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Dolci della tradizione: gli zuccarini di legno

Questa settimana l'associazione Le Centopelli e Augusto Tocci ci presentano un biscotto dal sapore molto particolare, con il suo inconfondibile aroma di anice

di Le Centopelli
04/07/2020
in Gastronomia consapevole
Lettura: 4 min.
Dolci della tradizione: gli zuccarini di legno

Eccoci ad un nuovo dolce appuntamento con la rubrica “Gastronomia Consapevole” dell’associazione Le Centopelli. Questa settimana è nostra ospite Rita Fegadoli, proprietaria di un salone di parrucchiera, grande amica molto attiva nelle giornate autogestite dell’associazione che è stata insegnante anche nelle nostre “Schole di Cucina”.

Rita ci presenta uno dei suoi piatti forti, gli zuccarini.  Biscotto dal sapore molto particolare, con il suo inconfondibile aroma di anice, è stato da sempre, per tradizione, il dolcetto simbolo dei matrimoni delle nostre zone.

Ingredienti

  • 6 uova
  • 1/2 kg di farina tipo 0
  • 6 cucchiai di olio extravergine d’oliva
  • Mezzo cucchiaino di sale
  • Un cucchiaio scarso di zucchero
  • Anice a piacere
  • Mezzo bicchierino di vin santo

Preparazione

Fare la fontana nella farina e sbattere le uova insieme a zucchero e sale.

Aggiungere l’anice e l’olio, addensando un po’ con la farina e aggiungere in ultimo il vin santo. L’impasto deve essere morbido.

Fare le strisce e formare lo zuccarino, lessare in acqua poco salata per circa 5 minuti.

Cuocere nel forno ben caldo a 200 ° per 25 minuti, ponendoli nella gratella del forno e non nel vassoio.

I consigli di Augusto Tocci

Anice verde – L’anice è una pianta molto comune. Quasi sempre coltivata, raramente si trova allo stato selvatico. E’ riconosciuto importante per i suoi frutti, che sembrano dei semi di forma ovoidale la cui raccolta avviene in genere verso la fine di agosto e sono l’unica parte della pianta che si usa sia in cucina che in farmacia.

L’anice prende il nome da Aniso che era un’antica città greca di forma irregolare, da cui il suo appellativo, dove sembra che l’anice crescesse abbondantemente. Un’altra illazione, sempre dal greco, dalla parola “anesis” che significa “relaxatio”, cioè risollevarsi, riposo, perché l’anice rilassa e calma i dolori interni.

Coltivazioni importanti di anice sono in Francia nei pressi di Bordeaux per produrre soprattutto essenze per liquoreria. In Italia importanti coltivazioni si trovano in Emilia e in Toscana.

La sua forte profumazione, il suo sapore aromatico bruciante lo hanno fatto considerare da sempre un medicamento prezioso. Veniva somministrato come diuretico, dissetante e ottimo per curare le ventosità (carminativo).

La droga dunque è costituita dai frutti che si raccolgono, falciando le piante un po’ prima della maturazione. Si lasciano poi essiccare e si provvede alla successiva battitura.

La parte attiva è un olio etereo e un etere fenolico, l’anetolo che ha la virtù di venire rapidamente espulso dall’organismo per via polmonare e renale e quindi adatto ad essere somministrato anche in dosi elevate per cui ne possiamo anche abbondare in cucina se piace.

Oltre tutti i benefici effetti dal punto di vista medico è un ingrediente ampiamente usato in liquoristica basti pensare al mistrà, all’anisetta, la sambuca o il vecchio sassolino e tanti altri liquori all’anice.

Il suo impiego in cucina è riferito per lo più a pietanze dolci come gli anicini, i cenci chiantigiani ed in modo particolare i famosi biscotti che ci presenta la nostra amica Rita Fegadoli  appassionata frequentatrice dell’associazione Le Centopelli.

Tags: Augusto Toccigastronomia consapevolezuccarini
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