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A Classic Horror Story: gli italiani e i film “de paura”

“Visioni in sala e salotto” è la nuova rubrica di TeverePost dedicata al cinema. Si apre con una pellicola che può lasciare interdetti, ma che va vista in quanto operazione non banale, originale e sentita

di Massimo Dottorini
16/08/2021
in Visioni in sala e salotto
Lettura: 4 min.
A Classic Horror Story: gli italiani e i film “de paura”

A Classic Horror Story, di De Feo e Strippoli (Colorado Film, Rainbow e Netflix)

Pronti? Eh si, abbiamo deciso di partire con questa bellissima avventura. Sarò con voi due volte al mese, ospite di Tevere post per analizzare, descrivere, commentare serie tv e film. Andremo rigorosamente in ordine sparso, secondo uscite, novità, ma anche rivalutazioni e re-visioni di pellicole storiche. Solo questo? Beh no, c’è anche il tanto amore verso film e serie tv che mi appassionano o mi hanno appassionato, cercando di trasmettervi l’infinita gioia di una visione o anche la fatica, perché no, di entrare in linguaggi o storie non propriamente consone alla mia idea di estetica e poetica. Mi permetterò un piccolo vezzo ogni volta, ogni analisi di film o serie tv sarà accompagnata da una piccola o grande regola per la vita, ne trarremo, anche in modo giocoso, un piccolo insegnamento. Allora via, si parte!

Oggi vi presento una visione che mi ha lasciato un po’ interdetto, ma poi riflettendo, niente, sono rimasto sempre non propriamente convinto. Parlo di A Classic Horror Story di De Feo e Strippoli. È un film per Netflix, uscito sulla piattaforma il 14 luglio, e come si evince dal titolo, la storia è proprio il classico racconto dell’orrore. Infatti a dei ragazzi in viaggio con il camper, in Calabria, accade che in un luogo isolato perdono il controllo della guida e vanno a sbattere addosso a un albero. Si risvegliano in una foresta, strada scomparsa e cercando aiuto si ritrovano vicino a una casa che indovinate un po’… è la casa che ci porta diversi problemi, permettetemi la licenza. Ah, aspetta, altra riflessione, mi permetto un’altra piccola precisazione, facciamo un patto fin da subito, se spoilero vi avverto, mi sembra il minimo.

Dicevo quindi che i nostri sventurati fanno conoscenza, di quelle che vi auguro come augurerei a un animatore di villaggio un ascolto attento di Sufjan Stevens, con la leggenda di Osso, Mastrosso e Carcagnosso, una leggenda che pare abbia dato inizio alle tre associazioni “benefiche”: mafia, camorra, ‘ndrangheta. E che si fa di bello in un film horror quando abbiamo tre indigene divinità? Si donano a loro dei sacrifici secondo questa rilassante filastrocca:

“ll primo occhi non ha ma anche al buio ti troverà
Il secondo non ha udito ma di certo ti avrà sentito
Il terzo non ha bocca per parlare ma se lo vedi non fiatare
Un cavallo alato gli sta accanto e della morte lui è il canto”.

A Classic Horror Story, di De Feo e Strippoli (Colorado Film, Rainbow e Netflix)

Ed è così che assistiamo a macellerie varie dove si asportano lingue, occhi e orecchie. La tensione diventa alta, anche se dovreste prendere questo riferimento con le pinze, vista la mia proverbiale fifa e poca disponibilità a musiche e rumori inquietanti classici dei film dell’orrore. Poi vi dico la verità, non vi vorrei raccontare di più, per la particolarità del film e il capovolgimento interessante e originale, questo ve lo dico, che avviene a circa ¾ di pellicola. E allora da qui vi accompagno senza dirvi troppo e recensisco provando a non rovinarvi la festa. È un film sicuramente originale, con buoni spunti e una bella possibilità di provocazione: in Italia non sappiamo fare film horror, da qui anche un uso sapiente di canzoni come Il cielo in una stanza o C’era una casa molto carina…, c’è una denuncia molto, forse fin troppo, consapevole del nostro paese e dell’industria cinematografica (fidatevi che capirete poi guardandolo) e molto interessante l’uso della tradizione e dei costumi con l’intreccio della storia. Diciamo che è metafilmico, si parla di come fare un film, facendo un film.

Gli attori sono giovani e molto bravi, sopra a tutti/e vorrei citare Matilda Anna Ingrid Lutz, che bene incarna il personaggio, inquieto, spaesato, consapevole e risoluto, e ci conduce attraverso la storia con maestria e allo stesso tempo estraniamento. Gli appassionati del genere chiamerebbero anche la nostra coprotagonista una credibile scream queen, a me piace pensare che sia anche una madonna moderna e originale, ma anche archetipa. In chiusura vi lascio dicendovi che sicuramente va visto, perché è un’operazione non banale, originale e sentita. Se gli appassionati del genere sono arrivati fino alla fine della recensione vi chiedo anche di farmi sapere, mi piacerebbe un bel confronto.

Regola per la vita: La vita è come un viaggio, è tuo e non farlo condurre o guidare da nessun altro.

Buona visione!

  • Titolo: A Classic Horror Story
  • Titolo originale: A Classic Horror Story
  • Regia: Roberto De Feo, Paolo Strippoli
  • Attori: Matilda Lutz, Francesco Russo, Peppino Mazzotta, Yulia Sobol, Will Merrick, Alida Baldari Calabria, Cristina Donadio
  • Paese: Italia
  • Anno: 2021
  • Genere: Horror
  • Durata: 95 minuti
Tags: A Classic Horror Storycinema
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  • La pioggia battente di oggi, un grande classico della manifestazione, non ha frenato l’entusiasmo per il ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima a Sansepolcro. L’evento ha preso ufficialmente il via questa mattina ed accompagnerà l’intero weekend biturgense con i tradizionali banchi degli ambulanti, le esposizioni e gli stand gastronomici. L’amministrazione comunale, che anche nei periodi di maggiore impatto dell’epidemia ha espresso fiducia nella possibilità di riproporre la rassegna dopo due anni di stop, ha voluto celebrare questo appuntamento con una simbolica cerimonia in piazza Torre di Berta alla presenza degli organizzatori e delle autorità locali.

Al taglio del nastro, accanto al sindaco Fabrizio Innocenti, era presente anche il cavaliere Valentino Mercati, patron di Aboca. Grazie alla collaborazione tra il Comune e la locale azienda del settore healthcare è stato possibile inaugurare al meglio la Fiera 2022 con l’installazione al centro della piazza cittadina del grande Dodecaedro di Leonardo. La struttura, caratterizzata al suo interno da una pianta di gelso e già protagonista nel centro di Firenze in occasione delle celebrazioni dedicate al genio rinascimentale, è stata messa a disposizione dalla famiglia Mercati per tutta la bella stagione.
L’articolo completo al link in bio
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  • 𝗙𝗼𝘁𝗼𝗻𝗼𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮 - In attesa del ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima, a Sansepolcro è stato installato il grande dodecaedro di proprietà dell’azienda Aboca, già protagonista a Firenze in occasione delle celebrazioni Leonardiane. La struttura, alta circa sei metri e messa a disposizione dalla famiglia Mercati, resterà collocata al centro della Piazza Torre di Berta per tutta la bella stagione. Pochi minuti fa il sindaco biturgense Fabrizio Innocenti ha condiviso una suggestiva immagine che mostra il risultato delle operazioni di installazione, in attesa che cittadini e visitatori possano ammirare di persona l’opera.

Foto: @fabrizio_innocenti_
  • È stato inaugurato questa mattina, al termine dei lavori di restauro, il prezioso affresco di #GerinoDaPistoia che si trova in piazza della Repubblica a Sansepolcro, la “Madonna di Fontesecca”.

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  • La commemorazione dell
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  • 𝗥𝗲𝗻𝗶𝗰𝗰𝗶, 𝗶 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗩𝗮𝗹𝘁𝗶𝗯𝗲𝗿𝗶𝗻𝗮 𝗶𝗻𝘀𝗶𝗲𝗺𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗠𝗲𝗺𝗼𝗿𝗶𝗮
𝘓𝘢 𝘤𝘦𝘳𝘪𝘮𝘰𝘯𝘪𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘦 𝘭𝘦 𝘴𝘦𝘵𝘵𝘦 𝘮𝘶𝘯𝘪𝘤𝘪𝘱𝘢𝘭𝘪𝘵à 𝘥𝘦𝘭 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰. 𝘗𝘰𝘭𝘤𝘳𝘪: “𝘐𝘯 𝘱𝘳𝘰𝘨𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘶𝘯𝘰 𝘴𝘱𝘢𝘻𝘪𝘰 𝘮𝘶𝘴𝘦𝘢𝘭𝘦 𝘮𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘦𝘥𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘥𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭
  • 𝗦𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝗿𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝘀𝘀𝗼𝗹𝗶, 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗿𝗱𝗼𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝘀𝗲𝗽𝗼𝗹𝗰𝗿𝗼 - La scomparsa del presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha generato commozione anche a Sansepolcro, città a cui l’ex giornalista Rai era molto legato. In particolare, Sassoli era attivo da molti anni nell’Associazione Cultura della Pace, con cui era entrato in contatto grazie allo stretto rapporto con monsignor Luigi Di Liegro, che aveva seguito il percorso del fratello nell’obiezione di coscienza. Dell’associazione Sassoli era socio onorario ed era membro del comitato scientifico dell’omonimo Premio nazionale.
👉 L’articolo completo al link in bio
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