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La frittata di vitalbe

Le Centopelli propongono un piatto dedicato alle antiche tradizioni delle nostre campagne

di Le Centopelli
19/06/2021
in Gastronomia consapevole
Lettura: 5 min.
La frittata di vitalbe

a cura di Meri Torelli

Cucinare con le erbe era una tradizione delle nostre campagne, una cucina povera ma che sapeva utilizzare al meglio le erbe spontanee e soprattutto riconoscerle.

Già, riconoscerle, pare poco, oggi è proprio quello che ci manca. L’insegnamento diretto, quella pratica che nasceva da un uso comune e tramandato che a seconda delle stagioni sapeva indirizzare  dove e cosa cercare. Sapori semplici ma invitanti, come quello dei germogli di vitalba, per soffermarci su una delle erbe  più antiche della  tradizione rurale Toscana, arrivata fino a noi e ancora diffusa.

Fabio Nenci ci propone la sua Frittata di Vitalbe, e ci da l’ occasione di proseguire con l’utilizzo dei prodotti  stagionali e a chilometro zero.

Ingredienti

  • 4 uova
  • 60/70 gr. di germogli di vitalbe
  • 50 gr. di robiola
  • Olio Evo
  • Sale e pepe q.b.

Preparazione

Lavate i germogli di vitalbe in acqua fredda,  metteteli in padella aggiungendo solo poca acqua per volta e lasciare cuocere per 15/20minuti.

Nel frattempo sbattete le uova con la robiola ( sostituibile con mezzo bicchiere di latte o altro formaggio spalmabile), salate e unite una macinatina di pepe.

Appena le vitalbe saranno cotte e l’acqua sarà prosciugata aggiungete sale e pepe e un giro di olio, fate insaporire qualche minuto.

Aggiungete le uova procedete con la cottura della frittata.

Ais Delegazione di Arezzo – Gruppo operativo Valtiberina Toscana consigliano:

a cura di Antonella Greco

“Ma ti ricordi quando da citti si fumava le vitalbe? Non c’erano i soldi nemmeno per compare una sigaretta. Mamma mia come s’era poveri… ma quanto s’era felici!”. E la vitalba è anche chiamata “l’erba dei cenciosi”, perché essendo particolarmente urticante, veniva usata dai poveracci per procurarsi ustioni ed ulcere ed ottenere così qualche elemosina impietosendo i benestanti. Poi però, quando mette i germoglini teneri, teneri, la vitalba diventa insuperabilmente buona nella frittata. E per farle onore, ci abbiniamo un vino che andremo a prendere nelle vicine Marche. Proponiamo una Passerina Terre di Offida doc, metodo classico. Ottenuto da uve Passerina almeno all’85%, vede il vino base fermentare in tini di acciaio per preservarne i profumi. La rifermentazione in bottiglia, sui lieviti, dura almeno 12 mesi. Il risultato è un vino spumante, secco, giallo paglierino a volte con riflessi verdolini, brillante con delle bollicine fini e persistenti che si attaccano al palato e lo sgrassano ben bene dall’unto che lascia la frittata. Ha il profumo della pera matura e del biancospino, leggermente agrumato e tropicale. La particolarità di questo vino è che la temperatura di servizio deve essere un pochino più alta rispetto agli altri spumanti, e cioè aggirarsi intorno ai 17°C, proprio per accentuarne i marcatori.

Nunc est bibendum!

I consigli di Augusto Tocci

Vitalba Clematis vitalba

Suffruttice lianoso e rampicante, è molto comune nelle siepi e nei boschi di collina e di montagna.

I lunghi tralci flessibili e percorsi da sei spigoli, che arrampicano anche sulle piante più alte, diventando talora parassiti meccanici, portano foglie opposte, picciolate, grandi e imparipennate (foglioline singole cordate alla base, ovato-acuminate, con margine più o meno dentato).

All’apice dei rametti si schiude un racemo lasso di fiori a 4 sepali bianchi giallastri con al centro un ciuffo di stami eretti. I fiori vengono sostituiti, in autunno,  da ciuffi come piumini bianchi e molto caratteristici.

L’uso in cucina è riservato ai numerosi getti primaverili, quando risultano ancora di consistenza erbacea.

A tal proposito si ricorda che questi getti erbacei sono mangiabili solo fino a quando non spuntano i fiori perché a quel punto la pianta mette in atto la sua azione caustica e non deve assolutamente essere più utilizzata.

I ributti primaverili delle piante del bosco sono tantissimi e per ricordarne alcuni diremo ch vanno bene gli asparagi selvatici, i getti del pungitopo, quelli del tamus del luppolo ecc e la vitalba, anche se può sembrare strano, è proprio una di quelle particolarmente gustosa con un delicato sapore amarognolo.

E’ chiaro che non si tratta di prodotto che si trova dal verduraio ma che deve essere raccolto personalmente ricordando che è bene evitare le zone di sostenuto transito veicolare per non rischiare di mangiarle arricchite di piombo.

Tags: Augusto Toccigastronomia consapevoleLe Centopelli
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Un arrivederci, non un addio: tra i nostri obiettivi futuri c
  • La pioggia battente di oggi, un grande classico della manifestazione, non ha frenato l’entusiasmo per il ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima a Sansepolcro. L’evento ha preso ufficialmente il via questa mattina ed accompagnerà l’intero weekend biturgense con i tradizionali banchi degli ambulanti, le esposizioni e gli stand gastronomici. L’amministrazione comunale, che anche nei periodi di maggiore impatto dell’epidemia ha espresso fiducia nella possibilità di riproporre la rassegna dopo due anni di stop, ha voluto celebrare questo appuntamento con una simbolica cerimonia in piazza Torre di Berta alla presenza degli organizzatori e delle autorità locali.

Al taglio del nastro, accanto al sindaco Fabrizio Innocenti, era presente anche il cavaliere Valentino Mercati, patron di Aboca. Grazie alla collaborazione tra il Comune e la locale azienda del settore healthcare è stato possibile inaugurare al meglio la Fiera 2022 con l’installazione al centro della piazza cittadina del grande Dodecaedro di Leonardo. La struttura, caratterizzata al suo interno da una pianta di gelso e già protagonista nel centro di Firenze in occasione delle celebrazioni dedicate al genio rinascimentale, è stata messa a disposizione dalla famiglia Mercati per tutta la bella stagione.
L’articolo completo al link in bio
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  • 𝗙𝗼𝘁𝗼𝗻𝗼𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮 - In attesa del ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima, a Sansepolcro è stato installato il grande dodecaedro di proprietà dell’azienda Aboca, già protagonista a Firenze in occasione delle celebrazioni Leonardiane. La struttura, alta circa sei metri e messa a disposizione dalla famiglia Mercati, resterà collocata al centro della Piazza Torre di Berta per tutta la bella stagione. Pochi minuti fa il sindaco biturgense Fabrizio Innocenti ha condiviso una suggestiva immagine che mostra il risultato delle operazioni di installazione, in attesa che cittadini e visitatori possano ammirare di persona l’opera.

Foto: @fabrizio_innocenti_
  • È stato inaugurato questa mattina, al termine dei lavori di restauro, il prezioso affresco di #GerinoDaPistoia che si trova in piazza della Repubblica a Sansepolcro, la “Madonna di Fontesecca”.

L
  • La commemorazione dell
  • L
  • 𝗥𝗲𝗻𝗶𝗰𝗰𝗶, 𝗶 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗩𝗮𝗹𝘁𝗶𝗯𝗲𝗿𝗶𝗻𝗮 𝗶𝗻𝘀𝗶𝗲𝗺𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗠𝗲𝗺𝗼𝗿𝗶𝗮
𝘓𝘢 𝘤𝘦𝘳𝘪𝘮𝘰𝘯𝘪𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘦 𝘭𝘦 𝘴𝘦𝘵𝘵𝘦 𝘮𝘶𝘯𝘪𝘤𝘪𝘱𝘢𝘭𝘪𝘵à 𝘥𝘦𝘭 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰. 𝘗𝘰𝘭𝘤𝘳𝘪: “𝘐𝘯 𝘱𝘳𝘰𝘨𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘶𝘯𝘰 𝘴𝘱𝘢𝘻𝘪𝘰 𝘮𝘶𝘴𝘦𝘢𝘭𝘦 𝘮𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘦𝘥𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘥𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭
  • 𝗦𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝗿𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝘀𝘀𝗼𝗹𝗶, 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗿𝗱𝗼𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝘀𝗲𝗽𝗼𝗹𝗰𝗿𝗼 - La scomparsa del presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha generato commozione anche a Sansepolcro, città a cui l’ex giornalista Rai era molto legato. In particolare, Sassoli era attivo da molti anni nell’Associazione Cultura della Pace, con cui era entrato in contatto grazie allo stretto rapporto con monsignor Luigi Di Liegro, che aveva seguito il percorso del fratello nell’obiezione di coscienza. Dell’associazione Sassoli era socio onorario ed era membro del comitato scientifico dell’omonimo Premio nazionale.
👉 L’articolo completo al link in bio
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