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Come si riorganizzano i servizi territoriali in Valtiberina, l’intervista di TeverePost al dottor Evaristo Giglio

Il direttore della Zona-distretto: “Ripensare in grande un modello di interazione tra ospedale e territorio che assicuri la presa in carico globale della cronicità”

di Emanuele Calchetti
06/05/2020
in Attualità
Lettura: 5 min.
Evaristo Giglio

Immagine originale di Azienda Usl Toscana Sud Est

All’avvio della fase 2 TeverePost ha intervistato il dottor Evaristo Giglio, direttore della Zona-distretto Aretina-Casentino-Valtiberina, la più grande delle otto Zone dell’Azienda Usl Toscana Sud Est. Con particolare attenzione alla nostra vallata, nel colloquio sono stati esaminati l’impatto avuto dall’emergenza e le prospettive che attendono nel prossimo futuro i fruitori dei servizi territoriali e sanitari in generale.

Come ha vissuto l’articolazione territoriale Valtiberina la fase dall’inizio dell’emergenza a oggi?

La Valtiberina ha risposto prontamente alla nuova organizzazione che si è resa necessaria a seguito del DPCM e delle varie ordinanze del Presidente della Giunta regionale toscana. In particolare è stato avviato un sistema di allerta per l’identificazione del caso positivo sia domiciliare che presso le strutture per disabili e non autosufficienti, comprese le RSA. Mediante l’indagine epidemiologica portata avanti dall’Igiene pubblica su input del medico di medicina generale o dall’USCA (Unità speciale di continuità assistenziale – équipe creata ad hoc in ogni zona o articolazione dopo ordinanza regionale) sono stati sempre garantiti l’immediato isolamento del caso e la quarantena dei contatti. I positivi asintomatici sono stati isolati a domicilio o in strutture non sanitarie, mentre i positivi con sintomi di malattia sono stati trasferiti in ospedale Covid (ospedale San Donato di Arezzo). Il Distretto della Valtiberina ha dato continue raccomandazioni alle strutture che ospitano anziani e pazienti fragili, caldeggiando sistematicamente rigide misure finalizzate all’osservanza delle precauzioni igieniche, alla chiusura degli ingressi dall’esterno per favorire il massimo della sicurezza, al monitoraggio dell’infezione attraverso i tamponi e i test sierologici. Ciò ha fatto sì che, mediante un monitoraggio attento e continuo, presso le RSA della Valtiberina non siano stati registrati casi di positività fra gli ospiti, mentre all’inizio dell’epidemia vi è stato un solo caso positivo tra gli operatori della RSA di Badia Tedalda. I casi positivi a domicilio e in altre strutture non sanitarie sono stati attivamente sorvegliati dai sanitari dell’USCA, i quali hanno potuto contare sull’apporto sia dei geriatri territoriali, sia della rete di pneumologia territoriale. La presenza congiunta dei sanitari di base (medici e infermieri) e degli specialisti suddetti ha assicurato una presa in carico globale che può essere considerata alla base del forte contenimento dei casi a livello territoriali, con scarsi ingressi in ospedale.
Il trend fino ad oggi registrato è assolutamente soddisfacente con pochi casi e con la sola eccezione di un focolaio di inizio della epidemia a cavallo tra i comuni di Badia Tedalda e Sestino.
L’articolazione territoriale della Valtiberina ha assicurato, sin dall’inizio dell’epidemia, l’effettuazione dei tamponi e dei test sierologici a tutte le strutture socio-sanitarie (RSA, Strutture per disabili, ecc) e sta attualmente ri-programmando l’esecuzione di altri esami ad ospiti e operatori delle stesse strutture.

Come cambiano i servizi con la fase 2? Come si traduce nel concreto della Valtiberina l’ordinanza regionale n. 49/2020?

Riguardo alla fase 2 bisogna dire che, nella nostra ASL, resteranno ad operare gli ospedali Covid ad Arezzo e Grosseto. Le attività specialistiche ambulatoriali e i prelievi che venivano effettuati nel presidio ospedaliero saranno trasferite nel territorio. Il distretto sta organizzando un’adeguata articolazione delle attività specialistiche che guardi, in primis, alla sicurezza degli utenti (check point, distanziamento, diradamento delle presenze in sala di attesa), anche attraverso l’attivazione della telemedicina e del teleconsulto tra Medico di medicina generale (MMG) e specialista. Resta in piedi il triage telefonico da parte del MMG ma anche la possibilità di chiamata da parte del medico allo specialista al telefono mobile dedicato.
Resterà in piedi il sistema delle USCA, che in Valtiberina ha visto la luce tra le prime zone, e attraverso queste figure sarà garantita la sorveglianza degli ospiti delle RSA.
L’ospedale di comunità, la cui attività era stata sospesa per favorire un migliore utilizzo dell’area di osservazione dell’ospedale, verrà riattivato all’interno dell’ospedale, dove troveranno spazio altri servizi che hanno carattere di prevalente territorialità. In questi casi è allo studio una suddivisione dei percorsi tra ospedale sensu strictiori e attività ambulatoriale e cure intermedie, in modo da contenere il più possibile la diffusione di infezioni.

Nel prossimo futuro, cosa devono aspettarsi di diverso rispetto al passato i fruitori dei servizi nella zona Valtiberina?

Non credo ci saranno significativi cambiamenti. Ciò che mi sento di dire è che questa emergenza, con tutti i problemi che si è portata dietro, ha permesso anche la riflessione ed il conseguente rilancio di alcune opportunità che le ordinanze del Presidente della Regione hanno colto. Tra queste la necessità di aumentare l’area delle Cure intermedie territoriali, il cui standard è previsto in 0,4 x 1.000 residenti, ma anche la presenza presso le RSA di una figura medica stabile che finora mancava, senza dimenticare che i modelli resisi necessari per contenere la diffusione del virus hanno evidenziato che la continuità tra l’ospedale e i servizi territoriali è una carta vincente che ha consentito in Valtiberina come in altre aree della Toscana un ottimo controllo dell’epidemia. Lo stesso modello potrà essere dunque applicato alle diverse sfaccettature della cronicità che è sempre lì (non è mai scomparsa con il Covid!) ed ora si aspetta dal servizio sanitario una presa in carico globale più efficace, dove il polo ospedaliero sempre di più sarà chiamato a ragionare dialetticamente con il territorio per garantire un ventaglio di risposte rapide ed efficiente. E qui tornano i modelli suddetti dell’appropriatezza, della telemedicina, del teleconsulto, ma anche dell’Integrazione clinica ed assistenziale attraverso l’espansione di un’efficiente Area di cure intermedie nel Distretto e di un potenziamento dell’assistenza domiciliare.

L’emergenza coronavirus ha messo in luce debolezze e criticità del sistema?

Se vi è stata una criticità rilevante dell’emergenza coronavirus da noi, essa potrebbe essere individuata nella percezione, avvertita tra le famiglie di pazienti con gravi patologie croniche e dunque più bisognose di continuità delle cure, di una loro seppur transitoria sottovalutazione da parte del sistema sanitario, a favore di un’attenzione a tratti sovradimensionata dell’offerta ospedaliera nei confronti della reale incidenza di ricoveri; condizione che, come si è detto, grazie alla rete territoriale che ha funzionato non ha subito lo stress atteso. La programmazione di questi servizi di rianimazione e di intensiva in generale è stata tuttavia necessaria poiché non era dato conoscere quale sarebbe stato il reale impatto, e dunque l’Azienda Sud Est si è prepararata al meglio. Nel corso dell’epidemia si è potuto constatare che la rete dei servizi territoriali (Medicina generale/USCA, Cure primarie del Distretto, Igiene pubblica) ha rappresentato il valore aggiunto in grado di limitare non solo la diffusione del contagio, ma anche l’evoluzione clinica della malattia, sia attraverso l’isolamento immediato dei focolai, sia mediante la sorveglianza attiva nei domicili e nelle RSA (USCA).
È stata questa constatazione a far ipotizzare concretamente che è forse possibile ripensare in grande un modello di interazione tra ospedale e territorio che potrebbe rappresentare, a partire dalla fase 2, l’innovazione davvero significativa di un modello di sanità che ha in sé gli elementi organizzativi e professionali per assicurare una presa in carico globale della cronicità, purtroppo ben nota e diffusa epidemia con cui dovremo fare i conti nei prossimi decenni.

Tags: Evaristo GiglioRsasanitàservizi territorialiUsl Toscana Sud EstZona-distretto
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  • La pioggia battente di oggi, un grande classico della manifestazione, non ha frenato l’entusiasmo per il ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima a Sansepolcro. L’evento ha preso ufficialmente il via questa mattina ed accompagnerà l’intero weekend biturgense con i tradizionali banchi degli ambulanti, le esposizioni e gli stand gastronomici. L’amministrazione comunale, che anche nei periodi di maggiore impatto dell’epidemia ha espresso fiducia nella possibilità di riproporre la rassegna dopo due anni di stop, ha voluto celebrare questo appuntamento con una simbolica cerimonia in piazza Torre di Berta alla presenza degli organizzatori e delle autorità locali.

Al taglio del nastro, accanto al sindaco Fabrizio Innocenti, era presente anche il cavaliere Valentino Mercati, patron di Aboca. Grazie alla collaborazione tra il Comune e la locale azienda del settore healthcare è stato possibile inaugurare al meglio la Fiera 2022 con l’installazione al centro della piazza cittadina del grande Dodecaedro di Leonardo. La struttura, caratterizzata al suo interno da una pianta di gelso e già protagonista nel centro di Firenze in occasione delle celebrazioni dedicate al genio rinascimentale, è stata messa a disposizione dalla famiglia Mercati per tutta la bella stagione.
L’articolo completo al link in bio
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  • 𝗙𝗼𝘁𝗼𝗻𝗼𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮 - In attesa del ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima, a Sansepolcro è stato installato il grande dodecaedro di proprietà dell’azienda Aboca, già protagonista a Firenze in occasione delle celebrazioni Leonardiane. La struttura, alta circa sei metri e messa a disposizione dalla famiglia Mercati, resterà collocata al centro della Piazza Torre di Berta per tutta la bella stagione. Pochi minuti fa il sindaco biturgense Fabrizio Innocenti ha condiviso una suggestiva immagine che mostra il risultato delle operazioni di installazione, in attesa che cittadini e visitatori possano ammirare di persona l’opera.

Foto: @fabrizio_innocenti_
  • È stato inaugurato questa mattina, al termine dei lavori di restauro, il prezioso affresco di #GerinoDaPistoia che si trova in piazza della Repubblica a Sansepolcro, la “Madonna di Fontesecca”.

L
  • La commemorazione dell
  • L
  • 𝗥𝗲𝗻𝗶𝗰𝗰𝗶, 𝗶 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗩𝗮𝗹𝘁𝗶𝗯𝗲𝗿𝗶𝗻𝗮 𝗶𝗻𝘀𝗶𝗲𝗺𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗠𝗲𝗺𝗼𝗿𝗶𝗮
𝘓𝘢 𝘤𝘦𝘳𝘪𝘮𝘰𝘯𝘪𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘦 𝘭𝘦 𝘴𝘦𝘵𝘵𝘦 𝘮𝘶𝘯𝘪𝘤𝘪𝘱𝘢𝘭𝘪𝘵à 𝘥𝘦𝘭 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰. 𝘗𝘰𝘭𝘤𝘳𝘪: “𝘐𝘯 𝘱𝘳𝘰𝘨𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘶𝘯𝘰 𝘴𝘱𝘢𝘻𝘪𝘰 𝘮𝘶𝘴𝘦𝘢𝘭𝘦 𝘮𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘦𝘥𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘥𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭
  • 𝗦𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝗿𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝘀𝘀𝗼𝗹𝗶, 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗿𝗱𝗼𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝘀𝗲𝗽𝗼𝗹𝗰𝗿𝗼 - La scomparsa del presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha generato commozione anche a Sansepolcro, città a cui l’ex giornalista Rai era molto legato. In particolare, Sassoli era attivo da molti anni nell’Associazione Cultura della Pace, con cui era entrato in contatto grazie allo stretto rapporto con monsignor Luigi Di Liegro, che aveva seguito il percorso del fratello nell’obiezione di coscienza. Dell’associazione Sassoli era socio onorario ed era membro del comitato scientifico dell’omonimo Premio nazionale.
👉 L’articolo completo al link in bio
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