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Dal Borgo a Malta, passando per Africa e Australia: la storia di Marco Betti

Il 31enne biturgense, oggi social media manager di una piattaforma di gioco online dopo una lunga gavetta in tre continenti, è il protagonista del primo appuntamento di quest’anno con i Valtiberini nel Mondo

di Redazione
02/02/2021
in Valtiberini nel mondo
Lettura: 5 min.
Dal Borgo a Malta, passando per Africa e Australia: la storia di Marco Betti

Marco Betti (a destra) a Cape Coast in Ghana

Anche nel 2021 torna la rubrica Valtiberini nel Mondo, lo spazio che TeverePost dedica ai racconti e alle considerazioni dei nostri concittadini all’estero. Nel primo appuntamento di quest’anno scopriremo la storia del biturgense Marco Betti, 31enne professionista della comunicazione oggi operativo a Malta.

Nato a Cesena nell’agosto del 1989, Marco ha trascorso la sua gioventù tra i “cantoni” del centro storico di Sansepolcro, frequentando il Liceo Scientifico “Piero della Francesca” e godendo della natura e degli incredibili scorci offerti dalla città. A 19 anni ha lasciato Sansepolcro per studiare in Accademia di Comunicazione a Milano, per poi iniziare una carriera come Social Media Manager che lo ha portato in giro per il mondo. In questi anni ha lavorato sviluppando strategie social per diversi marchi e settori, da Nike a BMW, passando per Nestlé, Sony, Diadora. Attualmente cura la comunicazione web presso una nota piattaforma di poker online.

Come sei arrivato a Malta? Di cosa ti occupi attualmente?

Dopo anni di esperienza all’estero e a causa della scarsa visione della nostra classe politica sui giovani e sugli investimenti sul lavoro, nel 2018 ho deciso di lasciare l’Italia per inseguire un percorso con più prospettive, mantenendo comunque uno stile di stile di vita mediterraneo e a misura d’uomo. Malta è al momento una delle poche nazioni all’interno della comunità europea che usa l’inglese come lingua nazionale, ha un clima stupendo, e una cultura per certi versi simile alla nostra. Al momento mi occupo, insieme a un Team composto da una trentina di persone, di definire le strategie e i contenuti Social per un’azienda leader nel Gaming a livello Globale.

Prima di arrivare a Malta hai avuto altre esperienze importanti in terre molto lontane. Ti va di raccontarci qualcosa?

Tutto è iniziato nel 2011, poco dopo il diploma in Accademia, con la decisione di partire per l’Australia dove ho avuto l’opportunità di imparare l’inglese e fare esperienza di vita, lavorando come community manager freelance e facendo una manciata di altri lavori tra i più disparati: cameriere, manovale, operaio agricolo, videomaker. Tutti lavori piuttosto umili ma che hanno contribuito a costruire il mio bagaglio personale di esperienze e la resilienza che mi porto dentro tutt’oggi. Dopo un breve rientro a Milano, nel 2013 ho lasciato di nuovo l’italia per lavorare in Ghana per un’agenzia di comunicazione Italiana. Il Ghana è una nazione difficile e bellissima allo stesso tempo, che mi ha aperto lo sguardo su questo spicchio di mondo e su alcuni dei suoi problemi e contraddizioni, oltre a farmi conoscere la cultura e il sorriso dei popoli del West Africa. Questa esperienza ha anche contribuito a dare vita, insieme a Michele Bianchi, Enrico Tamiazzo e Giulia Tamiazzo, a The Small Now Onlus, un’associazione frutto della passione per lo sport e l’amore di questa terra, che si occupa di educazione attraverso il calcio. Siamo attualmente attivi in Kenya, con una accademia che coinvolge oltre 200 bambini e abbiamo progetti per aprire a breve altre accademie in Ghana, Tanzania e Guinea.

  • Ankara – Progetto The Small Now Onlus
  • Australia (Gatton) – campervan park
  • Ghana – Accra
  • Ghana – Cape Coast
  • Ghana – entroterra Ashanti
  • Malta – Torneo aziendale
  • Al Torneo di poker PSPC Bahamas

Come è stato il tuo 2020?

È stato un anno impegnativo dal punto di vista lavorativo (il poker online ha vissuto una “primavera” grazie al lockdown, aumentando le sfide e gli impegni) ma piuttosto tranquillo dal punto di vista personale. A Malta, non possiamo dire di aver sofferto le restrizioni così come in Italia, dal momento che non abbiamo mai avuto un formale lockdown con il divieto di uscire di casa come in Italia. Credo che quest’anno mi abbia aiutato a capire che per quanto abbia nostalgia di Sansepolcro, (e persino di Milano, mia seconda città natale italiana), Malta abbia ormai un posto nel mio cuore e possa chiamarla casa.

In che modo è stata gestita la pandemia nell’isola? Qual è la situazione in questo momento?

La pandemia nell’isola è stata gestita piuttosto bene. Se consideriamo che la popolazione maltese è simile in anzianità a quella italiana, non abbiamo avuto molti picchi (se non in estate, dovuti ai turisti) e le morti sono state limitate. Ovviamente, il fatto che Malta sia un’isola, agevola la protezione potendo limitare/controllare in modo efficace le entrate ed uscite. Negli ultimi giorni sono state introdotte alcune limitazioni più severe con coprifuoco alle 11 di sera.

Al netto dell’emergenza, cosa ti ha colpito di più di Malta e della sua popolazione fino ad oggi?

I Maltesi sono persone cordiali, vedono di buon occhio gli italiani, e la maggior parte delle persone over 60 preferisce parlare italiano piuttosto che l’inglese. L’Isola, conosciuta perlopiù come meta turistica di divertimento per ragazzi e studenti, è in realtà una gemma del mediterraneo che può essere apprezzata soprattutto nel periodo Aprile-Giugno, ma che offre delle splendide giornate anche in pieno inverno. Seppure il suo sviluppo sia stato questionabile e rivedibile in più di un’occasione, Malta ha visto una crescita esponenziale negli ultimi e al momento è in una fantastica posizione, soprattutto dopo i recenti sviluppi post Brexit. Ultima nota, Malta è anche molto sicura, cosa che non dispiace mai.

Hai trascorso una parte importante della tua vita lontano dal tuo Paese. Conti di rientrare in Italia, un giorno?

Ho avuto questa conversazione più di una volta con mio fratello (anche lui espatriato in Argentina, poi Lussemburgo e Spagna), in quanto entrambi lontano da casa e dai nostri genitori. Al momento vediamo l’italia più come una nazione in cui fare vacanze, che per lavorare. Purtroppo l’Italia fa fatica a tenere il passo sulla competizione nel mercato del lavoro, e offre condizioni economiche piuttosto basse a figure specializzate, che se padroneggiano l’inglese scappano. In futuro, è possibile che torneremo in Italia in modo stabile, ma nel breve/medio periodo Malta è la mia casa.

Tags: MaltaMarco Bettivaltiberini nel mondo
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