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La mappa – Antichi vocaboli della Valtiberina toscana

Il 98enne Zanetto Innocenti ha messo in rima per noi centinaia di toponimi tradizionali di Sansepolcro e Anghiari, riportando alla memoria luoghi, storie e persone di un tempo che fu

di Redazione
26/07/2021
in Cultura
Lettura: 10 min.
La mappa – Antichi vocaboli della Valtiberina toscana

Zanetto Innocenti mostra il manoscritto de “La mappa”

«Ricordo che da Porta Fiorentina a Giangio del Gatto c’era un grande Piazzone,

serviva per mercati, fiere e come campo sportivo per giocare al pallone.

C’erano: Filò, Pizziolo, Begno, Piccini, Lascolini, Pittaccio e Tinnetanne

e in quel di Violino le donne mietevano e gli uomini legavano le manne.

C’era il Prucino e la stazione, con fochista e macchinista del fumoso trenino

e intorno Mencobello, Chiassarino, Chialino,

Mengrigi, Maestre Pie, Chiappamicce e Mencolino.

A Porta Romana Giovagnoli, Lolo Tricca, la Mela, la Quercia e Porcone,

le vasche “del pallone”, Campaccio, Pincardini e Pampanone,

Borghino, Bronzo, Tognone e Gigioni,

Mantini, Costolino, Cecio, Sagina e Gepponi,

Pisello, Beniamino, Fondaccio, Mezzatorre e la Giardinella

e lì si attraversava il Tevere quando c’era l’oscillante passerella.

La Fiora, Meriggi, Beretta, Martellino, el Frantoio, Rocca, Bruncichino,

Caratello, Mommino, el Gaia, Centinino, Vangalea, Fonte del Tesoro, el Casino,

Manfrone, Onofri, Gnocchino, Marco della Lisa, Rondello,

Casa Bianca, Corpo del Sole, Chierco, Ca’ de Cecco e il Marinello,

la Commenda, Ciaccabullette, Montemiliano, Pompa, Bistaccino, el Ghetto,

Fiordo, Bistecca, Mercati, Molinaccio, Bicecco e Ricciardetto.

Mandrella, Bistagori, Pio, Renzone, Col de la Fossa, Draghi, Mocaia,

Violino de Gricignano, Cerecchio, Malpasso, Torquato e Macinaia.

Fichino, el Caporale, Pallino, Boni, Cica, Bàndala, Baionne, Angino,

Brocco, Tòfano, Locarino e padron Sartino.

Tesi, Buzzo, la Sergia, Bonderedo, Buccione, Bocetta, Terrarossa, Mencarino,

Bistoni, Sacchino, Muncino, Vaiani, Palazzuolo e Settembrino,

Torraccia, Romito, Pipino, el Piri, lo Zoppo, Cesari, Cachino,

Battistoni, Massarotto, Geppottino, Marchigiani, Bacella e Spino.

A Santa Fiora Giorni, Gallino, Stoppino, Gnegno, Lingualdi, Caprone e Campezzone,

il Patron de la Balera, Turicchi, Gobbo, Gildino, Chiaccherino e Gonelone.

Ad Anghiari Scanapino, Scimmia, Borcetta, San Rocco, Gnaccarino e Scucco,

el Rio, Meraville, ‘l Ponte dei Sospiri, Campalla, i Renicci, Sastille e Bricco,

Pietto, Gallo, Cinqueucelli, Cipicchio, Mangiapotenze, Ca’ Sentina,

Ca’ de Lullo, Ca’ de’ Frati, Ca’ Fagiolo e Boiarino,

Lavagni, Motina, Bardellone, Molinello, Ca’ de Marchetto e Spadino,

Mondinino, Mondinone, Crocèto, Capannuccia, Paneasciutto e Micalino.

C’era Maranna il ghiotto di vino, come un mucino era gaio e felice davvero,

al cancello gridava “siete tutti morti?”, ed era vero: era il cancello del cimitero.

C’erano Giusto e l’Ottavia con il bar e la balera della Stazione,

Vandro, Gaudino, Lapini, Gustavo, Giubbone, fra Dames e la Zanetta di Scartone.

Era il tempo del progresso, quando coi soldi finalmente l’acqua andava in su

e nelle sale da ballo si suonava e fischiettava “Zigababa e Zighebù”.

A Gragnano Rengone, Mencaglino ed il reuccio del prosciutto Robertino.

I Mancini, la Berriola, Lacrimini, Puicchi, Priello, la Civetta e Bombolino,

Calcinaia, el Rodeo, la Castellaccia, Pipi del Berro, Taccone e Testerini,

Bicica, Chioccia, Cacare, Gnega, Bricia,

Barogio, Gabrielli, Magni e la Micia,

Villa Goracci, le Vigne, la Villa, Carsidonio e Poggini,

Garzi, Tempesta, Palazzo de Luglio, Chiostrello e Villa Golini,

Chiuco, la Palazzina, Brighella, Pallottino,

Malespese, Sportino e Tordino.

La Conca, il Seccatoio, la Spinella, la Grotta di Catolino,

le Gotiche, Germagnano, Pian de la Capanna e la Casina,

Castelnuovo, lo Sprugnolo, l’Aiola, Cungi, Roselli e Caprone,

Bibbiona, Pippo, Cirulli, Bossolone e Cantone.

Palazzo Sbrolli, Casa del Vento, Pianuglia, Varsitonio, Pozzolo, Giannella,

Lombardile, la Palazza, Brancialino, Fondalalbro, l’Imperatore, Fontanelle,

Monte Vicchi, Prati Alti, el Trocchi, Santarsa, Pian del Cerro,

Molin del Gobbo, i Marrani, i Calzoni, Cerreta e Tamburello,

Colaccia, Pieve Vecchia, Belvedere, Cisa, Villa Fatti, Villa Serena e la Gattona Marinelli.

Poggio della Fame, Chiuchino, Grillo, Meriggi, Beretta, Paternostro, Baiocchino, el Petreto,

Carosciolo, Balicchi, Bellanti, Pacchino, Bistandocchia, Righelli e Farneto.

Sambucheto, Ca’ de Nardo, Breccia, Romitina, Fossatone

Giudizio, Ciampella, Ponte del Diavolo, Roncalina, Cadutina e Cadutone,

Villa Benedetti, Mangiafico, Gavorchio, la Morte, Miolo, Taddeo o Corsino,

Montecasale, la Vigna, Molino Canosci, Basilica e Bigiarino,

Mangiasomari, Paretaio, Mencagliozzo, Cacchietto, Tovagliole, Preditore,

Ca’ de Mencio, Fariccio, Imposto, Pischiano, Vesina e Castiglione.

Bianchi, Giallino, Santa Lucia, Censotti, el Lillo, Brio, Pincardini e Borghino,

el Lele, Barogia, Struggi, Mago, Pezzo e Casino,

Gambacci, Spinoso, Cristo, Bordacca, Sabatini, Bavarella,

Manenti, Facenda, Cucco, Tognarino e Checchella,

Sbrega, Bronzo,Ca’ de Nardo, Pichi, Breccia,

Peroglia, Porcone, Palazzolo, Santonda, Dogana Vecchia.

Rocchio, Dori, Fariccio, Caino, Rondine, Bruncichino,

Pippolone, La Fiora, Caratello e Centinino.

Alcuni notabili del Borgo: il Liscio, che della virata sotto il Ponte fu il campione,

Lili del fatale incontro alla Madonnuccia da Enricone che gli procurò la donna cannone,

Zillone, abile per farse e furberie, che si allenava facendo guanti e spaccava il saccone,

Brachetta, esperto con la sega circolare a lavorare il legno,

el Crudo, specialista delle “micce” e nell’uso specifico dello scalpello,

Lampo, grande artigiano dei ferri per le calzature dei buoi e del cavallo,

Decio, mago dalla possente voce che alle attività cittadine faceva reclame,

Fabbriciani, commerciante internazionale, con due mogli, artista del salame,

Gigi Chène, falegname di antica professione, gustava il vino col palato e col fiuto nasale,

Unghino, pizzicagnolo onorato a Porta Romana e escursionista di Montecasale,

il Boni preparava il caldo migliaccio da vendere in piazza Berta a fette

e tante persone se lo gustavano succhiandolo come fanno le mignatte,

e Storci con la storica Cinquecento gialla,

e la sua “vaga sospetta suspicìa” che a pensarci viene subito a galla.

  • Il Caporale in un ritratto di Franco Alessandrini
  • Unghino raffigurato da Roberto Lanari
  • Il Romano ritratto da Roberto Lanari
  • Benito Fiordelli (Luccione), opera di Stefano Camaiti
  • Calesse in un’immagine recente
  • Angiolino del Caffè di Roberto Lanari

E poi Tintino, el Tapo, la Gambacciani, la Mossida, la Gnazina,

Monza, Zanzara, Luccione, Iaio, Batilaccio, Gagà e Quaglina,

la Rossa del Mangia, il Rosso de Bistagori, Nello de Testatonda, Putiniccia,

Ferramicce, la Gnignella, Pataccone, Sostegno, Guido Lungo e Salsiccia,

Bobini, Pichichio, Matóne, il Polacco, Pocavoglia, el Megra, Gragnola,

Beppe de Fresco, el Moro, Geràsimo, Combi, el Menno, Bacalino e Gocciòla,

Lumi, Cacalumi, Gnarro, Testa de Morto, Nespola, Gigi de Quadrio, Buchino,

el Crudo, Mario de Penna, Pumarola, Barone, Artidoro e Veschino,

Quatòrdici, Moschina, Vasinto, Cùccheri, Broccone,

la Campanina, P.P.M., Grappino, Pressa, Mozzo, Sega, Bèrgamo e Boccone,

Dino del Gamba, Giulio de Mondo, Mancino, Maturo, Riccino, Siciliano,

la Pocciona, Benito de la Pocciona, Napoleone, Bòcare, el Romano.

Frunzo, la Bruna, Bubo, Ermète, Mezzovino, el Fiordelli e Galina,

Beppe Sorca, Tromba Brutta, Pocciolino, Silvio violinista, Alvaro e Vocina,

Mencone, Mario de Penna, Mario de la Riga, l’Arrotina e Mangiamesse,

la Noemi, il Pichino de la Berriola, Aldo Dindelli, Amerigo e Calesse.

La Fischina, la Padelaccia, Nanni de la Giulia, il Baco, il Nano e Berticcio,

il Vecchio, il Trito, Fiesolino, Ruggero, Mino, Lino, el Ciocio e Mario Guercio,

il Tappo, Gigi Buco, Sculacciatopi, Gnicche, il Lalo, lo Sceriffo e Alain Delon,

Bichirillo, lo Stoppino, la Ciuffa, Lampanino e Rotolò.

Bibore, Coniglio, Botta, Rigaccio, Mezzabotta, Mearini e Cagnarrino,

el Menno, Poldo, Melucca, lo Zoppo, Molotov, il Berro, el Palettino,

il Pipi, el Fregno, el Papa, il Fattore, Piedone, Pedone e Candrera,

Turiddu, Marino, el Presidente, Chiasserini-bocciofila-tuttofare e la Rosanera,

l’antica drogheria Vicariucci nel Corso Maestro di donna Rachele d’Arcangelo,

la fabbrica Ingram nella patria dei Panichi e Baragli in viale Michelangelo.

Il cerchio di valle è ormai concluso, con scarna ricerca e alla rinfusa,

per quello che manca o sia di troppo riverisco e chiedo scusa.

Post scriptum: per alcuni suggerimenti ringrazio Ivano de Torquato,

e siccome qualcosa è stato di certo dimenticato

invito chiunque abbia altri nomi a mandare la sua proposta

che sia a voce oppure per mezzo della posta».

Zanetto Innocenti, 98 anni e lo sguardo rivolto al futuro
Tags: Valtiberinavocaboli
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  • La pioggia battente di oggi, un grande classico della manifestazione, non ha frenato l’entusiasmo per il ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima a Sansepolcro. L’evento ha preso ufficialmente il via questa mattina ed accompagnerà l’intero weekend biturgense con i tradizionali banchi degli ambulanti, le esposizioni e gli stand gastronomici. L’amministrazione comunale, che anche nei periodi di maggiore impatto dell’epidemia ha espresso fiducia nella possibilità di riproporre la rassegna dopo due anni di stop, ha voluto celebrare questo appuntamento con una simbolica cerimonia in piazza Torre di Berta alla presenza degli organizzatori e delle autorità locali.

Al taglio del nastro, accanto al sindaco Fabrizio Innocenti, era presente anche il cavaliere Valentino Mercati, patron di Aboca. Grazie alla collaborazione tra il Comune e la locale azienda del settore healthcare è stato possibile inaugurare al meglio la Fiera 2022 con l’installazione al centro della piazza cittadina del grande Dodecaedro di Leonardo. La struttura, caratterizzata al suo interno da una pianta di gelso e già protagonista nel centro di Firenze in occasione delle celebrazioni dedicate al genio rinascimentale, è stata messa a disposizione dalla famiglia Mercati per tutta la bella stagione.
L’articolo completo al link in bio
.
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  • 𝗙𝗼𝘁𝗼𝗻𝗼𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮 - In attesa del ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima, a Sansepolcro è stato installato il grande dodecaedro di proprietà dell’azienda Aboca, già protagonista a Firenze in occasione delle celebrazioni Leonardiane. La struttura, alta circa sei metri e messa a disposizione dalla famiglia Mercati, resterà collocata al centro della Piazza Torre di Berta per tutta la bella stagione. Pochi minuti fa il sindaco biturgense Fabrizio Innocenti ha condiviso una suggestiva immagine che mostra il risultato delle operazioni di installazione, in attesa che cittadini e visitatori possano ammirare di persona l’opera.

Foto: @fabrizio_innocenti_
  • È stato inaugurato questa mattina, al termine dei lavori di restauro, il prezioso affresco di #GerinoDaPistoia che si trova in piazza della Repubblica a Sansepolcro, la “Madonna di Fontesecca”.

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