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Torta mantovana: la ricetta della tradizione anghiarese

In questo appuntamento di Gastronomia consapevole, la signora Marietta ci svela i segreti di questo celebre dolce diffuso in tutta la Toscana

di Le Centopelli
16/05/2020
in Gastronomia consapevole
Lettura: 4 min.
Torta mantovana: la ricetta della tradizione anghiarese

Il nostro percorso di riscoperta delle pietanze tradizionali della Valtiberina in compagnia de Le Centopelli prosegue con un antichissimo dolce molto diffuso anche nel nostro territorio: la torta mantovana. Nonostante il nome, si tratta di una ricetta proveniente dalle zone di Prato che col passare del tempo è stata sempre più apprezzata anche nel resto della Toscana.

In questo nuovo appuntamento della rubrica Gastronomia consapevole, la consigliera biturgense Francesca Mercati ci invia la ricetta della mantovana della sua nonna Marietta che proprio ieri, 15 maggio, ha compiuto 94 anni!

Di origine anghiarese, trasferitasi a Santa Fiora dopo il matrimonio, la signora Marietta ha portato con sé la tradizione di questo dolce, senza il quale una festa non era degna di questo nome.

Ingredienti

  • 5 uova (4 tuorli e uno intero)
  • 175 g. di zucchero
  • Scorza di ½ limone grattugiata
  • 1 hg. di burro
  • 1 pizzico di zucchero vaniglia
  • 175 g. di farina
  • ½ cartina di lievito in polvere
  • 50 g. di pinoli.

Preparazione

Mettere in un contenitore le uova, lo zucchero, lo zucchero a velo e la scorza del limone, sbattere con il frullino elettrico fino a farli montare bene.

Aggiungere il burro fuso a filo.

Fare incorporare la farina ed il lievito.

In ultimo aggiungere la metà dei pinoli.

Versare il composto in una tortiera dalla forma rotonda precedentemente imburrata. 

Cospargere la superfice con il resto dei pinoli e fare cuocere a 160° per 35 minuti a forno ventilato.

Dopo sfornata spolverate con dello zucchero a velo.

Nonna Marietta naturalmente non usava lo sbattitore elettrico ma montava le uova a mano, con la frusta.

I consigli di Augusto Tocci

Ingrediente essenziale del dolce proposto dall’amica Francesca Mercati: i pinoli che sono il seme di un frutto prodotto da uno dei più importanti alberi della nostra flora mediterranea il Pinus domestica che si trova a vegetare lungo le coste del Paese e che si distingue facilmente per la sua caratteristica forma ad ombrello.

Le sue pigne sono molto grosse, hanno una forma globosa e un colore rosso-bruno a maturità. I frutti contengono i semi racchiusi in un guscio con le ali corte (pinoli appunto).

Sono piccoli ma preziosi, un alimento molto saporito e ricco di proprietà benefiche per la salute. Si utilizzano in cucina e spesso si usa tostarli per esaltarne il sapore. Sono particolarmente ricchi di proteine e di fibre vegetali: una buona fonte di zinco, vitamina B2 e potassio.

Il loro apporto calorico è elevato ma non dovrebbe costituire un problema, dato che di solito i pinoli vengono consumati in piccole quantità.

Fra le tante azioni benefiche rispetto al nostro organismo, si ricorda che sono antiossidanti e aiutano a proteggere il sistema cardio-vascolare, contrastando l’azione dei radicali liberi ed il processo di invecchiamento. Presentano un contenuto proteico piuttosto elevato rispetto all’altra frutta secca, però  aiutano a ridurre il colesterolo e a proteggere le nostre arterie.

È un prodotto facilmente deperibile per cui conviene conservarlo in luogo fresco e asciutto, al riparo della luce ed eventualmente in frigorifero per evitare l’irrancidimento.

A qualcuno può non essere noto che dai pinoli si estraeva anche un olio, giallo, di odore e sapore aromatico, al quale erano attribuiti poteri medicamentosi, tra i quali proprietà addolcenti e diuretiche, ma soprattutto emollienti, e veniva prescritto nelle malattie polmonari e come calmante delle mucose delle vie aeree. Gli impieghi ricordano molto quelli dell’olio di mandorle, ma si deve stare attenti perché quello di pinoli irrancidisce presto e allora può dare disturbi intestinali e causare il vomito.

Una curiosità: Plinio riteneva che i pinoli fossero un tonico stimolante delle virtù maschili.

Tags: Augusto Toccigastronomia consapevoleLe Centopellipinolitorta mantovana
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