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Polenta di castagne: la ricetta di nonna Natalina, capresana doc

Le Centopelli propongono questa settimana una pietanza antica a base di ingredienti del territorio. Le varie fasi della preparazione presentate dalla signora Natalina e dal nipote Luca

di Le Centopelli
06/02/2021
in Gastronomia consapevole
Lettura: 5 min.

La polenta di castagne è un piatto molto antico, originario della gastronomia Toscana. Molto usato soprattutto nei luoghi di montagna ricchi di castagneti.
Premesso che con la farina di castagne si può fare quasi di tutto, noi vi proproniamo una delle pietanze più nutrienti, la polenta o, come dicono al Borgo, la pulenda.

La sua preparazione è così elementare da poter essere cucinata ad occhi chiusi. Una ragione che la rende replicabile e adatta ad abbinamenti di ogni genere e sorta. Il top? Mangiarla con una gustosa, cremosa e soffice ricotta.

Natulmente la nostra versione non poteva che venire da Caprese Michelangelo, dalla nonna Natalina ‘caprociana’ doc, con la complicità il nipote Luca Mercati, studente dell’Istituto Alberghiero proprio di Caprese.

Ingredienti

  • 1kg di farina di marroni di Caprese Michelangelo
  • 1,5 litri di acqua
  • Sale.

Scorrere verso destra per visualizzare tutte le fasi della preparazione

Preparazione

Per preparare la polenta di castagne portare a bollore l’acqua, abbassare la fiamma e aggiungere la farina, importante che l’acqua non superi la farina (come nella foto).

Aggiungere il sale, far cuocere per circa 30/40 minuti a fuoco lento.

Trascorso il tempo di cottura, per continuare a preparare la polenta di castagne, dovrete procedere scolando tutta l’acqua residua e versarla su un’altro tegame.

Incominciate a girare con energia e velocità. All’occorrenza, se notate che la polenta è dura, potrete dell’acqua avanzata in precedenza.

Dopo averla girata rimettete nel fuoco per circa 2/3 minuti per farla staccare e farle prendere forma rotonda.

Toglierla dal tegame di cottura e rovedciarla in un vassoio di legno, pronta per essere tagliata con il filo e mangiata.

Come da tradizione la polenta di castagne va abbinata con ricotta o carne di maiale.

Buona anche il giorno dopo fatta a fette e abbrustolita.

Il contributo di Ais Delegazione di Arezzo – Gruppo operativo Valtiberina Toscana

[a cura di Antonella Greco]

Conosciuta fin dal Medioevo, la Croatina è famosa per essere particolarmente resistente alle due peggiori “pesti” che attaccano la vite: Fillossera e Oidio. Ed è proprio per questa resistenza che è sopravvissuta fino ai giorni nostri, per deliziarci il palato con il suo prodotto.

La Bonarda dell’Oltrepò Pavese o dei Colli Piacentini ( prodotta con Croatina all’85% e può compensare il restante 15% con Barbera e Uva Rara), nella sua versione frizzante ( occhio non sbagliate! Vivace o frizzante, non spumante!!!), ha struttura, un bel corpo, la giusta freschezza e sapidità per prendere sotto braccio la polenta di castagne ed accompagnarla all’altare del gusto, sia che ci siano ad aspettarla i tocchetti di maiale, sia una ricotta fresca di giornata.

Per gli amanti del vino novello, ma che vogliono anche darsi “un tono”, andiamo a consigliare il cugino francese Beaujolais Nouveau.
Nunc est Bibendum!

I consigli di Augusto Tocci

Castagne – Quando maturano è segno che l’estate è finita. Dunque non resta che accendere il caminetto e preparare le caldarroste. Secondo gli antichi costumi della civiltà montanara, chi possedeva un castagneto era fortunato , perché aveva da mangiare,scaldarsi e curarsi per tutto l’inverno. Nell’antichità le castagne venivano tostate o macinate per confezionare un surrogato del pane, consumato dalle donne durante i riti di Cibele e Cerere, quando era proibito mangiare i cereali. Per Leclerc erano un “piccolo pane dolce offerto dalla natura, l’uomo deve solo pensare a cuocerlo”.

Scegliamo bene – Le castagne selvatiche (selvarine) sono molto scure o marroni. Le più pregiate (i marroni) hanno sempre una buccia lucente, una forma triangolare, un poco gonfie da un lato, una macchia più chiara alla base (detta ilo) e una pellicola interna vellutata, che si stacca con semplicità. Sono riunite entro un rigido e pungente riccio che, a maturità,si apre in quattro valve, lasciando cadere i frutti.

Pulizia e conservazione – Una volta raccolte, si mettono a bagno sotto l’acqua corrente per alcuni giorni, in modo da eliminare eventuali ospiti indesiderati. Poi si lasciano asciugare all’ombra e si ripongono in un luogo asciutto. Se si vuole conservarle a lungo, possono rimanere in congela­ tore fino all’estate. L’importante è incidere la buccia prima di congelarle, se poi si pensa di mangiarle arrostite. Le proprietà: È un frutto molto energetico, che dà abbondanti zuccheri ,amidi, proteine, sali di ferro, potassio, fosforo, magnesio, sodio, zolfo, oltre che vitamina A e molte del gruppo B. Per la presenza degli amidi, a volte, è difficile da digerire. Perciò, durante la cottura, viene sempre consigliata l’aggiunta di prodotti con potere carminativo, come i semi di finocchio selvatico. Allo stato secco raddoppiano le loro calorie.

Tags: gastronomia consapevoleLe Centopelli
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  • La pioggia battente di oggi, un grande classico della manifestazione, non ha frenato l’entusiasmo per il ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima a Sansepolcro. L’evento ha preso ufficialmente il via questa mattina ed accompagnerà l’intero weekend biturgense con i tradizionali banchi degli ambulanti, le esposizioni e gli stand gastronomici. L’amministrazione comunale, che anche nei periodi di maggiore impatto dell’epidemia ha espresso fiducia nella possibilità di riproporre la rassegna dopo due anni di stop, ha voluto celebrare questo appuntamento con una simbolica cerimonia in piazza Torre di Berta alla presenza degli organizzatori e delle autorità locali.

Al taglio del nastro, accanto al sindaco Fabrizio Innocenti, era presente anche il cavaliere Valentino Mercati, patron di Aboca. Grazie alla collaborazione tra il Comune e la locale azienda del settore healthcare è stato possibile inaugurare al meglio la Fiera 2022 con l’installazione al centro della piazza cittadina del grande Dodecaedro di Leonardo. La struttura, caratterizzata al suo interno da una pianta di gelso e già protagonista nel centro di Firenze in occasione delle celebrazioni dedicate al genio rinascimentale, è stata messa a disposizione dalla famiglia Mercati per tutta la bella stagione.
L’articolo completo al link in bio
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  • 𝗙𝗼𝘁𝗼𝗻𝗼𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮 - In attesa del ritorno delle Fiere di Mezzaquaresima, a Sansepolcro è stato installato il grande dodecaedro di proprietà dell’azienda Aboca, già protagonista a Firenze in occasione delle celebrazioni Leonardiane. La struttura, alta circa sei metri e messa a disposizione dalla famiglia Mercati, resterà collocata al centro della Piazza Torre di Berta per tutta la bella stagione. Pochi minuti fa il sindaco biturgense Fabrizio Innocenti ha condiviso una suggestiva immagine che mostra il risultato delle operazioni di installazione, in attesa che cittadini e visitatori possano ammirare di persona l’opera.

Foto: @fabrizio_innocenti_
  • È stato inaugurato questa mattina, al termine dei lavori di restauro, il prezioso affresco di #GerinoDaPistoia che si trova in piazza della Repubblica a Sansepolcro, la “Madonna di Fontesecca”.

L
  • La commemorazione dell
  • L
  • 𝗥𝗲𝗻𝗶𝗰𝗰𝗶, 𝗶 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗩𝗮𝗹𝘁𝗶𝗯𝗲𝗿𝗶𝗻𝗮 𝗶𝗻𝘀𝗶𝗲𝗺𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗠𝗲𝗺𝗼𝗿𝗶𝗮
𝘓𝘢 𝘤𝘦𝘳𝘪𝘮𝘰𝘯𝘪𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘦 𝘭𝘦 𝘴𝘦𝘵𝘵𝘦 𝘮𝘶𝘯𝘪𝘤𝘪𝘱𝘢𝘭𝘪𝘵à 𝘥𝘦𝘭 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰. 𝘗𝘰𝘭𝘤𝘳𝘪: “𝘐𝘯 𝘱𝘳𝘰𝘨𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘶𝘯𝘰 𝘴𝘱𝘢𝘻𝘪𝘰 𝘮𝘶𝘴𝘦𝘢𝘭𝘦 𝘮𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘦𝘥𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘥𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭
  • 𝗦𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝗿𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝘀𝘀𝗼𝗹𝗶, 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗿𝗱𝗼𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝘀𝗲𝗽𝗼𝗹𝗰𝗿𝗼 - La scomparsa del presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha generato commozione anche a Sansepolcro, città a cui l’ex giornalista Rai era molto legato. In particolare, Sassoli era attivo da molti anni nell’Associazione Cultura della Pace, con cui era entrato in contatto grazie allo stretto rapporto con monsignor Luigi Di Liegro, che aveva seguito il percorso del fratello nell’obiezione di coscienza. Dell’associazione Sassoli era socio onorario ed era membro del comitato scientifico dell’omonimo Premio nazionale.
👉 L’articolo completo al link in bio
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