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Pasta con le melanzane: aspettando la bella stagione

Come ogni fine settimana, ecco un nuovo approfondimento enogastronomico a cura dell'associazione Le Centopelli

di Le Centopelli
02/04/2022
in Gastronomia consapevole
Lettura: 4 min.
Pasta con le melanzane: aspettando la bella stagione

a cura di Meri Torelli

Questa settimana ci viene proposta una ricetta gustosa e salutare. La nostra amica Antonella Dell’Omarino ci spiega come con pochi ingredienti prepariamo un piatto gustosissimo, che già ci fa sognare la bella stagione.

Buon appetito a tutti con la nostra rubrica “Gastronomia Consapevole”

Ricetta per 4 persone

  • Una melanzana grande
  • 500 g di pasta per la calamarata
  • 6 pomodorini ciliegini
  • Un goccio di vino bianco
  • 100g di Parmigiano
  • Due cucchiaini di capperi sott’olio
  • Olive taggiasche snocciolate sott’olio
  • 4 filetti di acciuga
  • Origano

Procedimento

Prendere la melanzana e tagliarla a cubetti di un centimetro e mezzo. Se si preferisce, si può anche sbucciare. Una volta preparati i cubetti prendere una padella e lasciare cuocere la melanzana finché non ha perso tutta l’acqua senza aggiungere né olio, né acqua.

Quando comincia ad appassire, toglierla dalla padella. Nel frattempo prendere una padella più grande (dove poi andremo a saltare la pasta una volta cotta), mettere un po’ di olio e dell’aglio ad imbrunire. Aggiungere i ciliegini tagliati a spicchi e lasciare rosolare. Aggiungere la melanzana e sfumare con il vino bianco. Aggiungere il sale, le olive, i capperi e i filetti di acciuga.

Cuocere la pasta in acqua salata e prima che sia arrivata a cottura, scolarla e aggiungerla al sughetto con le melanzane. Saltarla con o senza “onda”: va bene anche rimestarla con il semplice mestolino. Aggiungere il parmigiano e a chi piace l’origano.

Ais Delegazione di Arezzo – Gruppo operativo Valtiberina Toscana consigliano

a cura di Antonella Greco

La ricetta di questa settimana ha il gusto mediterraneo. L’utilizzo delle materie prime vegetali è tipico di una particolare zona dell’Italia meridionale dove al contrario di ciò che potrebbe sembrare vista la vicinanza al mare, vengono molto utilizzate. Si parla della costiera Cilentana dove la tradizione culinaria non si incentra sull’utilizzo del pesce, ma proprio su quello delle verdure. E le ricette che le contengono sono davvero tante, tutte semplici e proprie di una cucina povera, ma ricca di sapori. L’ortaggio principe di questa ricetta è una semplice melanzana, impreziosita dalle spezie, dalle olive e i capperi propri della macchia mediterranea. 

Quale vino abbinare? Andiamo dal sud al nord ma tenendo l’acqua come filo conduttore. Ci spostiamo in Veneto e più precisamente a Bardolino, sul lago di Garda, dove viene prodotta la Doc Bardolino. Proponiamo la versione Rosato, prodotta con uve Corvina Veronese, Corvina, Molinara e Rondinella, che sono essenzialmente le uve utilizzate per il Valpolicella. Il Bardolino Rosato ( Chiaretto) ha sentori agrumati e floreali. Si possono riconoscere fragola, lampone, ciliegia, rosa rossa, violetta, geranio e pesca. Possiamo definirlo con termini tecnici, fresco, poco tannico e abbastanza persistente. Ha un gusto elegante e raffinato, proprio perché si è ispirato alle “rosé revolution” iniziata in Provenza (la terra dei rosati per eccellenza).

Il Bardolino Chiaretto doc, va servito a 12-14°C e si consiglia di aprire la bottiglia un po’ prima di degustarlo.

Nunc est bibendum!

I consigli di Augusto Tocci

Capperi di Salina – Arbusto perenne molto diffuso nell’area meridionale, il cappero era già conosciuto dagli antichi Romani, che lo utilizzavano sia come alimento che medicamento. Questo arbusto, che vegeta nei luoghi anche più difficili (come fra le pietre dei vecchi muri), nell’isola di Salina diventa importantissimo per la raccolta dei suoi boccioli fiorali. Di questa pianta, infatti, si sfrutta il fiore quando non è ancora completamente aperto e racchiude in sé tutti i principi attivi che lo caratterizzano e le sostanze aromatiche, che lo rendono un prodotto unico nella gastronomia. Questi boccioli fiorali, raccolti uno a uno, si conservano sotto sale, ponendoli in appositi fusti di legno, dove si alternano strati del prodotto e strati di sale marino.

Scegliamo bene – Al momento dell’acquisto, ricordiamoci che i capperi di Salina sono conservati sempre e solo sottosale. Inoltre, si distinguono dagli altri tipi di cappero per la loro uniformità e per il bocciolo particolarmente compatto.

Pulizia e conservazione – Conservati sottosale, possono durare veramente a lungo, anche due o tre anni, senza perdere niente della loro fragranza. Per utilizzarli e degustarli al meglio, conviene dissalarli con cura, mettendoli in abbondante acqua, ed eseguire alcuni risciacqui,strizzandoli.

Proprietà – Ricchi di antiossidanti e sali minerali come calcio, rame e magnesio, contengono moltissimo sodio e buone quantità di vitamina C, A, E e K. Se si soffre di ipertensione arteriosa, bisogna tenere conto che si tratta di un prodotto conservato in abbondante sale.

Tags: gastronomia consapevoleLe Centopelli
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