• Chi siamo
  • Redazione
  • Contatti
  • Privacy
redazione@teverepost.it
Nessun risultato
Tutti i risultati
mercoledì 14/04/2021
TeverePost
  • Home
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Cronaca
  • Sport
  • Cultura
  • Eventi
  • Rubriche
    • Profili d’Autore
    • Valtiberini nel mondo
    • Gastronomia consapevole
    • Oltre il Tevere
  • Home
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Cronaca
  • Sport
  • Cultura
  • Eventi
  • Rubriche
    • Profili d’Autore
    • Valtiberini nel mondo
    • Gastronomia consapevole
    • Oltre il Tevere
Nessun risultato
Tutti i risultati
TeverePost
Nessun risultato
Tutti i risultati

Transnistria, uno Stato che nelle carte geografiche non esiste

Con oltre mezzo milione di abitanti, la Repubblica Moldava di Pridnestrov'e è uno dei territori non riconosciuti più popolosi d’Europa e occupa una posizione particolarmente strategica

di Guido Guerrini
31/01/2021
in Oltre il Tevere
Lettura: 11 min.
Transnistria, uno Stato che nelle carte geografiche non esiste

Tiraspol', monumento alla vittoria nella seconda guerra mondiale

Le poche righe pubblicate nell’articolo della scorsa settimana dedicate alla Transnistria, o Pridnestrov’e, hanno suscitato la curiosità di alcuni lettori riguardo a questa specie di buco nero d’Europa comparso agli inizi degli anni ‘90, e che da allora ha continuato ad esistere in modo più o meno indisturbato. Il Pridnestrovie fa parte di un discreto gruppo di territori non riconosciuti da nessun altro Stato, o nel migliore dei casi dichiarati esistenti da una piccola comunità di nazioni. Tra questi, nella sola Europa, troviamo Cipro Nord, Abcasia, Ossezia del sud, Kosovo e le più recenti Repubblica Popolare di Doneck e Repubblica Popolare di Lugansk. A cavallo tra Europa e Asia va conteggiata anche quello che resta del Nagorno Karabakh dopo la recente offensiva azera. A due passi dal vecchio continente ci sono poi la Palestina e la Repubblica Araba Democratica dei Sahrawi.

Transinistria o Pridnestrov’e?

Il Pridnestrov’e non è presente nelle cartine geografiche ma esiste con le sue istituzioni, leggi, bandiera, dogane e moneta. Per essere chiari ha ed ha sempre avuto un’effettiva sovranità sul proprio territorio. Se la cercate dovrete indicativamente osservare la parte orientale della Moldavia, grosso modo tutto ciò che si trova nella striscia di terra ubicata tra il fiume Nistro (Dnestr) e il confine con l’Ucraina. In realtà sotto sovranità transnistriana c’è anche l’area attorno alla città di Bender, in molti atlanti geografici Tighina, che rimane sulla sponda occidentale del fiume che dà il nome allo stato. Il perché del fatto che spesso si ripetano due nomi è più o meno lo stesso motivo per il quale la maggior parte degli abitanti della Transnistria non si sentono moldavi. Senza andare troppo lontano con il tempo basterà ricordare che la Moldavia in epoca sovietica era abitata per quasi due terzi da una comunità di lingua moldavo-rumena e da un’importante minoranza di lingua russa e ucraina. Un’altra importante minoranza etnica della quale parleremo in seguito sono i Gagauzi, una comunità di origine turca ma di religione ortodossa. Vivono in una regione autonoma nel sud della attuale Moldavia e sono in prevalenza filorussi. I nomi Moldavia e Moldova, Transnistria e Pridnestrov’e, Nistriu e Dnestr, Tighina e Bender, sono figli della variante linguistica neolatina o di quella slava. Interessante che la traduzione letterale della parola Transnistria dalla lingua rumena sia “oltre il Nistro”, mentre in russo Pridnestrov’e significa “prima del Nistro”: cambia cioè il punto di vista.

Rappresentanza diplomatica di Abcasia e Ossezia del Sud a Tiraspol’

Moldavia e Transnistria fino al crollo dell’Unione Sovietica

La Transnistria viene spesso definita l’ultima reliquia dell’Unione Sovietica. Contribuisce a questa definizione il fatto che la bandiera e il simbolo dello Stato comprendono stella, falce e martello. In realtà sono i simboli della Repubblica Socialista Sovietica di Moldavia che non sono mai stati sostituiti nella capitale Tiraspol’ e in tutto il territorio controllato. Le problematiche all’interno di quella che era la Moldavia sovietica sono dovute sicuramente anche a confini volutamente non tracciati né sulla base di aspetti etnici né geografici. La regione moldava, o Bessarabia se si intendono i territori tra i fiumi Prut e Nistro, ha una storia spesso stata legata alla Romania, simile per lingua e cultura. Va chiarito che lingua moldava e rumena sono esattamente la stessa lingua con la differenza che fino al 1991 usavano due diversi alfabeti. Però la Transnistria è al di fuori della Bessarabia storica, e fu aggiunta alla Moldavia solamente nel 1940 quando fu istituita la Repubblica Socialista Sovietica di Moldavia, proprio alla vigilia della Seconda guerra mondiale. Fino a quel momento tutte le aree ad est e ovest del Nistro facevano parte dell’Ucraina sovietica, che cedette parte del proprio territorio per favorire la nascita del nuovo Stato sempre all’interno dell’Unione Sovietica. Già a quel tempo la parte ad ovest del fiume aveva una vocazione agricola mentre in quella ad est avevano cominciato a svilupparsi le industrie. Dopo l’indipendenza del 1991 il nuovo stato con capitale Chișinău adottò una bandiera con gli stessi colori di quella in uso a Bucarest, mentre ad est del Nistro fu mantenuta quella della Moldavia sovietica. Nella parte orientale della Romania c’è una regione a ridosso dell’ex confine sovietico che si chiama anch’essa Moldavia, e al momento dell’indipendenza a seguito del disfacimento dell’Unione Sovietica sembrò possibile una riunificazione dei due Stati di lingua rumena.

Il fiume Nistro

La guerra

Le riforme di Gorbačëv aprirono la strada al nazionalismo in molte realtà periferiche. Nel periodo precedente alla disintegrazione dell’Unione Sovietica la Moldavia intraprese la strada del rafforzamento della propria identità nazionale anche attraverso l’uso della propria lingua. Il russo e l’alfabeto cirillico furono sostituiti dall’alfabeto latino e dal moldavo, che fino a quel momento era comunque una delle due lingue nazionali. Le tensioni aumentarono in Transnistria, dove la maggioranza della popolazione era slava, in Gagauzia e anche a Chișinău, dove i non moldavi erano in un numero elevato. Gruppi nazionalisti arrivarono anche all’aggressione di tutto ciò che era diverso dalla cultura moldava. Assieme alle richieste di indipendenza veniva prepotentemente fuori la proposta di unirsi alla Romania, alla quale era favorevole perfino il presidente moldavo Mircea Snegur. Nel settembre del 1990 tutti i territori ad est del Nistro organizzarono un referendum e dichiararono l’intenzione di separarsi dalla Moldavia sovietica. Venne chiesta l’istituzione di una nuova repubblica federata all’Urss proprio per sfuggire alle politiche nazionaliste moldave. Dopo il fallito colpo di stato sovietico dell’agosto del 1991 Chișinău dichiarò l’indipendenza dall’Urss e il giorno dopo Tiraspol’ fece la stessa cosa rispetto alla Moldavia. Di fatto il tricolore adottato dalla Moldavia riconosciuta internazionalmente non ha mai sventolato oltre il fiume Nistro.

La guerra scoppiò nel marzo del 1992, tre mesi dopo il riconoscimento internazionale dei quindici Stati nati al posto dell’Unione Sovietica. In realtà le prime vittime moldave e transnistriane sono considerate risalenti a piccoli scontri avvenuti tra il novembre e dicembre del 1991, quando la polizia moldava cercò per due volte di entrare nelle zone ribelli superando il fiume Nistro nei pressi di Dubăsari con l’intenzione di dividere in due la Transnistria. A primavera dell’anno successivo furono due le aree dove si sviluppò una vera e propria guerra con volontari provenienti dalla Romania a dare supporto ai moldavi, e sull’altro fronte ucraini, russi e cosacchi a difendere gli slavi di Transnistria. A marzo scontri e capovolgimenti di fronte coinvolsero ancora una volta le località a nord e sud di Dubăsari, il punto in linea d’aria più vicino a Chișinău. A giugno furono molto violenti gli scontri all’interno di Bender-Tighina dove la guerra entrò nella grande città anche con mezzi corazzati. Va ricordato che a Tiraspol’ e nel deposito di armi di Cobasna era schierata la 14esima armata sovietica, che ha avuto un ruolo nel conflitto moldavo. Nonostante da Mosca fossero arrivati ordini di mantenere una posizione neutrale e difendere armi e caserme, soldati e ufficiali diedero man forte agli indipendentisti facendo pendere verso la Transnistria l’esito del conflitto. Nel mese di luglio ad un violento bombardamento dell’aviazione di Chișinău la 14esima armata rispose cannoneggiando le truppe regolari che si erano appostate in un bosco vicino a Bender. Entrambi gli episodi causarono centinaia di morti e furono il punto di massima violenza del conflitto. A fine luglio entrò in vigore un cessate il fuoco che congelò la situazione limitandosi a delineare un confine presidiato da una forza congiunta costituita da moldavi, russi e transnistriani. Di fatto la situazione sul campo non è più mutata se non per un lento scambio di popolazione in atto, visto che la composizione etnica a destra e sinistra del fiume è mutata con la diminuzione delle rispettive minoranze.

Edificio di Bender con i segni della guerra del 1991-92

Storie di ordinaria burocrazia

In tempi relativamente recenti ho avuto modo di visitare questo territorio per due volte. La prima nel 2011 provenendo dalla Moldavia e proseguendo verso Odessa in Ucraina. Pochi giorni dopo effettuai lo stesso viaggio in direzione opposta pernottando a Tiraspol’. Poi nel 2015 ho attraversato la regione arrivando dall’Ucraina. Tra i due viaggi ho potuto registrare un cambiamento molto importante nelle regole di ingresso e soprattutto di uscita dal Paese fantasma. Nel primo viaggio era ancora in vigore la legge moldava che prevedeva il divieto di entrare in Pridnestrov’e da confini diversi da quello moldavo, quindi dall’Ucraina. Nel passaporto era necessario avere un timbro di ingresso e uscita dalla Moldavia e quindi entrando in Pridnestrov’e ci potevano essere problemi in un futuro viaggio in Moldavia: eravamo usciti dalla nazione attraverso un confine non riconosciuto, quindi potevamo essere accusati e multati per immigrazione clandestina! Escogitammo un trucco per rimetterci in regola con le leggi locali, dato che due settimane dopo rientrammo in Transnistria dall’Ucraina per poi tornare in Moldavia. In questo modo avevamo infranto due volte la legge ma per la polizia moldava avevamo regolarmente un timbro in entrata e uno d’uscita nel passaporto. Quattro anni dopo questa regola non c’èra più e infatti una volta entrati in Moldavia via Pridnestrov’e provenienti dall’Ucraina, al posto di blocco, non una dogana ufficiale, fummo registrati e ottenemmo il fatidico timbro moldavo nel passaporto. Curioso il visto provvisorio di transito della durata di dieci ore che ci fecero al nostro ingresso sia nella prima occasione del 2011 che in quella del 2015, come davvero complesse furono le procedure per registrare alla polizia la nostra presenza notturna in un appartamento nel secondo ingresso del nostro primo viaggio. Le domande alla dogana sull’eventuale presenza di riviste pornografiche e il controllo etilico con il fiato della polizia di Bender sono altri aspetti che ricordiamo con piacere, come le mazzette estorte durante il primo viaggio. La Pridnestrov’e è l’unica area ex sovietica anche ad avere la polizia stradale contrassegnata come nell’Urss dall’acronimo GAI (GosAvtoInspekcija, Ispezione automobilistica statale).

Passeggiando per Tiraspol’

Prima di metterci piede per la prima volta, le nostre informazioni su questo luogo derivavano da qualche articolo di stampa specializzata, dai libri romanzati di Nicolai Linin e dalla fama che Tiraspol’ e dintorni si portavano dietro come luogo in mano alla criminalità, dove è possibile far sparire e apparire qualunque cosa, in particolare persone, soldi e armi. L’impressione passeggiando per Tiraspol’ è quella di essere in una qualsiasi città dell’est Europa e si nota decisamente meno miseria rispetto a Chișinău. Per chi ha avuto modo di visitare Moldavia, Ucraina e Russia, il Pridnestrov’e assomiglia molto di più a quest’ultima, nonostante sia decisamente più lontana rispetto alle altre due nazioni con le quali confina. I tricolori russi sventolano spesso assieme alle bandiere della Transnistria e in tutta la regione non mancano statue di Lenin, cosa che in Ucraina e Moldavia è ormai raro incontrare. La popolazione di questa regione votò un referendum nel 2006 per chiedere di essere annessa alla Federazione Russa. Dopo l’ingresso della Crimea come repubblica autonoma all’interno della Russia questa speranza tornò ad essere forte, anche se Mosca fino ad ora è stata sempre molto prudente. La Russia sostiene economicamente questa regione che in ogni caso ha un’industria più sviluppata di quella moldava e soprattutto rifornisce di energia elettrica lo Stato di cui la comunità internazionale continua a pensare che faccia parte. Non solo chi è stato in Transnistria conosce il nome Sheriff, onnipresente in tutti i settori economici, dalle stazioni di rifornimento ai supermercati passando per la comunicazione, le costruzioni e perfino per lo stadio e la squadra di calcio più vincente del calcio moldavo. Una delle stranezze di questo luogo è che nel calcio la guerra di secessione non c’è mai stata, poiché le squadre ad est del Nistro continuano a giocare, e spesso vincere, nel campionato della Moldavia unita. Nel 2011 fummo portati in giro per Tiraspol’ da Sergio Luciano, un italiano impegnato nel settore dell’abbigliamento che ci spiegò in modo chiaro perché tutti i vicini di casa del Pridnestrov’e hanno convenienza che questo buco nelle carte geografiche continui ad esistere. Nell’occasione ci fu anche spiegato che sebbene esista un passaporto della Transnistria, non riconosciuto da nessuno, la quasi totalità della popolazione locale si muove nel mondo usando passaporti moldavi, russi e ucraini. Fonti giornalistiche sostengono che la Russia in quasi trenta anni abbia concesso moltissimi passaporti, forse trecentomila.

Tiraspol’

Trattative di pace e nubi nere all’orizzonte

Nonostante la simbologia sovietica e le statue di Lenin, il Pridnestrov’e non è uno stato comunista, anche se il settore pubblico recita un ruolo importante nell’economia e nella protezione sociale. Fino all’epoca del nostro primo viaggio c’era stato un solo presidente. Igor’ Smirnov, una sorta di padre della patria e molto vicino alla Sheriff, a fine 2011 perse delle combattutissime elezioni a vinte da Evgenij Ševčuk, che a sua volta perse quelle del 2016 a favore di Vadim Krasnosel’skij. Le prossime saranno in autunno. Le elezioni presidenziali evidenziano di volta in volta un dibattito sulle questioni legate alla politica interna ed economia del Pridnestrov’e. Il tema di un eventuale ricongiungimento con la Moldavia non è in agenda di nessuna forza politica, mentre l’aspirazione a diventare un pezzo di Russia è un elemento che caratterizza tutta lo politica locale. Negli anni il movimento da e per la Moldavia si è intensificato, con minori restrizioni doganali e una maggiore cooperazione economica. Sono molti i lavoratori che ogni giorno varcano il confine tra le due realtà per lavorare nell’una o nell’altra. Un altro segno di distensione è stata la riapertura della ferrovia Chișinău-Tiraspol’-Odessa, pur caratterizzata da lunghe soste ai confini tra i diversi soggetti politici coinvolti. Anche chi vuole raggiungere la Transnistria per turismo, in auto, in autobus o in treno, incontra molti meno problemi rispetto al passato.

Nei tre decenni di vita del Pridnestrov’e tentativi di raggiungere un compromesso politico ve ne sono stati. Rispetto ad altre situazioni similari c’è la consapevolezza reciproca che i territori oltre il Nistro abbiano diritto ad uno status speciale da definire e la problematica coinvolge anche la Gagauzia. Quest’ultima entità ha stabilito nel 1994 delle regole chiare con Chișinău, a partire dall’autonomia politica e linguistica e perfino un accordo che prevede un diritto di secessione qualora in futuro la Moldavia decidesse l’unione con la Romania. Il momento in cui le parti sono state più vicine è stato il 2003 con il cosiddetto Memorandum Kozak, dal nome di uno stretto collaboratore del presidente russo Vladimir Putin. Il progetto prevedeva la trasformazione della Moldavia in uno stato federale asimmetrico composto da Moldavia, Transinistria e Gagauzia. Una camera federale sarebbe stata eletta in modo proporzionale da tutta la popolazione mentre un senato sarebbe dovuto essere composto da 13 componenti indicati dalla camera bassa, 9 dalla Transinistria e 4 dalla Gagauzia. Le leggi di valenza federale avrebbero dovuto avere l’approvazione di entrambe le camere, permettendo quindi alle due componenti non etnicamente moldave di poter avere una sorta di diritto di veto. Dopo lunghe discussioni la proposta fu bocciata da Chișinău.

Dall’epoca gli unici passi avanti sono stati relativi solamente alla semplificazione della vita dei rispettivi cittadini, mentre sul piano politico non sembrerebbe esserci forte volontà di arrivare ad accordi. Periodicamente si ribadisce la richiesta di riconoscimento internazionale e quella successiva di diventare una repubblica della Federazione Russa. La situazione ucraina dopo gli eventi di piazza Maidan ha solo leggermente influito sui rapporti politici tra Kiev e Tiraspol’, mentre non molto su quelli tra le popolazioni. Moldavi e ucraini hanno marcato i propri confini comuni senza coinvolgere i secessionisti e hanno aumentato i controlli al passaggio di merci da e per la Transnistria dalle dogane ucraine. La Pridnestrov’e ha comunque mantenuto molti scambi economici con la regione di Odessa, che conserva una vicinanza culturale e politica alla Russia. A partire da dicembre 2020 si è insediata come nuova presidente moldava Maia Sandu, politica europeista che tra i primi atti del proprio mandato ha voluto incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj. Questo gesto è stato visto anche come una possibile stretta, anche in senso fisico, nei confronti della striscia di terra ubicata tra Moldavia e Ucraina. Un’eventuale chiusura dei confini creerebbe dei problemi al territorio conteso che difficilmente potrebbe vedere la Russia intervenire, considerato che il Pridnestrov’e diventerebbe impossibile da raggiungere. Allo stesso tempo per Mosca continuare ad avere un ruolo in quell’area sarebbe fondamentale sia dal punto di vista politico che, visti i venti che tirano in Ucraina e in considerazione di eventuali ulteriori allargamenti Nato, anche militare.

Tags: MoldaviaOltre il TeverePridenestrov'eTransnistria
CondividiTweetInviaCondividiInvia

Altri articoli

Jurij Gagarin, il primo uomo nello spazio

Jurij Gagarin, il primo uomo nello spazio

di Guido Guerrini
12/04/2021
0

Sessant'anni fa uno dei giorni più importanti della storia dell’umanità. Un cammino iniziato sopra i cieli dell’attuale Kazakistan e che presto potrebbe continuare su Marte.

Da Milano a Tokyo in Vespa

Da Milano a Tokyo in Vespa

di Guido Guerrini
02/04/2021
0

Fabio Cofferati cercherà di ripetere lo storico viaggio che portò Roberto Patrignani alle Olimpiadi giapponesi del 1964.

Tra Oscar e nuovi vulcani: il 2021 dell’Islanda

Tra Oscar e nuovi vulcani: il 2021 dell’Islanda

di Guido Guerrini
29/03/2021
0

Leonardo Piccione ci racconta il nuovo fenomeno geologico e l'attesa del villaggio di Husavik che sogna il premio cinematografico per la miglior canzone.

La storia del primo “coast to coast” americano

La storia del primo “coast to coast” americano

di Guido Guerrini
22/03/2021
0

Il lungo viaggio a piedi di Cabeza de Vaca dalla Florida al golfo di California e i primi interrogativi etici sulla schiavitù in America.

Viaggio tra i calendari in uso nel mondo

Viaggio tra i calendari in uso nel mondo

di Guido Guerrini
15/03/2021
0

Dalla differenza tra calendario giuliano e gregoriano ai calendari rivoluzionari, da quello cinese a quello islamico: storia e geografia del calcolo del tempo.

Prossimo Post
Covid: 192 casi in provincia di Arezzo, di cui 12 in Valtiberina

Covid, 5 casi in Valtiberina. Cornioli: "Settimana senza contagi alla Rsa"

Illuminazione a Sansepolcro, ecco il progetto varato dal Comune

IN EVIDENZA

Transnistria, uno Stato che nelle carte geografiche non esiste

Transnistria, uno Stato che nelle carte geografiche non esiste

31/01/2021

Luigi “Gigi” Medori: un ricordo personale

10/04/2021

Area ex Buitoni, al via lunedì la demolizione

09/04/2021
Lorenzo Comanducci, da giovane promessa a leader della difesa

Lorenzo Comanducci, da giovane promessa a leader della difesa

11/04/2021
TeverePost

Quotidiano online edito da:
Ass. Cult. PostComunicazione
Via Senese Aretina, 155
52037 Sansepolcro (AR)
P.I. 02362150514
Email: redazione@teverepost.it

Privacy Policy Cookie Policy Termini e Condizioni

ARCHIVIO

CATEGORIE

  • Attualità
  • Cronaca
  • Cultura
  • Economia
  • Eventi
  • Gastronomia consapevole
  • Notizie
  • Oltre il Tevere
  • Politica
  • Profili d'Autore
  • Pubbliredazionale
  • Sport
  • Valtiberini nel mondo

FACEBOOK

INSTAGRAM

Seguici

  • #AccaddeOggi: il 12 aprile 2021 il cosmonauta Jurij #Gagarin è il primo uomo ad andare nello #spazio.
-
Oggi i voli spaziali sono diventati quasi una cosa normale, almeno quelli che portano astronauti e cosmonauti oltre i confini del pianeta Terra. Una stazione spaziale orbita costantemente sopra le nostre teste e centinaia di migliaia di satelliti artificiali contribuiscono a rendere comode, controllate e piene di informazioni le nostra vite. Con cadenza regolare veicoli spaziali con equipaggio e navette cargo senza umani a bordo vanno e vengono dal nostro pianeta alla stazione orbitante internazionale. Quello che era fantascienza oggi è diventato realtà e quello che resta fantascienza diventerà probabilmente realtà nel giro di qualche decennio. Ma nella storia dell’umanità c’è un giorno preciso che separa l’immaginazione dalla concretezza e che trasformò le ipotesi in certezze. Quel 12 aprile del 1961 iniziò un cammino fatto di conquiste ma anche di tragedie, che costituisce la versione moderna dei viaggi di Cristoforo Colombo o, ancor prima, dei Vichinghi.
👉 Al link in bio l’articolo completo per la nostra rubrica #OltreilTevere.
.
#yurigagarin #space #cosmo #astronaut #astronauta #urss #sputnik #lajka #coldwar #guerrafredda #history #storia #novecento #mosca #sovietunion #soviet #vostok #capsule #valentinatereshkova #stars #orbiting #shuttle #russia
  • Partito giovanissimo alla volta di Milano e Roma, l’attore umbro Graziano Scarabicchi, classe 1985, è diventato negli anni uno dei volti più noti degli spot televisivi. Lontano dal piccolo paese di Monte Santa Maria Tiberina inizia a lavorare come modello a Milano, per poi affacciarsi al mondo della televisione, in particolare pubblicità che lo hanno portato, nel corso degli anni, a collaborare con attori di fama internazionale. Fortemente legato alla famiglia di origine, in particolare le nonne, Graziano considera fondamentale, per la sua carriera, le forti radici che lo legano alla sua terra di origine e ai suoi cari.
👉 L’articolo completo al link in bio.
.
@graziano_scarabicchi #grazianoscarabicchi #tv #spettacolo #attore #actor #actorslife #bio #stories #altotevere #umbria #valtiberina #montesantamariatiberina #artist #showman #model #modelshoot #manstyle #cittadicastello #intervista #interview
  • Alle 5 di mattina circa del 1° aprile 2020, dopo una nottata intera trascorsa davanti al PC a limare gli ultimi dettagli in un clima di attesa surreale, lo spazio web di #TeverePost vedeva la luce. Un parto più complesso del previsto, avvenuto nel cuore del primo lockdown, con la redazione pressoché costretta a coordinare interamente da remoto le varie operazioni di messa online e produzione dei contenuti attraverso quelle modalità di comunicazione al tempo ancora poco rodate (leggasi Skype, Zoom, Meet, ecc.) che oggi in ambito lavorativo rappresentano la quotidianità.

Non staremo ad annoiarvi con il classico malloppo di considerazioni abbastanza ovvie e scontate del tipo “anno più difficile del previsto”, “progetti bloccati dal Covid”, “nonostante tutto #celafaremo” e via dicendo. Sappiamo tutti perfettamente che questi dodici mesi sono stati uno strazio. Piuttosto vogliamo soffermarci per qualche momento su ciò che fin qui abbiamo cercato di creare, ossia uno spazio di informazione alternativo dove ogni giorno, nel nostro piccolo, ci poniamo l’obiettivo non solo di aggiornare correttamente i cittadini sui fatti di attualità, ma anche di far comprendere loro quali importanti sacrifici si celano dietro la produzione di contenuti originali e il rigetto di copia-incolla, titoloni acchiappa click ed altre pratiche tipiche del giornalismo contemporaneo. Ci auguriamo pertanto di essere stati in grado di trasmettere il nostro approccio qualitativo e ‘slow’, mettendovi nelle condizioni di percepire anche solo una minima parte di questi sforzi.

Detto questo, vogliamo ringraziare ancora una volta i magnifici supporter commerciali, i partner operativi e tutti coloro che hanno scelto di credere nel progetto TeverePost, a cominciare dai nostri attentissimi lettori. A tutti loro saranno dedicate le nostre prossime attività in cantiere. See you soon!
.
#notizie #journalism #giornalismo #valtiberina #toscana #arezzo #altotevere #news #approfondimento #inchieste #slow #slowjournalism #storie #racconti #informazione #media #newmedia #happybirthday #buoncompleanno
  • #AccaddeOggi: il 10 marzo 2019 i passeggeri e l’equipaggio del volo di linea internazionale Ethiopian Airlines 302 morirono in un tragico schianto nei pressi di Addis Abeba. Tra le 157 persone che persero la vita, anche i coniugi Carlo Spini e Gabriella Vigiani.

Rispettivamente medico ed infermiera, Carlo e Gabriella vivevano da anni assieme ai figli a Sansepolcro, dove erano conosciuti e stimati per la loro professionalità, ma anche per l’impegno nel volontariato. Una volta in pensione, la coppia ha iniziato a dedicarsi a tempo pieno a progetti umanitari con l’associazione onlus Africa Tremila, di cui il dottor Spini era presidente.

Carlo e Gabriella erano partiti dall’Italia per andare a verificare, insieme ad un terzo volontario, il commercialista bergamasco Matteo Ravasio, tesoriere della onlus, come stavano andando avanti le attività di due progetti particolari, uno in Kenia e uno in Sudan.

L’episodio scosse l’intera comunità biturgense, dove vivono e lavorano i quattro figli. I funerali si svolsero il 17 ottobre con una cerimonia toccante in cattedrale alla quale presero parte le istituzioni locali assieme a tantissimi concittadini.
.
#incidente #boeing737 #carlospini #gabriellavigiani #sansepolcro #aereo #ethiopianairlines #ethiopia #addisababa #addisabeba #africa #africatremila #onlus #tragedia #lutto #onthisday #valtiberina #notizie #volontari #medico #infermiera #medicine #nurse
  • Sono trascorsi sei anni dalla tempesta di vento che mise in ginocchio la città di Sansepolcro. Tetti scoperchiati, decine di piante abbattute dalle forti raffiche e danneggiamenti di ogni genere furono solo alcuni degli effetti di quell’evento atmosferico straordinario che sconvolse un’intera comunità. Le prime pesanti criticità furono riscontrate già prima dell’alba, con le folate che proseguirono implacabili fino al primo pomeriggio. L’episodio ottenne risalto nazionale, con vari politici e personalità che giunsero al Borgo per comprendere l’effettiva gravità dell’accaduto.
.
#accaddeoggi #sansepolcro #maltempo #5marzo #vento #emergenza #natura #wind #tempesta #storm #meteo #emergency #disaster #tornado #hurricane #valtiberina #toscana #arezzo #tuscany #news #notizie
  • La prima edizione del Rally Valle del Tevere – promo event del Tour European Rally Series e seconda prova del Challenge Raceday Rally Terra – va in archivio con il successo di Nicolò Marchioro e Marco Marchetti su Škoda Fabia. L’evento ha visto al via di Sansepolcro ben 112 equipaggi internazionali e, come nelle intenzioni degli organizzatori di Valtiberina Motorsport, ha costituito un’importante vetrina promozionale per il territorio ed ha avuto il supporto delle amministrazioni comunali, presenti alla premiazione finale con il sindaco di Anghiari Alessandro Polcri e gli assessori di Pieve Santo Stefano e Sansepolcro Federico Cavalli e Riccardo Marzi.
L
  • La Asl Toscana Sud Est ha reso noti i dati definitivi dello screening di massa che si è svolto da martedì a sabato della scorsa settimana a Sansepolcro. In totale si sono sottoposte al test molecolare 5.775 persone tra residenti a Sansepolcro, lavoratori provenienti dai comuni toscani limitrofi e studenti delle scuole cittadine. I positivi al coronavirus sono stati complessivamente 22, di cui 16 residenti nel capoluogo biturgense.
👉 L’articolo completo al link in bio.
.
#covid #sansepolcro #test #screening #healthscreening #covid_19 #covid19italia #variante #inglese #brasiliana #valtiberina #arezzo #toscana #tuscany #notizie #cronaca #umbria #altotevere #borgo #sangiustino #cittadicastello #sanità #asl #health
  • #Fotonotizia: il Comune di Sansepolcro ha diffuso alcune immagini del cantiere del nuovo ponte sul Tevere. I lavori per la realizzazione della nuova infrastruttura sono ripartiti lunedì scorso dopo che un sopralluogo dei Carabinieri Forestali dello scorso 30 novembre aveva fatto emergere una serie di irregolarità, oggi risolte.
.
#workinprogress #ponte #pontesultevere #tevere #lungotevere #notizie #cantiere #edilizia #costruzioni #building #infrastructure #viabilità #lavoriincorso #opere #sansepolcro #valtiberina #arezzo #costruzioni @comunedisansepolcro
  • Sta facendo molto discutere a Sansepolcro e in Valtiberina il caso dell’intossicazione alimentare che ha colpito numerose persone (sono decine quelle che si sono rivolte ai medici di famiglia o al pronto soccorso) a partire dalla giornata di domenica. Comune origine del malessere, secondo quanto riportato dagli interessati, il cibo da asporto di un locale di cucina asiatica del capoluogo biturgense.

Mentre le autorità mantengono il più stretto riserbo, TeverePost ha raccolto la testimonianze di una delle persone coinvolte nella vicenda e della sua dottoressa.
👉 L’articolo al link in bio.
.
#sushi #sansepolcro #cronaca #notizie #cucina #cucinagiapponese #valtiberina #arezzo #toscana #pesce #japanesefood
  • Contatti
  • Disclaimer
  • Privacy
  • Cookie

© 2020 TeverePost - Testata giornalistica registrata c/o Tribunale di Arezzo n.1 06/03/2020. Direttore responsabile: Alessio Metozzi.

Nessun risultato
Tutti i risultati
  • Home
  • Attualità
  • Politica
  • Cronaca
  • Economia
  • Sport
  • Cultura
  • Eventi
  • Rubriche
    • Profili d’Autore
    • Valtiberini nel mondo
    • Gastronomia consapevole
    • Oltre il Tevere

© 2020 TeverePost - Testata giornalistica registrata c/o Tribunale di Arezzo n.1 06/03/2020. Direttore responsabile: Alessio Metozzi.