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Il Giorno della Vittoria e la perdita della memoria

75 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, un evento quasi dimenticato nel mondo occidentale

di Guido Guerrini
09/05/2020
in Oltre il Tevere
Lettura: 4 min.
9 maggio

Un veterano il 9 maggio 2019 a Kazan'

Il giorno 8 maggio 1945, alle 23.01 dell’ora dell’Europa Centrale, la Germania nazista cessò qualsiasi ostilità mettendo fine alla Seconda Guerra Mondiale sul continente europeo. La capitolazione tedesca fu firmata una prima volta la mattina del giorno 7 a Reims dal Generale Alfred Jodl su ordine di Karl Dönitz, Presidente di quello che restava del Reich. Nella tarda serata del giorno seguente fu ripetuta la scena a Berlino con protagonisti il Generale Wilhelm Keitel e quello sovietico Georgij Žukov. Questo è il principale motivo per il quale in tutta Europa si ricorda la fine della guerra l’8 di maggio mentre in Russia e negli stati dell’ex Unione Sovietica il 9 maggio è il “Giorno della Vittoria”. Per dovere di cronaca sia Keitel che Jodl tornarono nelle zone ancora sotto la sovranità tedesca, furono arrestati poco dopo e condannati a morte al Processo di Norimberga. Karl Dönitz se la cavò con dieci anni di reclusione.

A 75 anni da quei giorni che hanno segnato la storia d’Europa e del mondo è necessario constatare come la ricorrenza abbia assunto un valore molto diverso tra le nazioni e popoli protagonisti di quell’epoca. Nello spazio ex sovietico, contrariamente a quando avviene negli altri paesi, il “Giorno della Vittoria” è una festa colorata di rosso nel calendario, un evento molto sentito e partecipato dalla gente. Del resto è praticamente impossibile trovare una famiglia nella quale non ci sia stato almeno un lutto negli anni della guerra, considerati i circa 26 milioni di morti tra militari e civili sovietici. Per avere un criterio di valutazione, nell’intera guerra, in ogni fronte del pianeta, morirono circa 54 milioni di persone. I caduti italiani, tra militari, civili ed internati ebrei furono 472.000, quelli americani 400.000 (compreso il fronte giapponese), i tedeschi sette milioni e i giapponesi 2 milioni e mezzo, tra cui le vittime delle due bombe atomiche americane di Hiroshima e Nagasaki.

Pavel Alekseevič Zimin era uno dei bisnonni materni di mia figlia e morì ad Orël, nella Russia occidentale, il 29 dicembre del 1941 cercando di fermare l’avanzata nazista. Aveva trentasei anni, era partito per la guerra il giorno d’agosto in cui nasceva sua figlia, colei che diverrà la madre di mia moglie. Pavel morì senza aver rivisto quella neonata e di casi come questo in Russia, Ucraina, Bielorussia ce ne furono parecchi. Ogni 9 maggio in tutte le città il “Reggimento Immortale” sfila in ricordo delle vittime della Grande Guerra Patriottica, il nome attribuito al conflitto tra il 1941 e 1945 da parte dei popoli sovietici. Ogni famiglia percorre le strade della propria città con in mano la fotografia del parente eroe immortale caduto in guerra, e Pavel partecipa regolarmente a questo evento in più di una città, perché non mancano nipoti e pronipoti che lo ricordano nonostante non l’abbiano mai conosciuto. Nei parchi dedicati alla Seconda Guerra Mondiale è possibile incontrare i pochi veterani rimasti e assistere a spettacoli che i bambini delle scuole organizzano per non dimenticare. È molto emozionante vedere dei novantenni ricevere mazzi di fiori e ringraziamenti da parte di persone nate decine di anni dopo la fine della guerra se non addirittura in un altro secolo. Mia moglie, continuando ad usare la mia famiglia come esempio, non può comprare fiori per suo nonno Pavel e naturalmente non può parlare con lui, ma nel parco della vittoria della sua città incontra ogni 9 maggio altri nonni ancora vivi ai quali sente il dovere di dire grazie per quello che hanno fatto oltre 75 anni prima.

Bandiera della Vittoria
La “Bandiera della Vittoria”, riproduzione di quella innalzata sul Reichstag nel maggio 1945 dall’Armata Rossa entrata a Berlino

Da quando i rapporti tra Russia, Usa e molti paesi europei si sono raffreddati a causa dei problemi legati alla Crimea, i leader occidentali non partecipano più alla storica parata che avviene nella Piazza Rossa il 9 maggio. Queste assenze sono vissute dal popolo russo come una profonda offesa a coloro che hanno perso la vita per sconfiggere il nazismo e dare un futuro di libertà all’Europa. Questo sentimento non è retorica politica volta a rafforzare la leadership politica russa, ma un disagio che la gente vive in modo forte. Per i russi è inspiegabile che gli europei abbiano smarrito il valore di questo giorno e che non sia anche in occidente un giorno festivo.

Solo il Covid-19 è riuscito dove non ce l’hanno fatta la perdita di memoria e il trascorrere del tempo, così questo particolare 9 maggio ha un sapore molto diverso. A causa della pandemia la maggior parte degli eventi legati a questo anniversario non si possono svolgere. Parata sulla Piazza Rossa, marcia del Reggimento Immortale, incontro con i veterani e altre tradizioni che avrebbero visto gente a stretto contatto sono rinviati ai primi giorni di settembre in occasione dei 75 anni dalla fine della guerra anche sul fronte giapponese. Resteranno le pattuglie acrobatiche dell’aeronautica militare, i fuochi d’artificio e un immancabile discorso televisivo del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin.

Tags: 9 maggioguerramemoriaRussiastoriaUnione Sovietica
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  • La pioggia battente di oggi, un grande classico della manifestazione, non ha frenato l’entusiasmo per il ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima a Sansepolcro. L’evento ha preso ufficialmente il via questa mattina ed accompagnerà l’intero weekend biturgense con i tradizionali banchi degli ambulanti, le esposizioni e gli stand gastronomici. L’amministrazione comunale, che anche nei periodi di maggiore impatto dell’epidemia ha espresso fiducia nella possibilità di riproporre la rassegna dopo due anni di stop, ha voluto celebrare questo appuntamento con una simbolica cerimonia in piazza Torre di Berta alla presenza degli organizzatori e delle autorità locali.

Al taglio del nastro, accanto al sindaco Fabrizio Innocenti, era presente anche il cavaliere Valentino Mercati, patron di Aboca. Grazie alla collaborazione tra il Comune e la locale azienda del settore healthcare è stato possibile inaugurare al meglio la Fiera 2022 con l’installazione al centro della piazza cittadina del grande Dodecaedro di Leonardo. La struttura, caratterizzata al suo interno da una pianta di gelso e già protagonista nel centro di Firenze in occasione delle celebrazioni dedicate al genio rinascimentale, è stata messa a disposizione dalla famiglia Mercati per tutta la bella stagione.
L’articolo completo al link in bio
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  • 𝗙𝗼𝘁𝗼𝗻𝗼𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮 - In attesa del ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima, a Sansepolcro è stato installato il grande dodecaedro di proprietà dell’azienda Aboca, già protagonista a Firenze in occasione delle celebrazioni Leonardiane. La struttura, alta circa sei metri e messa a disposizione dalla famiglia Mercati, resterà collocata al centro della Piazza Torre di Berta per tutta la bella stagione. Pochi minuti fa il sindaco biturgense Fabrizio Innocenti ha condiviso una suggestiva immagine che mostra il risultato delle operazioni di installazione, in attesa che cittadini e visitatori possano ammirare di persona l’opera.

Foto: @fabrizio_innocenti_
  • È stato inaugurato questa mattina, al termine dei lavori di restauro, il prezioso affresco di #GerinoDaPistoia che si trova in piazza della Repubblica a Sansepolcro, la “Madonna di Fontesecca”.

L
  • La commemorazione dell
  • L
  • 𝗥𝗲𝗻𝗶𝗰𝗰𝗶, 𝗶 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗩𝗮𝗹𝘁𝗶𝗯𝗲𝗿𝗶𝗻𝗮 𝗶𝗻𝘀𝗶𝗲𝗺𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗠𝗲𝗺𝗼𝗿𝗶𝗮
𝘓𝘢 𝘤𝘦𝘳𝘪𝘮𝘰𝘯𝘪𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘦 𝘭𝘦 𝘴𝘦𝘵𝘵𝘦 𝘮𝘶𝘯𝘪𝘤𝘪𝘱𝘢𝘭𝘪𝘵à 𝘥𝘦𝘭 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰. 𝘗𝘰𝘭𝘤𝘳𝘪: “𝘐𝘯 𝘱𝘳𝘰𝘨𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘶𝘯𝘰 𝘴𝘱𝘢𝘻𝘪𝘰 𝘮𝘶𝘴𝘦𝘢𝘭𝘦 𝘮𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘦𝘥𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘥𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭
  • 𝗦𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝗿𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝘀𝘀𝗼𝗹𝗶, 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗿𝗱𝗼𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝘀𝗲𝗽𝗼𝗹𝗰𝗿𝗼 - La scomparsa del presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha generato commozione anche a Sansepolcro, città a cui l’ex giornalista Rai era molto legato. In particolare, Sassoli era attivo da molti anni nell’Associazione Cultura della Pace, con cui era entrato in contatto grazie allo stretto rapporto con monsignor Luigi Di Liegro, che aveva seguito il percorso del fratello nell’obiezione di coscienza. Dell’associazione Sassoli era socio onorario ed era membro del comitato scientifico dell’omonimo Premio nazionale.
👉 L’articolo completo al link in bio
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