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Primo stop in 64 anni per l’Eurovison Song Contest

Un evento non competitivo sarà trasmesso nella serata di sabato. I racconti degli inviati valtiberini che hanno partecipato al festival negli anni passati

di Redazione
15/05/2020
in Attualità, Cultura, Oltre il Tevere
Lettura: 6 min.
Francesco Gabbani all'Eurovision 2017 con Bruno il Cinghiale

Francesco Gabbani all'Eurovision 2017 con Bruno il Cinghiale

In questo fine settimana avremmo potuto scoprire il vincitore dell’edizione 2020 dell’Eurovision Song Contest, in Italia spesso conosciuto come Eurofestival. Da alcuni anni, grazie all’impegno di Errevutì, la più importante emittente radiofonica del nostro territorio, l’evento è stato seguito da inviati in carne ed ossa che hanno raccontato tutto ciò che ruotava attorno alle due semifinali del martedì e del giovedì e alla finalissima del sabato. Anche nell’edizione 2020 ci sarebbe stato un inviato valtiberino grazie proprio ad Errevutì e TeverePost, pronti a raccontare l’evento con resoconti puntuali, seri ma anche con l’ironia che contraddistingue Lo Zozzo e la pagina facebook “Ma noi non ci Sanremo”.

Eurovision 2017 a Kiev
Eurovision 2017 a Kiev

L’Eurovision Song Contest nasce nel 1956 ispirandosi al Festival di Sanremo e fino al 2019 non aveva mai avuto neppure un’interruzione. È semmai la presenza dell’Italia ad avere avuto una forte discontinuità, dato che sulle 64 edizioni svolte, ben 19 volte il nostro Paese non ha preso parte alla manifestazione. L’Italia vanta due vittorie, quella di Gigliola Cinquetti nel 1964 e quella più recente di Toto Cutugno nel 1990. Di conseguenza la Rai ha ospitato l’Eurovision Song Contest a Napoli nel 1965 e a Roma nel 1991. Oltre alle due vittorie l’Italia è salita più volte sul podio: con i secondi posti di Gigliola Cinquetti (1974), Raphael Gualazzi (2011) e Mahmood (2019); e i terzi posti di Domenico Modugno (1958), Emilio Pericoli (1963), Wess e Dori Ghezzi (1975), Umberto Tozzi e Raf (1987) e Il Volo (2015). Proprio nell’edizione che vide i ragazzi de Il Volo salire sul terzo gradino del podio, a seguire il Festival a Vienna c’erano due aretini, Erica Rampini e Michele Lupetti inviati di Valdichianaoggi.it. Proprio Lupetti ha riassunto l’esperienza a TeverePost:

“Decidemmo di realizzare il sogno di partecipare all’eurovision, una passione più che decennale, con la possibilità di farlo dalla sala stampa, come inviati per Valdichianaoggi.it. Tutto questo grazie a OGAE Italy e ai responsabili della delegazione nazionale che ci dettero l’opportunità dell’accredito. Fu un’esperienza straordinaria e divertente, era un ambiente incredibile, pieno di entusiasmo e grande professionalità. Il Volo trionfó nel voto della sala stampa e potendo apprezzare dal vivo la risposta del pubblico alla loro esibizione la sera della finale credemmo davvero in una possibile vittoria, purtroppo sfumata per un soffio”.

Delegazione italiana 2015
La delegazione italiana a Vienna nel 2015

Lupetti e Rampini furono apripista per altre avventure perché è proprio grazie all’entusiasmo e alla passione con cui continuarono a seguire l’evento che altri due inviati valtiberini si recarono a Stoccolma per raccontare attraverso i microfoni di Errevutì l’edizione del 2016. Lidia Manzano, membro del gruppo musicale dei Lenz era in Svezia assieme a Giorgio Fusberti e assistette alla controversa finale dove a sorpresa l’Ucraina prevalse sull’Australia e la favorita Russia. Ricorda Lidia:

“La serratissima fase in cui vengono stilati i punteggi finali è il momento più avvincente di ogni Eurovision: la classifica viene continuamente stravolta, con colpi di scena clamorosi. Da casa ci si stupisce dell’organizzazione impeccabile di questo momento, ma non traspare nulla della concitazione che si vive in sala stampa: scene surreali in cui i corrispondenti delle redazioni più piccole faticano a stare al passo con la mole di informazioni, mentre delegazioni più ampie e ben finanziate imbastiscono carnevalate patriottiche. Dalla press room del Globen di Stoccolma, ho avuto modo di capire quanto la politica conti ben più della musica nella scelta del vincitore. Era palese la volontà da parte delle giurie nazionali di portare l’Ucraina alla vittoria a scapito della Russia, favoritissima al televoto grazie a un’ottima hit e a una scenografia strabiliante. Pensarci può far sorridere, ma ho assistito di persona alle tensioni fra le delegazioni di questi due paesi e ho imparato che anche un contest canoro può avere un peso sugli equilibri internazionali”.

Eurovision 2016
La delegazione ucraina festeggia la vittoria nel 2016

L’Eurovision approdò a Kiev nel 2017 per una bella e complicata edizione dove a trionfare fu il portoghese Salvador Sobral mentre il nostro Francesco Gabbani e la quotatissima Occidentali’s Karma furono relegati in sesta posizione. Quella volta era presente il solo Fusberti che assicurò puntuali corrispondenze sia a Valdichianaoggi.it che ad Errevutì e perfino alla pagina Facebook “Ma noi non ci Sanremo”:

“L’edizione di Kiev fu molto interessante e con belle canzoni, ma molta dell’attenzione fu riservata alle problematiche relative alla mancata partecipazione della Russia. A Julija Samojlova, l’artista scelta dalla televisione di stato russa, fu impedito di entrare in Ucraina a causa di una sua precedente esibizione in Crimea. Alla fine l’Eurovision si tenne senza la partecipazione della Russia e in un clima di tensione a causa di alcuni movimenti locali che non gradivano lo svolgimento dell’evento. Non mancò una forte presenza della polizia per garantire la sicurezza di tutti. Conosco bene Kiev ed ebbi modo di accompagnare il conduttore Flavio Insinna in giro per la città, scoprendo il suo forte lato umano anche lontano dai teleschermi”.

Federico Russo, Francesco Gabbani e Flavio Insinna
Federico Russo, Francesco Gabbani e Flavio Insinna all’Eurovision 2017

Nelle due successive manifestazioni, in Portogallo nel 2018 ed in Israele nel 2019, contemporanei impegni di lavoro di Lupetti, della Manzano e di Fusberti, non permisero una nuova corrispondenza dall’evento musicale. E quest’anno che la pattuglia valtiberina aveva gli accrediti concessi dalla Rai per partecipare in sogaeala stampa all’edizione di Rotterdam ci ha pensato il Covid-19 ad impedire lo svolgimento della manifestazione.

Ma l’Eurofestival è legato anche ad un’altra toscana, Cristina Giuntini, la presidente di OGAE Italy, il fan club italiano dell’Eurovision Song Contest, alla quale abbiamo chiesto come gli appassionati della importante rassegna canora hanno preso la notizia dell’annullamento dell’evento:

“Che dire? So che ci sono problemi ben peggiori, soprattutto in questo momento, ma la cancellazione dell’ESC 2020, per noi, è stata un colpo. Certo, una rinuncia necessaria, ma mettetevi nei panni di chi, ogni anno, saluta la sua vita di ogni giorno e si sposta ad abitare nella “bolla eurovisiva” per due settimane! A questo si è aggiunto il rammarico per una persona e un artista come Diodato… Ma non è detta l’ultima parola, e per il 2021 tutto è aperto. Quello che speriamo, soprattutto, è ritrovarci, fra un anno, tutti insieme essendoci lasciati alle spalle questa tragedia. Nel frattempo non staremo certo fermi: l’Eurovision, per noi fans, è una passione che dura tutto l’anno, con feste, notizie, nuove canzoni dei precedenti partecipanti. Un filo musicale che unisce persone di ogni Paese, cultura, razza e tipologia”.

La sala stampa 2016
La sala stampa dell’Eurovision 2016

Perché annullamento e non rinvio e quali speranze che non cali l’attenzione nei prossimi anni sull’Eurovision? Lo abbiamo chiesto ad Eddy Anselmi, storico componente della delegazione italiana che avrebbe dovuto accompagnare Diodato nei Paesi Bassi e con alle spalle, per conto della Rai, numerosi Eurovision Song Contest. Eddy è anche uno degli autori di Europa Shine a Light – Accendiamo la Musica, l’evento televisivo, privo della parte di gara, che sostituirà l’Eurovision attraverso la partecipazione dei protagonisti di quella che doveva essere l’edizione 2020:

“È stato cancellato perché non c’erano garanzie su quando si potesse recuperare e andando troppo avanti nel tempo il paese vincitore non avrebbe avuto il tempo per organizzare l’edizione successiva. La brand awareness dell’evento è altissima, in Italia è il 74% ed è una delle percentuali più basse d’Europa. Del resto sono solo nove anni che l’Italia partecipa nuovamente e anche solo far conoscere nuovamente l’Eurovision Song Contest è stato un lavoro non semplice. Anche se siamo partiti in sordina, oggi l’intera Rai è mobilitata attorno a questo evento. Nonostante l’assenza della gara, che è uno degli elementi più attrattivi per il pubblico, la direzione presa e il senso di marcia non si sono fermate, quindi la Rai ha continuato a lavorare sia per l’evento alternativo di questo anno che per la prossima edizione nel 2021”.

Europa Shine a Light – Accendiamo la Musica andrà in onda sabato sera dalle 20.35 su Rai 1, Rai 4, San Marino RTV e su Rai Radio 2.

Tags: ErrevutìEurofestivalEurovision Song ContestMichele LupettimusicaRai
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