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Toscana Civica: “Fermare il regime della sinistra”

Intervista ad Alvisi, Foni, Rossi e Santi, i quattro candidati valtiberini della lista che affianca i partiti di centrodestra: “Restituire ai nostri amministratori il potere di gestire il territorio”

di Emanuele Calchetti
06/09/2020
in Politica
Lettura: 4 min.

Da sinistra: Roberto Santi, Paola Foni, Giovanna Rossi e Luisanna Alvisi

Della coalizione a sostegno di Susanna Ceccardi, oltre a tre formazioni riconducibili ai partiti del centrodestra, fa parte anche la lista Toscana Civica, che ha la caratteristica di essere quella più ricca di candidature provenienti dalla Valtiberina. Su otto esponenti di questa compagine presenti nella circoscrizione aretina, ben quattro sono infatti originari del territorio. Si tratta del capolista Roberto Santi, per numerose legislature consigliere comunale ad Anghiari, di Paola Foni, anche lei amministratrice ad Anghiari negli anni novanta, della biturgense Luisanna Alvisi, assessore nella Giunta dell’ex sindaco Franco Polcri a Sansepolcro, e di Giovanna Rossi, in rappresentanza di Monterchi.

Perché questa lista?

Alvisi: “Da quando è finita la mia esperienza in Comune come assessore mi sono un po’ allontanata dalla politica, che è comunque un campo che mi attira e per cui ho sempre avuto passione. Di far parte di questa lista me lo ha proposto il preside Santi, che conosco da anni, e ho pensato che fosse un dovere partecipare. Nel centrodestra esiste tanta gente che non vuole assolutamente votare centrosinistra, ma che magari per un motivo o per l’altro non si sente di condividere al 100% i tre partiti più rappresentativi. Quindi questa può essere una soluzione per invogliare al voto e per raccogliere un consenso convinto per il centrodestra, anche perché siamo tutte persone abbastanza conosciute nella zona, e in questo tipo di elezioni conta molto conoscere da vicino i propri rappresentanti”.

Foni: “Anch’io mi ero distaccata dalla politica, anche per motivi familiari, dopo un’esperienza amministrativa con l’ex PCI-PDS. Ma è stata anche la politica che si è distaccata dal mio sentire, perché la sinistra in cui credevo è cambiata tantissimo. Oggi ho risposto all’invito del professor Santi, un amico di lunga data con cui siamo stati su barricate differenti ma sempre con profondo rispetto e stima reciproca. Accettare di fare questa esperienza è un atto di amore prima di tutto per la Toscana e poi per la Valtiberina, perché sono estremamente critica con le Giunte di centrosinistra che si sono succedute: hanno portato la Toscana – che era ed è tuttora una terra meravigliosa, ricca di storia, di cultura, di tutto il meglio che esprime l’Italia – ad essere terra nessuno, in particolar modo nelle zone periferiche. Io vorrei che a queste terre fosse dato il giusto valore e che contassero. E vorrei che tutta la regione avesse una marcia diversa”.

Una marcia che può dare la coalizione di centrodestra?

Foni: “La speranza è quella. Il centrosinistra, a mio parere e anche a parere di tante persone che sento, ha generato molto, molto malcontento, nei campi più svariati, dalle infrastrutture alla sanità. Dal punto di vista economico la Toscana ha perso tanto, il Pil anche a livello di provincia di Arezzo ha dati catastrofici. C’è una crisi generalizzata, però anche nella crisi bisogna operare al meglio e cercare di venirne fuori. La speranza è che una governance diversa possa portare più entusiasmo e proposte nuove”.

Avete accennato a infrastrutture, sanità, economia. Ecco, quali sono i temi che ritenete più importanti?

Santi: “Siamo in una vallata dove la montagna e le campagne sono completamente abbandonate, in mano a cinghiali, storni, caprioli. Tutto è fuori controllo, l’assetto del territorio è completamente disastrato, non ci sono neanche più le strade per andare a spegnere gli incendi. Vi è il problema del dissesto del fondovalle, e se viene una forte pioggia crea subito problemi nelle piccole strade di montagna o può causare frane, come è già successo. Bisogna ritornare a un concetto positivo dell’economia locale: in passato le famiglie contadine che vivevano nelle campagne sistemavano tutto e non commettevano nessun reato, adesso se vai a prendere la ghiaia dell’Afra o del Sovara è furto ai danni dello Stato. La sinistra ci ha portato a una situazione di regime, questo è perché siamo col centrodestra. Pensiamo alla E45, è una novella dello stento, piena di buche, continue interruzioni, lavori in corso infiniti, e questo è il nostro polmone di collegamento con la Romagna e con il nord. Pensiamo ai problemi che la Valtiberina ha nella gestione del servizio idrico, consegnato alla più grande multinazionale del mondo. Non a caso siamo coloro che hanno fondato il primo comitato dell’acqua pubblica. Noi dobbiamo tornare a dare ai nostri municipi, ai nostri amministratori il potere di gestire il territorio. E questo non è sovranismo stupido”.

Rossi: “Allacciandomi al tema della gestione del territorio, a Monterchi il Cerfone è un fiume che d’estate va in secca perché viene letteralmente prosciugato per la coltivazione del tabacco, in uno sfruttamento del territorio, finanziato con soldi europei, che lo rende inutilizzabile e che nuoce alla salute. D’inverno invece il Cerfone esonda perché non c’è una semplice politica di controllo che veniva attuato in passato, quando la persona che confinava con il fiume teneva l’argine pulito. Funzionava benissimo. Oppure la valorizzazione della vera cultura, pensiamo alla Madonna del Parto e a Piero della Francesca, una questione che andrebbe consolidata definitivamente. Ancora,. la ferrovia: sono arrivati ad occuparsene fino a San Giustino, e di qua? Eravamo capolinea e ora è finito tutto. Serve coraggio, e non la fossilizzazione storica di una certa area politica. Tra l’altro io stessa provengo da un’esperienza a sinistra in gioventù, ma d’altra parte devi essere di sinistra per poter fare qualcosa. Ci si rende conto che anche l’informazione è a senso unico, ma online c’è la possibilità di fare informazione autonoma, andare a verificare anche aspetti diversi: ascolti, vedi, capisci e ti puoi opporre a questa demonizzazione di chi non è di sinistra, che sembra l’unico motore di tutto”.

Alvisi: “Teniamo presente anche che la Toscana è tra le regioni più ideologiche che esistano in Italia, un’ideologia che nel campo della scuola, della famiglia, dei diritti civili è veramente pervasiva e cozza contro la realtà. Va interrotto questo potere assoluto della sinistra che si estende in tutti i gangli e che ha fatto male alla sinistra stessa, perché le ha dato la possibilità di sentirsi capace di fare tutto quello che voleva. Negli ultimi tempi la gente con i social ha cominciato a sapere cose che non aveva mai saputo e quindi l’aria sta cambiando. È una questione di libertà, perché questo è un mondo dove ti viene tolta la libertà, per colpa di questo regime di sinistra che in Toscana è assoluto ma che c’è anche in Italia, dall’informazione alla magistratura che tutti abbiamo capito da che parte sta. Fino alla gestione della pandemia, con un popolo terrorizzato e gente che ancora non è mai uscita di casa. E se dici qualcosa sei negazionista”.

Tags: elezioni regionaliGiovanna RossiLuisanna AlvisiPaola FoniRoberto SantiSpeciale ElezioniToscana Civica
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