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Riccardo Cascianini, il manager anticrisi

Bloccato a Kiev, racconta a TeverePost le sue esperienze tra Russia, Usa e Ucraina

di Redazione
12/05/2020
in Valtiberini nel mondo
Lettura: 5 min.
Riccardo Cascianini

Immagine gentilmente concessa da Riccardo Cascianini

Riccardo Cascianini è un cinquantunenne biturgense con un importante passato nella pallacanestro di Sansepolcro. Da sempre si occupa di moda e dopo una lunga collaborazione con il marchio Ingram ha cominciato ad avere esperienze estere che l’hanno portato recentemente a diventare amministratore delegato della Helen Marlen in Ucraina.

Riccardo, raccontaci dove ti ha portato il mondo della moda e come sei finito a Kiev?

Nel 2007, dopo aver a lungo lavorato con Inghirami, mi trasferii in Russia, più precisamente a Ekaterinburg, importante città oltre i Monti Urali. Qui rimasi sette anni portando avanti l’obiettivo della Weda, l’azienda per cui lavoravo, che era la costruzione del più grande mall del lusso nella regione degli Urali. Ci riuscimmo ed oggi nel centro della città ci sono 25.000 metri quadri distribuiti su sette piani dove si trovano alcuni dei marchi più importanti del mondo. A cavallo tra 2013 e 2014 mi rimisi in gioco con un’azienda ucraina, la stessa con la quale lavoro adesso. Anni turbolenti dato che c’era appena stata la rivolta di Maidan e l’Ucraina era al centro di grossi cambiamenti. Dopo due anni mi arrivò un’offerta per un ruolo importante per la Santoni Calzature negli Stati Uniti con base a New York. Un incarico avuto per tre anni che mi ha portato a viaggiare nel continente americano dal Canada all’Argentina. Non molto tempo fa ho deciso di tornare in Ucraina e riprendere ad essere l’amministratore delegato di Helen Marlen, una società che si occupa di vendita di prodotti di lusso e abbigliamento. Stipuliamo contratti direttamente con brand importanti del mondo del lusso e gestiamo boutique in franchising. Acquistiamo collezioni e ci occupiamo di distribuirle attraverso i nostri negozi.

Panorama di Kiev

Russia 2008, Ucraina 2014 e coronavirus 2020: sembreresti un manager esperto di crisi socio-economiche e rivoluzioni.

Effettivamente la mia esperienza in Russia cominciò proprio con la difficile crisi finanziaria del 2008. Naturalmente ebbe un certo impatto nel mio lavoro ma allo stesso tempo fu stimolante affrontare le problematiche conseguenti e portare a compimento l’obiettivo che l’azienda si era posta. Le rivolte a Kiev a cavallo del 2013 e 2014 hanno portato a cambiamenti nella società ucraina, ma anche in questo caso siamo riusciti a portare avanti il nostro lavoro. Oggi siamo di fronte ad un problema che colpisce l’intero pianeta e non un singolo paese.

Che tipo di conseguenze ha avuto il Covid-19 sul tuo lavoro?

In questo periodo le vendite sono calate di circa il 70% nonostante un aumento del 300% del commercio online. Siamo una realtà solida e contrariamente ad altre aziende noi non abbiamo tagliato posti di lavoro confermando i nostri 1834 dipendenti. Siamo una delle poche aziende con un’assicurazione sanitaria per i dipendenti. Qua l’assistenza sanitaria pubblica non è molto buona, c’è quella privata ma a prezzi molto alti.

In Ucraina non c’è cassa integrazione o sostegni dello stato, quindi questa situazione sta già dando problematiche sociali considerevoli. La perdita di posti di lavoro ha generato un aumento della criminalità e della presenza delle forze dell’ordine in strada. Anche un nostro negozio è stato rapinato durante questo difficile periodo.

Che tipo di diffusione ha il coronavirus in Ucraina?

Alla data del 10 maggio i contagi nell’intero paese ammontavano a poco più di quindicimila persone. I morti sono 391. Qui a Kiev ci sono circa 1.500 contagi e un vero e proprio lockdown non c’è mai stato. Bar, negozi, ristoranti, stadi, cinema, teatri sono chiusi ma non c’è alcun obbligo a restare a casa. Viene raccomandato il distanziamento sociale come maggiore forma di prevenzione. Il virus è arrivato da fuori e le prime persone risultate positive erano di ritorno da località di vacanza europee. In alcune realtà come quelle ecclesiastiche il Covid-19 ha avuto terreno fertile entrando in chiese e monasteri. L’esempio più chiaro è l’incredibile numero di contagiati, circa 300, dentro il Lavra, il bellissimo e più antico monastero ortodosso di Kiev. Anche il 19 aprile in occasione della Pasqua Ortodossa le chiese erano piene e l’abitudine di baciare le icone non si è fermata. In alcune occasioni sono intervenute le forze dell’ordine per impedire ai fedeli di affollare le chiese.

Quali sono più in generale le tue considerazioni sull’Ucraina?

Tra quelli che facevano parte dell’ex Unione Sovietica è sicuramente quello con la mentalità più simile al mondo occidentale. È un paese molto vasto con enormi differenze economiche e sociali tra una regione e l’altra. Oggi, come detto in precedenza, uno dei problemi principali è la sicurezza perché la gente che ha perso il lavoro e non aveva alcun risparmio è disperata. Nella parte orientale del paese c’è una guerra della quale in occidente non si parla più ma che continua a fare vittime ogni giorno. Il nuovo Presidente Volodymyr Zelens’kyj sta cercando di lavorare per risolverla, ma come si può immaginare non è semplice. Passi avanti ce ne sono stati dato che assieme ad una debole tregua c’è stato lo scambio dei prigionieri tra Ucraina e le Repubbliche Popolari di Doneck e Lugansk. È evidente che l’Ucraina ha un forte legame storico con la Russia e allo stesso tempo desidera di avvicinarsi al resto dell’Europa.

Cosa pensano gli ucraini della situazione virus in Italia?

Qui ci amano fortemente e per gli ucraini l’Italia era e resta un paese meraviglioso. Tutti soffrono per quello che sta accadendo in Italia. Il mio titolare è costantemente in contatto con gli imprenditori italiani, dato che ci occupiamo di vendere molto made in Italy. I nostri clienti sono persone a cui piace fare le vacanze nel nostro Paese e non vedono l’ora di poterci ritornare.

La statua della Madre Patria a Kiev
Tags: KievRiccardo CascianiniUcrainavaltiberini nel mondo
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  • La pioggia battente di oggi, un grande classico della manifestazione, non ha frenato l’entusiasmo per il ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima a Sansepolcro. L’evento ha preso ufficialmente il via questa mattina ed accompagnerà l’intero weekend biturgense con i tradizionali banchi degli ambulanti, le esposizioni e gli stand gastronomici. L’amministrazione comunale, che anche nei periodi di maggiore impatto dell’epidemia ha espresso fiducia nella possibilità di riproporre la rassegna dopo due anni di stop, ha voluto celebrare questo appuntamento con una simbolica cerimonia in piazza Torre di Berta alla presenza degli organizzatori e delle autorità locali.

Al taglio del nastro, accanto al sindaco Fabrizio Innocenti, era presente anche il cavaliere Valentino Mercati, patron di Aboca. Grazie alla collaborazione tra il Comune e la locale azienda del settore healthcare è stato possibile inaugurare al meglio la Fiera 2022 con l’installazione al centro della piazza cittadina del grande Dodecaedro di Leonardo. La struttura, caratterizzata al suo interno da una pianta di gelso e già protagonista nel centro di Firenze in occasione delle celebrazioni dedicate al genio rinascimentale, è stata messa a disposizione dalla famiglia Mercati per tutta la bella stagione.
L’articolo completo al link in bio
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  • 𝗙𝗼𝘁𝗼𝗻𝗼𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮 - In attesa del ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima, a Sansepolcro è stato installato il grande dodecaedro di proprietà dell’azienda Aboca, già protagonista a Firenze in occasione delle celebrazioni Leonardiane. La struttura, alta circa sei metri e messa a disposizione dalla famiglia Mercati, resterà collocata al centro della Piazza Torre di Berta per tutta la bella stagione. Pochi minuti fa il sindaco biturgense Fabrizio Innocenti ha condiviso una suggestiva immagine che mostra il risultato delle operazioni di installazione, in attesa che cittadini e visitatori possano ammirare di persona l’opera.

Foto: @fabrizio_innocenti_
  • È stato inaugurato questa mattina, al termine dei lavori di restauro, il prezioso affresco di #GerinoDaPistoia che si trova in piazza della Repubblica a Sansepolcro, la “Madonna di Fontesecca”.

L
  • La commemorazione dell
  • L
  • 𝗥𝗲𝗻𝗶𝗰𝗰𝗶, 𝗶 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗩𝗮𝗹𝘁𝗶𝗯𝗲𝗿𝗶𝗻𝗮 𝗶𝗻𝘀𝗶𝗲𝗺𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗠𝗲𝗺𝗼𝗿𝗶𝗮
𝘓𝘢 𝘤𝘦𝘳𝘪𝘮𝘰𝘯𝘪𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘦 𝘭𝘦 𝘴𝘦𝘵𝘵𝘦 𝘮𝘶𝘯𝘪𝘤𝘪𝘱𝘢𝘭𝘪𝘵à 𝘥𝘦𝘭 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰. 𝘗𝘰𝘭𝘤𝘳𝘪: “𝘐𝘯 𝘱𝘳𝘰𝘨𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘶𝘯𝘰 𝘴𝘱𝘢𝘻𝘪𝘰 𝘮𝘶𝘴𝘦𝘢𝘭𝘦 𝘮𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘦𝘥𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘥𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭
  • 𝗦𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝗿𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝘀𝘀𝗼𝗹𝗶, 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗿𝗱𝗼𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝘀𝗲𝗽𝗼𝗹𝗰𝗿𝗼 - La scomparsa del presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha generato commozione anche a Sansepolcro, città a cui l’ex giornalista Rai era molto legato. In particolare, Sassoli era attivo da molti anni nell’Associazione Cultura della Pace, con cui era entrato in contatto grazie allo stretto rapporto con monsignor Luigi Di Liegro, che aveva seguito il percorso del fratello nell’obiezione di coscienza. Dell’associazione Sassoli era socio onorario ed era membro del comitato scientifico dell’omonimo Premio nazionale.
👉 L’articolo completo al link in bio
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