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Giacomo Benedetti: “Indispensabile rafforzare il sistema sanitario delle aree interne”

Il capogruppo di 'Pieve in Comune' analizza anche le prospettive del turismo: “Cruciale per la Valtiberina, le amministrazioni affrontino la questione”.

di Emanuele Calchetti
17/04/2020
in Politica
Lettura: 5 min.
Giacomo Benedetti

Candidato a sindaco di Pieve Santo Stefano alle elezioni dello scorso anno, Giacomo Benedetti è il capogruppo di “Pieve in Comune”, rappresentata negli scranni dell’opposizione anche da Davide Meazzini e Claudio Marri. Intervistato da TeverePost, ha parlato della necessaria collaborazione con la maggioranza nella fase di emergenza e di alcuni argomenti chiave da iniziare a trattare.

Come è cambiata la tua attività di consigliere comunale?

Premettiamo che il coronavirus mi ha portato ad un isolamento assoluto, mi sono trovato a casa di mio nonno nel comune di Caprese Michelangelo e qui sono rimasto. Pieve però la percepisco attraverso i racconti di amici, conoscenti, familiari e anche del sindaco, che con grande disponibilità fin dal giorno dopo il primo DPCM mi ha scritto invitando a dargli una mano. Il nostro piccolo contributo è stato quello di proporre alcune iniziative, effettivamente poi intraprese: in primis aiutare le persone con difficoltà negli spostamenti ad avere un’assistenza per la spesa e le necessità di tutti i giorni.

Qual è il giudizio sull’operato dell’amministrazione in questo frangente?

Ne do un giudizio abbastanza positivo. Tutti sono partiti nudi davanti a questa emergenza e quello che è arrivato è stato affrontato con serietà, a partire dalla mutuazione dei DPCM. In un momento così singolare dico anche che onestamente non invidio l’amministrazione, che è chiamata a un lavoro duro, difficile. Su una visione più ampia che esula da questa fase di emergenza chiaramente le divergenze sono nette, anche nell’ultimo Consiglio comunale avevamo votato contro il DUP, il documento di programmazione, perché abbiamo completamente un’altra idea di amministrazione. Ma davanti al coronavirus mettersi a puntare il dito vorrebbe dire non avere il minimo senso civico. Tra l’altro so che il sindaco è anche vicino alle cinque persone per ora risultate positive, ha un contatto quotidiano con loro e cerca di dare loro una mano nelle necessità quotidiane. Io ho più volte ribadito a Marcelli che in un momento del genere, soprattutto quando sarà necessario riprendere i lavori del consiglio – e a quanto ha riferito ne verrà fatto uno prima della fine del mese – cercheremo di assistere l’amministrazione.

Pur da fuori comune, qual è la percezione sullo stato d’animo della gente a Pieve?

Dopo i primi giorni in cui qualcuno aveva inteso o non inteso, poi si sono tutti chiusi in casa. C’è consapevolezza e forse influisce anche un pesante controllo di vicinato. Poi va detto che c’è stata anche una notevole solidarietà a Pieve: è partita una sottoscrizione intestata alla tesoreria comunale, che il comune utilizza per venire incontro alle necessità delle persone, partendo da quella che è un’iniziativa secondo me utile fino a un certo punto ma richiesta da molti, cioè la sanificazione delle strade, fino all’integrazione dei soldi arrivati da Roma per chi ha bisogno. Anche noi come lista abbiamo contribuito con una sottoscrizione interna e il comune ha già superato i 20.000 euro di introiti. Una cosa di cui abbiamo chiesto conto è che questi soldi vengano spesi nella miglior maniera.

Durante questa emergenza una delle tematiche che hanno suscitato più dibattito è stata la continuazione dell’attività lavorativa alla Tratos.

Sì, la questione soprattutto all’inizio era abbastanza problematica e un’altra delle cose che, anche come membro del direttivo del Pd, avevo chiesto al sindaco era quella di mediare fra l’azienda e i dipendenti. Perché c’erano persone intimorite e in difficoltà nel recarsi a lavorare, e queste lecite rimostranze e dubbi dovevano essere confortate in una qualche maniera. Il sindaco si è espresso in maniera abbastanza puntuale, anche se nei primi giorni, ripeto, la situazione è stata difficile.

Quali sono le principali problematiche da risolvere a Pieve Santo Stefano?

Siamo una zona di confine che vive una situazione di carenza e difficoltà oggettiva da tanti punti di vista. In un momento del genere spero che nascano delle riflessioni soprattutto a livello regionale sul cercare di rafforzare il sistema delle aree interne, in particolare dal punto di vista dell’assistenza sanitaria, e quindi ci si ponga la questione dei medici di base e dei pediatri. In un momento di difficoltà la valle ha cercato di venirsi un po’ incontro, so che tutti gli amministratori si sentono costantemente, però questo sistema emergenziale potrebbe essere mutuato anche in tempi migliori. Comunque il punto è investire maggiormente nel sistema sanitario delle aree interne, mi sento di ribadirlo anche perché era un cavallo di battaglia della nostra campagna elettorale. Dalle dichiarazioni che ho sentito in questi giorni da parte dell’assessore regionale alla salute Saccardi, però, non mi sembra essere ancora emersa una consapevolezza in questo senso.

Un altro tema di grande rilevanza è quello turistico.

Qui si entra anche nei miei ambiti lavorativi personali, che sono particolari. Uno è fare il referente del Piccolo museo del diario, che non si sa quando e come potrà riaprire. In Valtiberina non si parla per niente in maniera approfondita, a parte chi ci lavora, di un settore che è una delle fonti di reddito più importanti, quello di turismo e accoglienza. È bene che le amministrazioni a bocce un po’ più ferme si mettano a parlare di questa tematica in maniera chiara. Abbiamo tutti musei piccoli, locali, alla Pieve da conti sommari si potrebbero fare entrare forse tre persone per volta, ma non si sa in che modalità, per quale fruizione, per quali tempistiche. Non parliamo poi di accoglienza, strutture alberghiere, agriturismi.

L’altra mia attività lavorativa è quella di guida ambientale: si è annullata un’annata lavorativa, tutti hanno cancellato i tour organizzati, le attività didattiche. Questo significa molto per noi a Pieve ma anche per Sansepolcro, tra Museo civico, Museo della vetrata, Aboca museum ecc. Se ne va un’annata di fatturato e quali saranno i paracadute che arriveranno dall’alto non si sa.

In questo momento ci sono tante emergenze, che sono percepite a diversi livelli di importanza. Ecco, mi sembra purtroppo di notare che la riflessione su una certa tipologia di turismo, quella che attrae maggiormente in Valtiberina – un turismo familiare, culturale, naturalistico, legato a un ambiente ancora incontaminato come il nostro – sia nei vari capitoli di analisi veramente lontana dall’essere presa in considerazione.

Vorrei accennare anche al settore agricolo-selviculturale, che è cruciale. Per fortuna qui è stato riattivato il taglio dei boschi: da noi ci sono centinaia di persone che lavorano in questo mondo, il fatto che con l’ultimo decreto sia ripartito dà un po’ di respiro.

Concludiamo con una valutazione sulle scelte del governo nazionale.

In linea di massima le scelte del Governo le giudico favorevolmente, anche se c’è stata una certa scollatura tra i decreti e la loro attuazione. Ci sono i casi lampanti delle regioni del nord Italia, soprattutto la Lombardia e in parte il Piemonte, dove si stanno mostrando elementi di gestione dell’emergenza assurdi. L’Italia ha quasi 160mila casi, più della metà dei quali in Lombardia. Viene da chiedersi perché lì sì e nelle altre regioni no. Le vicende del Trivulzio o il fatto di aver portato persone contagiate dentro le Rsa facendo innescare la bomba del contagio sono cose su cui a bocce ferme ci sarà da riflettere seriamente.

Tags: aree interneGiacomo BenedettiPieve Santo StefanosanitàTratosturismo
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Un arrivederci, non un addio: tra i nostri obiettivi futuri c
  • La pioggia battente di oggi, un grande classico della manifestazione, non ha frenato l’entusiasmo per il ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima a Sansepolcro. L’evento ha preso ufficialmente il via questa mattina ed accompagnerà l’intero weekend biturgense con i tradizionali banchi degli ambulanti, le esposizioni e gli stand gastronomici. L’amministrazione comunale, che anche nei periodi di maggiore impatto dell’epidemia ha espresso fiducia nella possibilità di riproporre la rassegna dopo due anni di stop, ha voluto celebrare questo appuntamento con una simbolica cerimonia in piazza Torre di Berta alla presenza degli organizzatori e delle autorità locali.

Al taglio del nastro, accanto al sindaco Fabrizio Innocenti, era presente anche il cavaliere Valentino Mercati, patron di Aboca. Grazie alla collaborazione tra il Comune e la locale azienda del settore healthcare è stato possibile inaugurare al meglio la Fiera 2022 con l’installazione al centro della piazza cittadina del grande Dodecaedro di Leonardo. La struttura, caratterizzata al suo interno da una pianta di gelso e già protagonista nel centro di Firenze in occasione delle celebrazioni dedicate al genio rinascimentale, è stata messa a disposizione dalla famiglia Mercati per tutta la bella stagione.
L’articolo completo al link in bio
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  • 𝗙𝗼𝘁𝗼𝗻𝗼𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮 - In attesa del ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima, a Sansepolcro è stato installato il grande dodecaedro di proprietà dell’azienda Aboca, già protagonista a Firenze in occasione delle celebrazioni Leonardiane. La struttura, alta circa sei metri e messa a disposizione dalla famiglia Mercati, resterà collocata al centro della Piazza Torre di Berta per tutta la bella stagione. Pochi minuti fa il sindaco biturgense Fabrizio Innocenti ha condiviso una suggestiva immagine che mostra il risultato delle operazioni di installazione, in attesa che cittadini e visitatori possano ammirare di persona l’opera.

Foto: @fabrizio_innocenti_
  • È stato inaugurato questa mattina, al termine dei lavori di restauro, il prezioso affresco di #GerinoDaPistoia che si trova in piazza della Repubblica a Sansepolcro, la “Madonna di Fontesecca”.

L
  • La commemorazione dell
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𝘓𝘢 𝘤𝘦𝘳𝘪𝘮𝘰𝘯𝘪𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘦 𝘭𝘦 𝘴𝘦𝘵𝘵𝘦 𝘮𝘶𝘯𝘪𝘤𝘪𝘱𝘢𝘭𝘪𝘵à 𝘥𝘦𝘭 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰. 𝘗𝘰𝘭𝘤𝘳𝘪: “𝘐𝘯 𝘱𝘳𝘰𝘨𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘶𝘯𝘰 𝘴𝘱𝘢𝘻𝘪𝘰 𝘮𝘶𝘴𝘦𝘢𝘭𝘦 𝘮𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘦𝘥𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘥𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭
  • 𝗦𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝗿𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝘀𝘀𝗼𝗹𝗶, 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗿𝗱𝗼𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝘀𝗲𝗽𝗼𝗹𝗰𝗿𝗼 - La scomparsa del presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha generato commozione anche a Sansepolcro, città a cui l’ex giornalista Rai era molto legato. In particolare, Sassoli era attivo da molti anni nell’Associazione Cultura della Pace, con cui era entrato in contatto grazie allo stretto rapporto con monsignor Luigi Di Liegro, che aveva seguito il percorso del fratello nell’obiezione di coscienza. Dell’associazione Sassoli era socio onorario ed era membro del comitato scientifico dell’omonimo Premio nazionale.
👉 L’articolo completo al link in bio
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