Crostini ubriachi: la dolce tradizione dell’Altotevere

Questa settimana l'approfondimento culinario de Le Centopelli si sposta nella vicina Città di Castello. Tutti i segreti di questa storica ricetta

I crostini ubriachi o “briachi”, sono una ricetta tipica di Città di Castello. Diffusi soprattutto nelle campagne umbre, sono dolci tradizionali del periodo di Carnevale.
I crostini, lo dice la parola stessa, sono a base di pane raffermo, cotto nel forno a legna, inzuppato con liquore al rum, alchermes , cioccolato, caffè e mandorle.

Ce li propone la nostra amica e socia di lungo corso, Antonella Alunno Tiburzi, volendoci far conoscere la sua versione di una delle pietanze più tipiche della tradizione tifernate. La ricetta è accompagnata come sempre dall’approfondimento gastronomico di Augusto Tocci, che questa settimana è dedicato ad uno degli ingredienti essenziali del piatto, le mandorle.

Ingredienti

Preparazione

Tostare le mandorle e tritarle grossolanamente, lasciarle raffreddare ed unire tutti gli altri ingredienti.

Amalgamare fino ad ottenere un impasto omogeneo

Affettare il pane, ricavarne dei crostini tostati.

Preparare una bagna con 2 parti di Alchermes 1 di Rum e 1 di Caffè.

Passare velocemente i crostini di pane  nella bagna facendo attenzione ad non inzupparli troppo, farcirli con il composto e servirli.

Possiamo abbinare con  della Canaiola o un buon vino dolce

I consigli di Augusto Tocci

Mandorle – I semi del mandorlo sono molto usati in cucina e in medicina. La Sicilia ne è ricca, ma si trovano ovunque il clima sia temperato . Da sempre, nella cucina del Mediterraneo sono un ingrediente eccezionale per piatti salati e soprattutto dolci.

Scegliamo bene – In commercio le mandorle si trovano nelle forme più svariate: ancora protette dal guscio legnoso, vestite della caratteristica pellicina, pelate e addirittura tostate. Dalla loro pigiatura si ottiene un latte molto buono e salutare. Se ne distinguono due varietà, quella dolce (la più comune) e quella amara, meno adatta per l’alimentazione umana. Quest’ultima contiene un glucoside tossico, la amigdalina, che si neutralizza solo con la cottura prolungata.

Pulizia e conservazione – Quelle col guscio, se riposte in luogo fresco e asciutto, si conservano a lungo. Ma se sono private del loro involucro, meglio sigillarle in un vasetto di vetro.

Proprietà – Si tratta di un frutto ricco di trigliceridi e acidi grassi, generoso a livello proteico e  di sali minerali. Per cui risulta un alimento molto energetico ma anche molto digeribile. Per lo spiccato contenuto di sali minerali, in particolare il magnesio, sono un toccasana per l’osteoporosi. Stabilizzano la glicemia nei diabetici. L’olio di mandorle che si ottiene dalla spremitura a freddo dei semi è ricco di vitamina E, B e D, ottimo risolutivo per chi soffre di pelle secca.

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