Tra Mosca e Kiev con la testimonianza dei valtiberini che vi abitano

Riccardo Cascianini e Leonardo Trappoloni si trovano rispettivamente nella capitale ucraina e in quella russa, da dove ci raccontano cosa sta davvero succedendo nelle due città al centro dell'attenzione mondiale

Riccardo Cascianini (a sinistra) e Leonardo Trappoloni

Migliaia di italiani vivono e lavorano a Kiev e Mosca e tra questi ci sono due “valtiberini nel mondo” che abbiamo intervistato in passato su TeverePost. Riccardo Cascianini lavora in Ucraina ed è un imprenditore del settore della moda con trascorsi anche in Russia. Leonardo Trappoloni è impegnato da alcuni anni in una delle più importanti pizzerie di Mosca ma in precedenza ha spesso visitato l’Ucraina per lavoro, sempre nel campo della ristorazione. Entrambi sono diretti testimoni delle tensioni internazionali in atto e disponibili a raccontare le loro sensazioni ed impressioni. In una fase dove i media di mezzo mondo trasmettono allarmismo e addirittura rendono nota la data esatta del possibile attacco, che secondo gli americani la Russia dovrebbe sferrare in risposta ad una finta provocazione organizzata ad arte nell’area del Donbass, Riccardo e Leonardo raccontano di una situazione tranquilla nella rispettive città, senza nulla che faccia pensare a problemi imminenti. Riccardo Cascianini e molti altri stranieri presenti in Ucraina hanno ricevuto l’invito dalle rispettive ambasciate ad allontanarsi dal paese in tempi rapidi. TeverePost si è occupato della situazione tra Russia e Ucraina anche nei giorni scorsi.

L’sms che invita gli italiani a lasciare l’Ucraina

Che aria si respira nelle vostre città?

Riccardo (Kiev) – Strana, non si capisce nulla. Per gli ucraini che vivono qui la situazione è assolutamente tranquilla. Oggi è una bella giornata e la gente è tutta in giro con ristoranti pieni. Parli con loro e ti dicono di essere abituati a questa situazione e che nulla di serio succederà. Tutto questo è veramente strano se paragonato a quello che viene raccontato in Italia. Gli ucraini vivono in questa situazione di tensione da quasi otto anni e solo adesso la stampa internazionale dà un certo risalto alla cosa.

Leonardo (Mosca) – A Mosca si respira un’aria tranquillissima. Il tema non è argomento di dibattito tra la gente e nessuno pensa che la Russia potrà invadere l’Ucraina. Addirittura parlando con i miei colleghi di lavoro ucraini capita spesso che sia io che entro sull’argomento dopo aver letto le notizie riportate dai giornali italiani. Davanti ai titoli dei giornali occidentali loro stessi rimangono senza parole.

Che impatto sta avendo questa situazione di tensione sul vostro lavoro e in generale sull’economia dei vostri paesi?

Riccardo (Kiev) – Il mio lavoro, la vendita di articoli di lusso, è rivolto a gente benestante e al momento non c’è alcun impatto di questa situazione nel nostro settore. Anche a causa delle restrizioni Covid i super ricchi continuano a spendere. L’economia nel complesso,invece, subisce qualche contraccolpo, come ad esempio un incremento dei prezzi ai supermercati o di gas ed elettricità.

Leonardo (Mosca) – Essendo tutto tranquillo, senza che nessuno pensi alla guerra, non c’è alcun impatto sull’economia o sul mio lavoro. Nella ristorazione è tutto come prima con locali sempre strapieni. Nessuno è preoccupato per una cosa che non viene vista assolutamente come reale e tanto meno imminente.

Ritenete verosimile che possa realmente cominciare un conflitto armato?

Riccardo (Kiev) – Non lo so. Seguendo le indicazioni dei media internazionali sembrerebbe che la guerra inizierà da un momento all’altro, parlando con la gente del posto no. In sincerità non posso saperlo. Forse lo sanno solo una o due persone al mondo. Non capisco le pressioni che come stranieri in loco subiamo a lasciare il Paese in una situazione al momento tranquilla. Francamente mi disturba il fatto che l’Ambasciata d’Italia non si sia fatta sentire se non attraverso un scarno sms con il consiglio di evacuare, e qualche giorno prima con la richiesta di registrazione nel sito “Dove siamo nel mondo”. Ho provato a telefonare alla nostra rappresentanza diplomatica ma nessuno risponde. Questo mi amareggia in modo particolare. Mi sto organizzando per rientrare ma tutti i voli sono completi. Alla fine ho trovato una soluzione attraverso la Svizzera che mi permetterà di partire nelle prossime ore.

Leonardo (Mosca) – Temo che ci si possa arrivare. Dico questo perché ormai sono troppi anni che viviamo in una situazione strana dove la Russia supporta dei separatisti ribelli in maniera più o meno ufficiale mentre dall’altra parte c’è l’esercito ucraino, supportato dagli Stati Uniti e da parte dell’Europa, che continuano a fare azioni belliche dove muoiono civili. Questa è una situazione che va avanti da molto tempo ma sembra davvero chiaro come Usa, Gran Breatagna e altri paesi Nato stiano cercando un pretesto attraverso continue provocazioni alla Russia. Quest’ultima non si tira indietro, anzi più provocazioni ci sono e più c’è voglia di mostrare i muscoli, per cui sono convinto che prima o poi si arriverà a qualche forma di scontro. Anche in tal caso penso di rimanere a Mosca.

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