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La scarola ‘mbuttunata

Il nuovo appuntamento con la rubrica de Le Centopelli è dedicato ad un piatto di origine cilentana

di Le Centopelli
26/03/2022
in Gastronomia consapevole
Lettura: 4 min.
La scarola ‘mbuttunata

di Meri Torelli

La ricetta di origine cilentana, non è altro che la scarola ripiena, o imbottita come dice la parola dialettale. La scarola è un ortaggio invernale che ci viene proposto dal nostro amico e Socio Luca Peruzzi che ringraziamo per la collaborazione.

Ingredienti

Dose per 2 persone

  • 2 scarole
  • 2 uova
  • Una fetta di pane raffermo
  • Mezzo bicchiere di latte
  • Due cucchiai di olive nere denocciolate
  • Una manciata di capperi
  • 3 o 4 filetti d’acciuga
  • Prezzemolo tritato
  • 150 g di formaggio caprino grattugiato
  • 1 spicchio d’aglio
  • Sale e pepe
  • Olio evo

Procedimento

Togliere la parti nere della scarola e immergerla in acqua fredda per togliere tutte le impurità, togliendo solo le foglie appassite.

Asciugare bene appoggiandola su un panno asciutto.

Nel frattempo all’interno di un contenitore sbattere le due uova aggiungendo un pizzico di sale, sbriciolare il pane precedentemente ammollato nel latte, il formaggio (se non si ha il caprino, va bene anche il pecorino o il parmigiano), le olive nere snocciolate, i capperi e i filetti d’acciuga.

Amalgamare bene tutti gli ingredienti fino ad ottenere un impasto.

Dividere in due l’impasto e posizionarlo al centro delle scarole.

Chiudere le foglie a carciofo e legarle bene con dello spago per non far uscire il ripieno durante la cottura.

Mettere un po’ di olio nella casseruola e lo spicchio d’aglio.

Mettere la scarola e lasciarla cuocere per una quarantina di minuti col coperchio, avendo cura di girarla ogni tanto.

La scarola ‘mbuttunata può essere servita come contorno o anche come piatto unico.

Ais Delegazione di Arezzo – Gruppo operativo Valtiberina Toscana consigliano

a cura di Antonella Greco

I piatti poveri o “di recupero” sono spesso l’ancora di salvataggio di tanti pranzi o cene soprattutto in tempi di carestia, come stiamo attraversando. Prima una tremenda pandemia ci ha messi in ginocchio per due anni, ed adesso che stavamo provando a rialzarci, è scoppiata una inutile guerra a pochi chilometri di distanza. Il primo pensiero va alle popolazioni sia russe che ucraine, trascinate al sacrificio da burocrati arroganti e ambiziosi. E un pensiero va anche all’economia mondiale fortemente provata. Nn si trovano materie prime, niente olio, farina, beni di prima necessità. La ricetta di oggi, per i fortunati che vivono in campagna, si può realizzare senza andare al supermercato, al più dal pizzicagnolo di paese. Ed essendo una ricetta Campana, andremo ad abbinare un vino altrettanto campano: la Falanghina. Questo vino si produce con uve falanghina coltivate essenzialmente nella zona del Sannio ( Benevento), dei Campi Flegrei e Caserta. E’ un vitigno antico proveniente dai balcani e deve il suo nome al fatto che i pampini venivano legati ai pali denominati “falangi”. Nel corso dei secoli si era quasi del tutto estinto, ma essendo sopravvissuto alla fillossera, è stato rivalutato ed è tornato in auge. Il fatto di nn essere attaccato dalla fillossera, permette di coltivarlo a piede franco, senza innesto della vite americana. Viene vinificato essenzialmente in acciaio per nn perdere il corredo floreale e fruttato. Ne risulta un vino dal colore giallo paglierino con riflessi verdolini e un bouquet a cui si aggiunge una forte mineralità dovuta alla vicinanza del Vesuvio. 

“Nunc est bibendum!”

I consigli di Augusto Tocci

Scarola – Non è altro che una varietà di cicoria. Qualcuno la chiama anche indivia o insalata da inverno perchè resiste alla stagione fredda, durante la quale in tavola sostituisce la lattuga.

Scegliamo bene – Ne esistono diverse varietà, fra le quali conviene ricordare quella a cornetto, che prende il nome dalle foglie grandi e larghe, disposte internamente a scala. Poi c’è quella tonda, dai cespi assai grossi serrati, con foglie bianche internamente, dentate costola larga. Quando è bianca è tenera, acquosa, delicata ma pastosa.

Pulizia e conservazione – Come per tutte le verdure da consumare crude la conservazione deve avvenire in ambiente fresco, come un magazzino ben reato o la parte bassa del frigorifero. Per quanto attiene alla pulizia, è quella ordinaria. Stacchiamo dal fusto e sciacquiamo accuratamente le singole foglie sotto l’acqua corrente, dopo averle tenute a lungo in ammollo. In questo modo si eliminano le sostanze organiche e chimiche usate in agricoltura, pericolose per la nostra salute. Non buttiamo le foglie esterne genere più verdi. Come per la cicoria, si possono mangiare cotte.

Le proprietà – Galeno, grande medico dell’antichità, diceva: “Sono amiche del fegato e non sono contrarie allo stomaco”. Le foglie eccitano l’appetito e sono lassative. Un ottimo depurativo, con azione favorevole addirittura sulla milza.

Tags: gastronomia consapevoleLe Centopelli
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  • La pioggia battente di oggi, un grande classico della manifestazione, non ha frenato l’entusiasmo per il ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima a Sansepolcro. L’evento ha preso ufficialmente il via questa mattina ed accompagnerà l’intero weekend biturgense con i tradizionali banchi degli ambulanti, le esposizioni e gli stand gastronomici. L’amministrazione comunale, che anche nei periodi di maggiore impatto dell’epidemia ha espresso fiducia nella possibilità di riproporre la rassegna dopo due anni di stop, ha voluto celebrare questo appuntamento con una simbolica cerimonia in piazza Torre di Berta alla presenza degli organizzatori e delle autorità locali.

Al taglio del nastro, accanto al sindaco Fabrizio Innocenti, era presente anche il cavaliere Valentino Mercati, patron di Aboca. Grazie alla collaborazione tra il Comune e la locale azienda del settore healthcare è stato possibile inaugurare al meglio la Fiera 2022 con l’installazione al centro della piazza cittadina del grande Dodecaedro di Leonardo. La struttura, caratterizzata al suo interno da una pianta di gelso e già protagonista nel centro di Firenze in occasione delle celebrazioni dedicate al genio rinascimentale, è stata messa a disposizione dalla famiglia Mercati per tutta la bella stagione.
L’articolo completo al link in bio
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  • 𝗙𝗼𝘁𝗼𝗻𝗼𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮 - In attesa del ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima, a Sansepolcro è stato installato il grande dodecaedro di proprietà dell’azienda Aboca, già protagonista a Firenze in occasione delle celebrazioni Leonardiane. La struttura, alta circa sei metri e messa a disposizione dalla famiglia Mercati, resterà collocata al centro della Piazza Torre di Berta per tutta la bella stagione. Pochi minuti fa il sindaco biturgense Fabrizio Innocenti ha condiviso una suggestiva immagine che mostra il risultato delle operazioni di installazione, in attesa che cittadini e visitatori possano ammirare di persona l’opera.

Foto: @fabrizio_innocenti_
  • È stato inaugurato questa mattina, al termine dei lavori di restauro, il prezioso affresco di #GerinoDaPistoia che si trova in piazza della Repubblica a Sansepolcro, la “Madonna di Fontesecca”.

L
  • La commemorazione dell
  • L
  • 𝗥𝗲𝗻𝗶𝗰𝗰𝗶, 𝗶 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗩𝗮𝗹𝘁𝗶𝗯𝗲𝗿𝗶𝗻𝗮 𝗶𝗻𝘀𝗶𝗲𝗺𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗠𝗲𝗺𝗼𝗿𝗶𝗮
𝘓𝘢 𝘤𝘦𝘳𝘪𝘮𝘰𝘯𝘪𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘦 𝘭𝘦 𝘴𝘦𝘵𝘵𝘦 𝘮𝘶𝘯𝘪𝘤𝘪𝘱𝘢𝘭𝘪𝘵à 𝘥𝘦𝘭 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰. 𝘗𝘰𝘭𝘤𝘳𝘪: “𝘐𝘯 𝘱𝘳𝘰𝘨𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘶𝘯𝘰 𝘴𝘱𝘢𝘻𝘪𝘰 𝘮𝘶𝘴𝘦𝘢𝘭𝘦 𝘮𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘦𝘥𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘥𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭
  • 𝗦𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝗿𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝘀𝘀𝗼𝗹𝗶, 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗿𝗱𝗼𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝘀𝗲𝗽𝗼𝗹𝗰𝗿𝗼 - La scomparsa del presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha generato commozione anche a Sansepolcro, città a cui l’ex giornalista Rai era molto legato. In particolare, Sassoli era attivo da molti anni nell’Associazione Cultura della Pace, con cui era entrato in contatto grazie allo stretto rapporto con monsignor Luigi Di Liegro, che aveva seguito il percorso del fratello nell’obiezione di coscienza. Dell’associazione Sassoli era socio onorario ed era membro del comitato scientifico dell’omonimo Premio nazionale.
👉 L’articolo completo al link in bio
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  • ⏳ 𝗟𝗮 𝗱𝗶𝗴𝗮 𝗱𝗶 𝗠𝗼𝗻𝘁𝗲𝗱𝗼𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗮 𝟭𝟭 𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗿𝗼𝘁𝘁𝘂𝗿𝗮

Erano le 21:30 circa del 29 dicembre 2010 quando il cedimento di due conci dello scarico di superficie della diga di Montedoglio causò un
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