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Come si diventa console di San Marino a Londra

L'amministratore delegato di Tratos UK Maurizio Bragagni è stato ospite di TeverePost per parlare del suo ruolo diplomatico

di Emanuele Calchetti
25/09/2020
in Attualità
Lettura: 5 min.
Come si diventa console di San Marino a Londra

Maurizio Bragagni, CEO di Tratos UK, dal novembre 2019 è console onorario della Repubblica di San Marino a Londra. Sulla genesi di questa particolare nomina e sui compiti che ne derivano l’imprenditore di Pieve Santo Stefano ha parlato con TeverePost.

Come nasce il rapporto con San Marino?

Alle ultime elezioni ebbi l’idea di candidarmi per il Senato della Repubblica nella circoscrizione estero per la Democrazia cristiana, affiliata al Partito conservatore britannico. Durante la campagna elettorale dovetti incontrare tutte le comunità europee, tra cui quella di San Marino. Inoltre come vicepresidente della camera di commercio italiana nel Regno Unito sono stato il tramite per un accordo, che tuttora esiste, affinché la camera di commercio sammarinese avesse un desk presso quella britannica. Alla luce di questi due episodi mi è stato chiesto dall’allora segretario di stato Nicola Renzi, che tra l’altro non era della mia area politica, se fossi interessato a dare una mano a San Marino nei rapporti con la Gran Bretagna, in particolare in questa fase di Brexit. Facendomi presente che, essendo San Marino un’istituzione nata dalle ceneri dell’Impero romano, tutte le cariche pubbliche non sono remunerate. Ho accettato e sono diventato console a Londra, sono capomissione e quindi la più alta autorità sammarinese in Gran Bretagna, anche perché gli ambasciatori non sono residenti.

In cosa si traduce concretamente questo ruolo?

L’attività consolare principalmente è quella di difendere gli interessi dei cittadini che si trovano nella nazione ospitante, quindi ci sono tutta una serie di attività, dal rilascio dei passaporti alla gestione dell’anagrafe, al tenere insieme la popolazione sammarinese in tutta la Gran Bretagna: è una piccola popolazione, ma la Gran Bretagna è grande! In particolare il periodo di Covid è stato molto impegnativo, perché dovevamo essere interfaccia tra i cittadini sammarinesi e le autorità locali, quindi dover insistere per farli ricoverare o rimpatriare. A un certo punto per esempio ci siamo trovati con alcuni studenti, sei o sette, che erano in varie università britanniche e abbiamo dovuto rimpatriarli entro il 30 di marzo, con tutti i voli cancellati come era in quel periodo.

Inoltre vengono svolte anche attività di promozione.

Esatto, effettuiamo la promozione delle attività sammarinesi presso le istituzioni britanniche, il parlamento, il governo, il primo ministro. Questo per due motivi: uno perché San Marino è uno Stato sovrano che ha peso in moltissime attività internazionali – vota all’Onu come la Russia o gli Stati Uniti; in più San Marino è sopravvissuta durante 1720 anni di storia soltanto grazie alla diplomazia, non certo all’esercito. Quindi il fatto che uno Stato e tutti i suoi cittadini siano soggetti alla legge anche a livello internazionale è essenziale per San Marino, che non può consentire l’ingerenza di uno Stato in un altro Stato per qualunque motivo. Il motivo è evidente, perché San Marino la puoi occupare in tre minuti. Ecco, tutta questa parte di promozione presso le istituzioni è direttamente afferente a me.

In più c’è una funzione importante di promozione economica e culturale. In questo momento San Marino sta per lanciare un bond da 500 milioni e lo lanciamo nella City, quindi la presenza dell’autorità consolare e dell’autorità diplomatica è fondamentale per poter sostenere e semplificare questo lavoro. Come è fondamentale in vista della Brexit anche un rapporto bilaterale tra San Marino e la Gran Bretagna. Questo è un aspetto che nei dettagli è più nella competenza dell’ambasciata, però il mio ruolo è quello di fare lobby, perché è molto più semplice che si mettano d’accordo due persone che hanno mangiato insieme piuttosto che due persone che non hanno nulla in comune.

L’altro grande lavoro è quello di supportare un’opera culturale molto importante e molto difficile che però in Gran Bretagna trova terreno fertile, che è il concetto di democrazia moderna. San Marino e la Gran Bretagna hanno in comune di non avere costituzioni scritte e di non aver avuto l’invasione napoleonica, come del resto l’occupazione tedesca. Questo significa che San Marino non ha la divisione dei poteri: il consiglio grande e generale sammarinese è tutto il potere, i capitani reggenti sono capi di stato, di governo e di parlamento e ultima autorità giudiziaria, così come la regina in Gran Bretagna. Cos’è che però rende questi due paesi due democrazie millenarie? L’accountability, il fatto che il parlamentare è responsabile verso il popolo e deve dare conto all’eletto. A San Marino andando in giro con i capitani reggenti e con i segretari di stato noti che qualcuno li ferma e gli dice che gli deve parlare; analogamente, io andavo in giro con Theresa May quando era primo ministro, lei aveva un calendario e tutti i fine settimana andava nella sua circoscrizione, a bussare casa per casa: c’era chi ti chiudeva la porta in faccia e chi ti invitava a prendere un tè e a parlare di cosa va e cosa non va nella circoscrizione. Per San Marino questa cosa è fondamentale, e in questo momento è particolarmente importante anche perché si sta chiedendo l’associazione con l’Europa. È evidente che un’Europa che chiede una corte costituzionale indipendente o un consiglio superiore della magistratura contrasta con 1720 anni di storia. L’Europa aveva chiesto la stessa cosa all’Inghilterra, mentre prima in Gran Bretagna la corte suprema era formati dagli alti giudici delle corti d’Inghilterra, che fanno parte della House of Lords. Quando è stato spezzato questo sistema e nel 2008 si è creata la corte suprema avete visto cosa è successo: durante la Brexit è andata in corto circuito con il parlamento, perché non puoi avere una corte suprema se non hai un testo rigido, ma che si basa su consuetudini.

Per svolgere queste attività il consolato ha uno staff?

Abbiamo un personale del consolato, grazie anche al fatto che abbiamo la possibilità di avere degli stagisti: c’è un grandissimo numero di persone che vogliono venire a fare lo stage a Londra, quindi abbiamo un gruppo di persone, anche se il grosso è dato dal personale che segue me personalmente, quindi il personale della Tratos. Con il nostro staff siamo in grado di organizzare eventi e iniziative. Tra queste – e ritorno alla fase dell’emergenza Covid – è da menzionare il fatto che il nostro consolato è stato il primo a lanciare l’aiuto a San Marino. Siamo stati i primi a intervenire mandando nel momento più difficile 10.000 mascherine, che hanno consentito a San Marino di superare la crisi del picco. Era lo Stato con la più alta percentuale di contagiati, in una situazione in cui l’Italia aveva chiuso le frontiere e in più era entrata in vigore la legge europea secondo cui non si potevano esportare materiali sanitari. Quindi San Marino era a corto di medicinali, erano 33.000 persone con un ospedale che non era preparato, anche perché l’ospedale di riferimento per le malattie infettive è lo Spallanzani. La nostra presenza a Londra è stata decisiva, infatti Theresa May e Jeremy Hunt, ex primo ministro e ex ministro degli esteri, hanno lanciato un appello che ha innescato un aiuto internazionale sia monetario che di sostegno al sistema sanitario, senza il quale San Marino non sarebbe riuscito a sopravvivere.

Tags: Maurizio BragagniSan Marino
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