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Norman Hassan, una vita in viaggio per amore del basket

Intervista al cestista trentenne che, partito da Anghiari, ha calcato i palazzetti di tutta Italia con una palla a spicchi in mano

di Luca Dell'Omarino
12/08/2021
in Sport, Valtiberini nel mondo
Lettura: 5 min.
Norman Hassan, una vita in viaggio per amore del basket

A Caserta nella stagione 2019-2020 (foto messe a disposizione da N. Hassan)

Il basket Norman Hassan lo ha conosciuto perché spronato dalla madre, anch’essa giocatrice, assieme alla quale si è trasferito in tenera età ad Anghiari, riunendosi con i nonni che già vi abitavano. Inizialmente il suo desiderio, come per la maggior parte dei bambini italiani, era quello di diventare un calciatore. È bastato però poco perché cambiasse idea: “Ho fatto il primo allenamento con i ragazzi di Sansepolcro e ho detto subito: voglio giocare a basket – racconta Norman – Da piccolo ero malato: tornavo da scuola, mangiavo, correvo a prendere il pullman e alle 15 ero già al palazzetto. Mi allenavo con tutte le giovanili e rimanevo anche a guardare la prima squadra, sperando che mancasse qualcuno e che mi facessero allenare con loro”.

Ben presto si è presentata un’occasione da agguantare al volo: “Quando avevo 15 anni, il mio allenatore a Sansepolcro, Alessandro Rossi, ci ha portato a fare un’amichevole a Rimini.” Lì Norman e tre altri suoi compagni vengono notati dai Crabs, che all’epoca militavano in Serie A2. “Ci portarono a un torneo in Slovenia e poi facemmo un altro provino. Alla fine venimmo presi soltanto io e Riccardo Strivieri”.

Così, a soli 15 anni, Norman sceglie di lasciare Anghiari per trasferirsi a Rimini: “Mia mamma è scoppiata in lacrime quando sono tornato a casa e le ho detto che volevo andare – ricorda un divertito Norman – Io però sono sempre stato in fuga. Sono un tipo da viaggio”. Nonostante questo, per un ragazzino proveniente da un piccolo paese ambientarsi in quel nuovo contesto non è comunque stato semplice. “I primi anni a Rimini sono stati duri. Avevo momenti di crisi e tornavo quasi tutti i fine settimana. Poi era tutto un andare a scuola e allenarsi: era già quasi un lavoro. Dal secondo anno però ho cominciato a fare amicizie e dal terzo non volevo tornare più”. Hassan passa quindi quattro anni a Rimini, compiendo tutta la trafila nelle giovanili: “In quel periodo sono stato convocato a tutti i raduni della nazionale, anche se non mi hanno mai chiamato per un Europeo per colpa dei soliti giochetti – racconta Norman con un pizzico di rimpianto – Poteva capitare che chiamassero un altro più scarso, magari perché più vicino a qualche dirigente”.

A 19 anni è tempo di fare il grande salto tra i professionisti. Norman descrive così quel momento: “Il mio procuratore mi ha chiesto se avessi problemi a spostarmi. Io gli ho detto di no, e allora lui mi ha mandato a Matera. Più lontano di così!” Sul campo, il primo anno da senior in B1 è andato così così: “Giocavo magari uno o due minuti, mettevo un paio di triple, mi giravo verso l’allenatore allargando le braccia come a dire: cazzo, fammi giocare!” Norman rischia di essere ceduto a una squadra di B2, ma Matera decide di trattenerlo e nel secondo anno, complice anche un cambio in panchina, le cose migliorano notevolmente. Hassan ricorda comunque la sua esperienza in Basilicata come la più bella dal punto di vista umano: “Sono stato da dio e ho conosciuto tante persone che sento ancora oggi. Avevo questa casa molto grande e per tutto l’anno ho lasciato la porta aperta, perché c’era sempre gente che entrava.”

Imola 2015-2016

Norman passa quindi a Riva del Garda, sempre in B1, per poi fare ritorno dopo tre anni a Rimini, in B2. “Arrivo a preparazione già iniziata e parto in sordina, ma poi divento una pedina cardine: domino e mi lasciano carta bianca”. Dopo un ottimo triennio in Romagna arriva la chiamata da Imola: compagine di A2. Lì Hassan vive il suo periodo più felice sul parquet: “In questo ambiente molti allenatori semplicemente ti usano. A Imola invece Giampiero Ticchi, persona fantastica, era spinto soltanto dall’amore per il gioco. Il terzo anno mi chiama con la squadra che non gira e mi fa: Andiamo a cena stasera. Ci siamo ritrovati a parlare di tutto davanti a un bicchiere di vino”.

L’esperienza successiva, quella di Rieti, è invece stata breve e poco piacevole: “La città è davvero brutta e soprattutto ho avuto un pessimo rapporto con l’allenatore”. Soltanto dopo pochi mesi, Norman si trasferisce a Caserta. In una piazza importante in cerca di rilancio, vive due altre buone stagioni, almeno finché non sopraggiunge il Covid: “Io seguivo la cosa già da gennaio. Avevo già comprato le mascherine su internet a ottanta euro e tutti mi prendevano in giro. Quando i miei compagni me le sono venute a chiedere, ovviamente gli ho detto di no”. Con una vena di ironia, Hassan ricorda anche di come Caserta abbia giocato una partita a Milano proprio la sera in cui la Stazione Centrale è stata presa d’assalto. Fortunatamente il treno su cui viaggiava la squadra era già partito da un paio d’ore.

Caserta 2018-2019

Lasciando da parte le note di colore, è indubbio che la pandemia abbia avuto un impatto negativo non indifferente sulla carriera di Norman: “I soldi sono calati. Ti trovi ad oggi che tanti giocatori o rimangono a piedi o smettono. L’anno scorso hanno tenuto le porte chiuse tutto l’anno, e le entrate dei biglietti significano tanto per una società. Oltretutto, la crisi tocca anche le aziende che sponsorizzano le società, che se adesso devono tagliare, la prima voce che cancellano è quella delle sponsorizzazioni sportive”.

Nonostante i disagi, Norman ha comunque continuato il suo viaggio, e dopo essere passato nuovamente per Matera si appresta a cominciare una nuova avventura ad Avellino: altra nobile decaduta della pallacanestro italiana: “A trent’anni voglio fare progetti. Avellino ne ha uno e quindi sono corso subito. Il general manager è quello che ho avuto a Caserta e so che ha ambizioni. Già quest’anno vogliono cominciare a risalire la china”.

Infine, guardando al suo futuro, Norman fatica ancora ad immaginarsi fuori dal basket: “Sono due o tre anni che ho iniziato a pensarci. Il momento dello stop sarà sicuramente scioccante. In questo lavoro hai molta pressione addosso: se vinci va tutto bene, ma se perdi partono subito i casini. Dall’esterno viene visto come un semplice buttare la palla in un canestro, invece è pieno di sacrifici da fare. Però alla fine sono contento: vivo giocando a basket e la passione ti ripaga di tutto. Negli anni ho fatto tanti viaggi e ho tante idee, ma ancora non ho deciso. Il sogno sarebbe aprire un baretto isolato sulla spiaggia e starmene lì tranquillo. Comunque, cerchiamo di far continuare il viaggio per altri quattro o cinque anni”.

Tags: basketNorman Hassan
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Al taglio del nastro, accanto al sindaco Fabrizio Innocenti, era presente anche il cavaliere Valentino Mercati, patron di Aboca. Grazie alla collaborazione tra il Comune e la locale azienda del settore healthcare è stato possibile inaugurare al meglio la Fiera 2022 con l’installazione al centro della piazza cittadina del grande Dodecaedro di Leonardo. La struttura, caratterizzata al suo interno da una pianta di gelso e già protagonista nel centro di Firenze in occasione delle celebrazioni dedicate al genio rinascimentale, è stata messa a disposizione dalla famiglia Mercati per tutta la bella stagione.
L’articolo completo al link in bio
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  • 𝗙𝗼𝘁𝗼𝗻𝗼𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮 - In attesa del ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima, a Sansepolcro è stato installato il grande dodecaedro di proprietà dell’azienda Aboca, già protagonista a Firenze in occasione delle celebrazioni Leonardiane. La struttura, alta circa sei metri e messa a disposizione dalla famiglia Mercati, resterà collocata al centro della Piazza Torre di Berta per tutta la bella stagione. Pochi minuti fa il sindaco biturgense Fabrizio Innocenti ha condiviso una suggestiva immagine che mostra il risultato delle operazioni di installazione, in attesa che cittadini e visitatori possano ammirare di persona l’opera.

Foto: @fabrizio_innocenti_
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  • 𝗦𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝗿𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝘀𝘀𝗼𝗹𝗶, 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗿𝗱𝗼𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝘀𝗲𝗽𝗼𝗹𝗰𝗿𝗼 - La scomparsa del presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha generato commozione anche a Sansepolcro, città a cui l’ex giornalista Rai era molto legato. In particolare, Sassoli era attivo da molti anni nell’Associazione Cultura della Pace, con cui era entrato in contatto grazie allo stretto rapporto con monsignor Luigi Di Liegro, che aveva seguito il percorso del fratello nell’obiezione di coscienza. Dell’associazione Sassoli era socio onorario ed era membro del comitato scientifico dell’omonimo Premio nazionale.
👉 L’articolo completo al link in bio
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@ep_president @culturadellapace @comunedisansepolcro @partitodemocratico @europeanparliament #davidsassoli #sassoli #europa #europe #europeanparliament #president #presidente #culturadellapace #euro #sansepolcro
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