interventi per colmare le eventuali lacune che queste presentino. Provvedere quindi ad individuare le risorse, ad attivare misure incentivanti perché le attività si concentrino nel centro storico e a mettere a disposizione ambienti, sempre sia pubblici che privati, per dare vita a laboratori, open office, spazi di co-working.

Con la presentazione di queste quattro proposte di azione, è completato un primo esame delle linee di intervento finalizzate a rafforzare il sistema culturale urbano. Vedremo prossimamente come il gruppo di lavoro dell’Anci suggerisce di centrare gli obiettivi della programmazione partecipata e della proiezione territoriale del patrimonio di Sansepolcro.

Leggi anche:

Exit mobile version