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Pietro Pantone: “Grandissima risposta dai donatori di sangue della Valtiberina”

“Durante l'emergenza abbiamo dato un bel contributo a livello nazionale”. Il responsabile del centro trasfusionale biturgense descrive a TeverePost l'attività del reparto e gli obiettivi futuri

di Emanuele Calchetti
19/06/2020
in Attualità
Lettura: 4 min.
Pietro Pantone: “Grandissima risposta dai donatori di sangue della Valtiberina”

Il dottor Pietro Pantone

Il dottor Pietro Pantone, 47 anni, lavora all’ospedale della Valtiberina dal 2007. Nel 2015, dopo il pensionamento della dottoressa Paola Vannini, è diventato responsabile del centro emotrasfusionale. TeverePost lo ha incontrato ieri mattina per fare il punto sull’attività della struttura, su come ha risposto all’emergenza Covid e sulle prospettive future.

Che risposta c’è stata da parte da parte dei donatori durante l’emergenza?

Come centro trasfusionale ci siamo attenuti alle indicazioni del Ministero e della Protezione Civile, con gli appelli a donare il sangue, e abbiamo avuto una grandissima risposta da parte dei donatori della Valtiberina, favorita vuoi dal fatto che nella nostra zona ci sono stati pochi casi di Covid, vuoi dal fatto che il popolo della Valtiberina ha sempre risposto agli appelli. Quindi attualmente le donazioni sono in aumento sia come plasmaferesi che come sangue intero, nell’arco dell’anno non abbiamo riscontrato diminuzioni. Invece abbiamo riscontrato ovviamente una diminuzione della consegna ai reparti, cioè dell’uso del sangue, perché i reparti erano tutti chiusi o comunque erano a minimo regime per garantire solo le emergenze. Per cui il sangue è stato messo a disposizione del CRS della Regione Toscana per essere ceduto alle strutture che hanno avuto invece dei cali. Siamo davvero soddisfatti perché abbiamo dato un bel contributo a livello nazionale.

In altre zone infatti le donazioni hanno subito una diminuzione.

Dove c’erano tanti contagi c’era il timore di uscire di casa, così come alcuni immaginavano che venendo in ospedale avrebbero potuto contrarre il Covid. Invece, come sappiamo benissimo, fortunatamente all’ospedale di Sansepolcro non ci sono stati focolai interni, grazie all’organizzazione che è stata data, al check-point all’ingresso, all’aver cercato di garantire il massimo di tutela al donatore e a chiunque fosse entrato nell’ospedale. Anche questo è stato percepito come qualcosa di rassicurante dai donatori, e ha contribuito al fatto che ci fosse veramente una gran risposta.

Oltre alle procedure all’ingresso dell’ospedale, quali misure di sicurezza sono state adottate al centro trasfusionale?

Non è cambiato granché, perché il Covid non viene trasmesso tramite sangue, come è stato ampiamente detto e divulgato, e anche a livello di assetto dell’attività già da anni lavoravamo con le prenotazioni. Dopodiché abbiamo cercato di evitare gli assembramenti, di aumentare le distanze tra le poltrone, di condividere la cultura di indossare tutti le mascherine e curare l’igiene delle mani. Ma come procedura di donazione vera e propria è cambiato poco.

Attualmente i donatori possono venire testati relativamente al Covid.

Esatto, a partire dal 15 giugno abbiamo iniziato anche qui, come in tutta la Regione, ad effettuare il test sierologico ai donatori, su base volontaria.

Questione del plasma iperimmune: a Sansepolcro si sta operando in questo senso?

Sì. Fortunatamente ci sono pochi casi, però sono stati già convocati, li stiamo visitando e stiamo cominciando proprio in questi giorni ad applicare l’istruzione operativa dell’azienda, che si è rifatta alla procedura regionale. Quindi raccoglieremo il plasma dei pazienti convalescenti Covid, lo invieremo ad Arezzo per il congelamento e per lo stoccaggio e a sua volta Arezzo lo manderà a Pisa, aderendo a questo progetto che è nato come regionale ma è diffuso in moltissime regioni.

In generale come è cambiato il centro trasfusionale da quando lei ne è responsabile?

Innanzitutto è cambiata la struttura stessa, che è stata totalmente rimessa a nuovo. Per il resto ho cercato di continuare quello che aveva portato avanti prima di me la dottoressa Vannini, cioè una fortissima collaborazione con le associazioni, in unità di intenti. Questo ci fa sentire molto legati e penso che questa sensazione di familiarità, sia tra personale interno che con le associazioni, venga percepita dal donatore come qualcosa di positivo che favorisce la donazione: il donatore si sente coccolato dal momento in cui viene convocato dall’associazione fino a quando entra all’interno del centro trasfusionale. Poi è cambiato un po’ il personale, è andata in pensione la storica infermiera Katia, però anche il personale che abbiamo in questo momento è altamente formato e veramente cordiale, e il tutto si vede nel gradimento che hanno i donatori nei nostri confronti. Inoltre, come dicevo, già da anni abbiamo cercato di eliminare il più possibile l’accesso volontario, nel senso che chi fosse venuto fuori appuntamento avrebbe comunque donato, però anche prima del Covid eravamo arrivati a una situazione tale che in una settimana potevano capitare fuori appuntamento un paio di persone, il resto era tutto su appuntamento. Ecco perché anche durante la fase Covid non abbiamo avuto grossi scossoni.

Per il futuro quali sono gli obiettivi?

Stiamo sempre cercando di aumentare la qualità della struttura. L’obiettivo principale sarà quello di implementare sempre di più la medicina trasfusionale, perché nella seconda metà della mattinata ci sono i pazienti che vengono trasfusi, vengono visitati, vengono salassati. Quindi non solo aumentare le donazioni, sensibilizzando sempre di più la popolazione, ma anche aumentare il numero delle prestazioni di medicina trasfusionale per scaricare l’impegno dei colleghi del pronto soccorso, oppure del day hospital medicina, o di altri reparti che sono intasati: tutto quello che è possibile verrà gestito al trasfusionale. E poi un altro impegno che abbiamo cominciato è il cosiddetto PBM, patient blood management: cioè per gli interventi programmati – la quasi totalità di quelli che vengono effettuati in Valtiberina – verrà fatto un consulto tra il medico trasfusionista, il chirurgo e l’anestesista per preparare il paziente all’intervento per quanto riguarda l’assetto marziale, l’assetto di emoglobina e l’assetto ematico, in modo da cercare di avere meno bisogno della trasfusione di sangue nella fase successiva. Puntiamo quindi sul fatto che il paziente possa compensare con le proprie forze la perdita di sangue dovuta all’intervento.

Tags: centro trasfusionaledonazione di sangueospedalePietro Pantonesanità
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  • La pioggia battente di oggi, un grande classico della manifestazione, non ha frenato l’entusiasmo per il ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima a Sansepolcro. L’evento ha preso ufficialmente il via questa mattina ed accompagnerà l’intero weekend biturgense con i tradizionali banchi degli ambulanti, le esposizioni e gli stand gastronomici. L’amministrazione comunale, che anche nei periodi di maggiore impatto dell’epidemia ha espresso fiducia nella possibilità di riproporre la rassegna dopo due anni di stop, ha voluto celebrare questo appuntamento con una simbolica cerimonia in piazza Torre di Berta alla presenza degli organizzatori e delle autorità locali.

Al taglio del nastro, accanto al sindaco Fabrizio Innocenti, era presente anche il cavaliere Valentino Mercati, patron di Aboca. Grazie alla collaborazione tra il Comune e la locale azienda del settore healthcare è stato possibile inaugurare al meglio la Fiera 2022 con l’installazione al centro della piazza cittadina del grande Dodecaedro di Leonardo. La struttura, caratterizzata al suo interno da una pianta di gelso e già protagonista nel centro di Firenze in occasione delle celebrazioni dedicate al genio rinascimentale, è stata messa a disposizione dalla famiglia Mercati per tutta la bella stagione.
L’articolo completo al link in bio
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  • 𝗙𝗼𝘁𝗼𝗻𝗼𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮 - In attesa del ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima, a Sansepolcro è stato installato il grande dodecaedro di proprietà dell’azienda Aboca, già protagonista a Firenze in occasione delle celebrazioni Leonardiane. La struttura, alta circa sei metri e messa a disposizione dalla famiglia Mercati, resterà collocata al centro della Piazza Torre di Berta per tutta la bella stagione. Pochi minuti fa il sindaco biturgense Fabrizio Innocenti ha condiviso una suggestiva immagine che mostra il risultato delle operazioni di installazione, in attesa che cittadini e visitatori possano ammirare di persona l’opera.

Foto: @fabrizio_innocenti_
  • È stato inaugurato questa mattina, al termine dei lavori di restauro, il prezioso affresco di #GerinoDaPistoia che si trova in piazza della Repubblica a Sansepolcro, la “Madonna di Fontesecca”.

L
  • La commemorazione dell
  • L
  • 𝗥𝗲𝗻𝗶𝗰𝗰𝗶, 𝗶 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗩𝗮𝗹𝘁𝗶𝗯𝗲𝗿𝗶𝗻𝗮 𝗶𝗻𝘀𝗶𝗲𝗺𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗠𝗲𝗺𝗼𝗿𝗶𝗮
𝘓𝘢 𝘤𝘦𝘳𝘪𝘮𝘰𝘯𝘪𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘦 𝘭𝘦 𝘴𝘦𝘵𝘵𝘦 𝘮𝘶𝘯𝘪𝘤𝘪𝘱𝘢𝘭𝘪𝘵à 𝘥𝘦𝘭 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰. 𝘗𝘰𝘭𝘤𝘳𝘪: “𝘐𝘯 𝘱𝘳𝘰𝘨𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘶𝘯𝘰 𝘴𝘱𝘢𝘻𝘪𝘰 𝘮𝘶𝘴𝘦𝘢𝘭𝘦 𝘮𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘦𝘥𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘥𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭
  • 𝗦𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝗿𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝘀𝘀𝗼𝗹𝗶, 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗿𝗱𝗼𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝘀𝗲𝗽𝗼𝗹𝗰𝗿𝗼 - La scomparsa del presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha generato commozione anche a Sansepolcro, città a cui l’ex giornalista Rai era molto legato. In particolare, Sassoli era attivo da molti anni nell’Associazione Cultura della Pace, con cui era entrato in contatto grazie allo stretto rapporto con monsignor Luigi Di Liegro, che aveva seguito il percorso del fratello nell’obiezione di coscienza. Dell’associazione Sassoli era socio onorario ed era membro del comitato scientifico dell’omonimo Premio nazionale.
👉 L’articolo completo al link in bio
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